12 febbraio 2010

Tv e minori: nel 2009 tante ombre, poche luci

Molte emittenti satellitari ignorano spesso le norme E Sky non le firma
di Robertoi I. Zanini
Alcuni passi avanti, molti di più quelli indietro. È quello che è emerso dalla presentazione del consuntivo per il 2009 dell’attività del Comi­tato di attuazione del Codice tv e minori. Il presiden­te Franco Mugherli ha rilevato che «l’attenzione delle emittenti verso i minori è cresciuta», ma non ha po­tuto fare a meno di constatare che si tratta più di un’o­perazione di facciata che di sostanza. Tanto più se si considera che molte tv satellitari ignorano sistemati­camente il Codice e «Sky sostiene di non averlo mai sottoscritto e di non sentirsi quindi vincolata alle re­gole accettate da altre emittenti». Fin dalla legge Mammì del 1990 esiste un divieto a tra­smettere sesso e violenza nella fascia oraria fra le 7 e le 22,30. Poi sono invalse interpretazioni in base alle quali il divieto vale solo per le tv in chiaro e non, per esempio, per le satellitari criptate. Argomento sul qua­le è intervenuto il viceministro con delega alle Co­municazioni Paolo Romani, che ha precisato che nel­l’assai discusso decreto di conversione della direttiva europea su media e audiovisivi, che sarà approvato nel prossimo Consiglio dei ministri, «ci sarà una nor­ma che vieta la trasmissione di contenuti pornografi­ci dalle 7 alle 23 su tutte le tv, qualunque sia la piat­taforma di trasmissione. Allo stesso tempo sono pre­viste restrizioni per i sistemi di parental control delle emittenti satellitari, come quello adottato da Sky, ol­tre a una classificazione dei programmi considerati nocivi per i minori».
I dati che sono stati presentati ieri dal presidente Mu­gherli e dai vicepresidenti Paolo Bafile e Maria Eleo­nora Lucchin, riguardano sia i provvedimenti nei con­fronti delle emittenti, adottati dal Comitato nel corso del 2009, sia uno studio condotto dall’Osservatorio dell’Università di Pavia sulla programmazione di Sky in fascia protetta.
Nel 2009 il Comitato si è trovato a considerare 264 ca­si, a fronte dei 228 analizzati l’anno precedente. Le violazioni accertate sono state 46, in netto aumento rispetto alle 28 del 2008. Diminuite, invece, da 36 a 20, le cosiddette 'delibere con raccomandazioni', relati­ve a quei casi in cui il Comitato non rilevando gli e­stremi di una vera e propria violazione del codice, ri­tiene però necessario esercitare un’azione suasiva e di orientamento nei confronti dell’emittente.
Leader con 14 violazioni (comprese scene di sesso e­splicito), come ormai accade da qualche anno, è la Rai. Esattamente la metà le violazioni contestate a Me­diaset. Una sola a La7 e 4 ad emittenti locali. Le altre riguardano le emittenti satellitari, che, con quelle di­gitali, stanno assumendo sempre maggiore impor­tanza, sia per numero di utenti che di violazioni. Fra i generi televisivi i più soggetti a violazioni sono film, fiction e telefilm a conferma, sottolinea Mugherli, del­la necessità «che vengano rivisti i criteri di classifica­zione adottati dalle commissioni di revisione cine­matografica », da più parti considerati fallimentari, an­che alla luce di superficiali via libera per tutte le età for­niti a film attualmente in programmazione nelle sale. Lo studio su Sky è stato presentato da Giuseppe Mi­lazzo dell’Università di Pavia. E relativo al periodo 24 ottobre-20 novembre 2009. Considera i programmi di 9 reti fra le 7 e le 22,30. Da esso emerge che nel perio­do sono stati trasmessi 64 film vietati ai minori di 14 anni, ammessi solo dopo le 22,30. Ben 543 i program­mi consigliati a un pubblico adulto e 163 quelli vieta­ti secondo la guida Sky. Molti i trailer in fascia protet­ta (26 quelli sulla mini serie su Moana Pozzi) di film vietati andati in onda nella notte. Segnalati anche 5 spot su super alcolici e 30 su siti on line di giochi d’az­zardo, per non dire dei 26 spot in concomitanza con cartoni animati, che utilizzano i personaggi dei car­toni stessi.
«Avvenire» del 12 febbraio 2010

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