Molte emittenti satellitari ignorano spesso le norme E Sky non le firma
di Robertoi I. Zanini
Alcuni passi avanti, molti di più quelli indietro. È quello che è emerso dalla presentazione del consuntivo per il 2009 dell’attività del Comitato di attuazione del Codice tv e minori. Il presidente Franco Mugherli ha rilevato che «l’attenzione delle emittenti verso i minori è cresciuta», ma non ha potuto fare a meno di constatare che si tratta più di un’operazione di facciata che di sostanza. Tanto più se si considera che molte tv satellitari ignorano sistematicamente il Codice e «Sky sostiene di non averlo mai sottoscritto e di non sentirsi quindi vincolata alle regole accettate da altre emittenti». Fin dalla legge Mammì del 1990 esiste un divieto a trasmettere sesso e violenza nella fascia oraria fra le 7 e le 22,30. Poi sono invalse interpretazioni in base alle quali il divieto vale solo per le tv in chiaro e non, per esempio, per le satellitari criptate. Argomento sul quale è intervenuto il viceministro con delega alle Comunicazioni Paolo Romani, che ha precisato che nell’assai discusso decreto di conversione della direttiva europea su media e audiovisivi, che sarà approvato nel prossimo Consiglio dei ministri, «ci sarà una norma che vieta la trasmissione di contenuti pornografici dalle 7 alle 23 su tutte le tv, qualunque sia la piattaforma di trasmissione. Allo stesso tempo sono previste restrizioni per i sistemi di parental control delle emittenti satellitari, come quello adottato da Sky, oltre a una classificazione dei programmi considerati nocivi per i minori».
I dati che sono stati presentati ieri dal presidente Mugherli e dai vicepresidenti Paolo Bafile e Maria Eleonora Lucchin, riguardano sia i provvedimenti nei confronti delle emittenti, adottati dal Comitato nel corso del 2009, sia uno studio condotto dall’Osservatorio dell’Università di Pavia sulla programmazione di Sky in fascia protetta.
Nel 2009 il Comitato si è trovato a considerare 264 casi, a fronte dei 228 analizzati l’anno precedente. Le violazioni accertate sono state 46, in netto aumento rispetto alle 28 del 2008. Diminuite, invece, da 36 a 20, le cosiddette 'delibere con raccomandazioni', relative a quei casi in cui il Comitato non rilevando gli estremi di una vera e propria violazione del codice, ritiene però necessario esercitare un’azione suasiva e di orientamento nei confronti dell’emittente.
Leader con 14 violazioni (comprese scene di sesso esplicito), come ormai accade da qualche anno, è la Rai. Esattamente la metà le violazioni contestate a Mediaset. Una sola a La7 e 4 ad emittenti locali. Le altre riguardano le emittenti satellitari, che, con quelle digitali, stanno assumendo sempre maggiore importanza, sia per numero di utenti che di violazioni. Fra i generi televisivi i più soggetti a violazioni sono film, fiction e telefilm a conferma, sottolinea Mugherli, della necessità «che vengano rivisti i criteri di classificazione adottati dalle commissioni di revisione cinematografica », da più parti considerati fallimentari, anche alla luce di superficiali via libera per tutte le età forniti a film attualmente in programmazione nelle sale. Lo studio su Sky è stato presentato da Giuseppe Milazzo dell’Università di Pavia. E relativo al periodo 24 ottobre-20 novembre 2009. Considera i programmi di 9 reti fra le 7 e le 22,30. Da esso emerge che nel periodo sono stati trasmessi 64 film vietati ai minori di 14 anni, ammessi solo dopo le 22,30. Ben 543 i programmi consigliati a un pubblico adulto e 163 quelli vietati secondo la guida Sky. Molti i trailer in fascia protetta (26 quelli sulla mini serie su Moana Pozzi) di film vietati andati in onda nella notte. Segnalati anche 5 spot su super alcolici e 30 su siti on line di giochi d’azzardo, per non dire dei 26 spot in concomitanza con cartoni animati, che utilizzano i personaggi dei cartoni stessi.
I dati che sono stati presentati ieri dal presidente Mugherli e dai vicepresidenti Paolo Bafile e Maria Eleonora Lucchin, riguardano sia i provvedimenti nei confronti delle emittenti, adottati dal Comitato nel corso del 2009, sia uno studio condotto dall’Osservatorio dell’Università di Pavia sulla programmazione di Sky in fascia protetta.
Nel 2009 il Comitato si è trovato a considerare 264 casi, a fronte dei 228 analizzati l’anno precedente. Le violazioni accertate sono state 46, in netto aumento rispetto alle 28 del 2008. Diminuite, invece, da 36 a 20, le cosiddette 'delibere con raccomandazioni', relative a quei casi in cui il Comitato non rilevando gli estremi di una vera e propria violazione del codice, ritiene però necessario esercitare un’azione suasiva e di orientamento nei confronti dell’emittente.
Leader con 14 violazioni (comprese scene di sesso esplicito), come ormai accade da qualche anno, è la Rai. Esattamente la metà le violazioni contestate a Mediaset. Una sola a La7 e 4 ad emittenti locali. Le altre riguardano le emittenti satellitari, che, con quelle digitali, stanno assumendo sempre maggiore importanza, sia per numero di utenti che di violazioni. Fra i generi televisivi i più soggetti a violazioni sono film, fiction e telefilm a conferma, sottolinea Mugherli, della necessità «che vengano rivisti i criteri di classificazione adottati dalle commissioni di revisione cinematografica », da più parti considerati fallimentari, anche alla luce di superficiali via libera per tutte le età forniti a film attualmente in programmazione nelle sale. Lo studio su Sky è stato presentato da Giuseppe Milazzo dell’Università di Pavia. E relativo al periodo 24 ottobre-20 novembre 2009. Considera i programmi di 9 reti fra le 7 e le 22,30. Da esso emerge che nel periodo sono stati trasmessi 64 film vietati ai minori di 14 anni, ammessi solo dopo le 22,30. Ben 543 i programmi consigliati a un pubblico adulto e 163 quelli vietati secondo la guida Sky. Molti i trailer in fascia protetta (26 quelli sulla mini serie su Moana Pozzi) di film vietati andati in onda nella notte. Segnalati anche 5 spot su super alcolici e 30 su siti on line di giochi d’azzardo, per non dire dei 26 spot in concomitanza con cartoni animati, che utilizzano i personaggi dei cartoni stessi.
«Avvenire» del 12 febbraio 2010
Nessun commento:
Posta un commento