Massimo Reichlin è per la libertà di scelta, ma senza eludere l’aspetto morale
Di Lucetta Scaraffia
Di Lucetta Scaraffia
Di aborto si parla spesso, ma come problema medico, giuridico o come un «diritto» da difendere. Le dimensioni morali della questione - scrive Massimo Reichlin in Aborto. La morale oltre il diritto - rimangono invece un aspetto «sorprendentemente trascurato nel nostro Paese». E questo stupisce. Non solo per l’importanza del problema in sé, che mette alla prova il «non uccidere», ma anche perché l’aborto implica questioni cruciali dell’etica contemporanea. Senza la legalizzazione dell’aborto, infatti, non sarebbe stato possibile realizzare la fecondazione artificiale, né pensare a un utilizzo scientifico degli embrioni, e neppure si sarebbe potuta formulare la questione del «diritto» di morire per i malati gravi e senza speranze di guarigione. Ma se lasciamo da parte il «diritto» e torniamo ad affrontare la questione dal punto di vista morale, ci troviamo, seguendo la prospettiva che ci apre Reichlin, di fronte a ben altre e più gravi questioni. Il filosofo esamina le principali teorie etiche che giustificano l’aborto, e le confuta con argomenti razionali e laici, arrivando a una conclusione che oggi, da parte di un intellettuale laico, risulta sorprendente: «Ad onta della percezione diffusa del sentire comune, la valutazione specificamente morale dell’aborto, anche nelle prime fasi della gravidanza, è altamente problematica, e non è stato prodotto un argomento decisivo per sostenerne la generale liceità». Nonostante una stringente trattazione critica, che riporta la questione dell’aborto a confrontarsi con temi fondamentali quali il comando di non uccidere e la definizione di persona e di individuo, Reichlin si dichiara comunque favorevole alla legalizzazione dell’aborto, e in particolare alle modalità con cui la legge 194 affronta il problema nel nostro paese. Si rifiuta di difendere unicamente la libertà di scelta proprio perché «è in gioco il diritto alla vita di un’altra persona», pur ritenendo che lo Stato non debba intervenire per impedirla. È una posizione interessante, che non può essere liquidata come antiabortista, ma neppure letta come favorevole all’aborto: è quella di chi, pur accettando la libertà di scelta, non vuole però che si cancelli il problema morale che esso implica.
Il libro: Massimo Reichlin, «Aborto. La morale oltre il diritto», Carocci editore, pagine 233, 18,50 €
«Corriere della sera» dell’8 luglio 2007
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