28 febbraio 2010

Preraffaelliti: la confraternita della purezza

Al Mar oltre 150 opere di un movimento che scelse i paesaggi dell'Italia e la nostra cultura come fonte d'ispirazione
di Francesca Montorfano
È il settembre 1848 quando un gruppo di giovani, William Holman Hunt, John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti e suo fratello William Michael, a cui presto si uniranno altri artisti e intellettuali, fonda a Londra la Confraternita dei Preraffaelliti, primo nucleo di quello che diventerà uno dei più interessanti movimenti artistici del secondo Ottocento. Il loro scopo è rivoluzionare il corso stesso dell'arte, rifiutando i dettami del classicismo accademico e le convenzioni della società vittoriana, vagheggiando un ritorno al Medioevo, sostenendo il recupero di una pittura più schietta e immediata, quella degli artisti che hanno preceduto Raffaello, sublime, sì, ma troppo intellettuale, troppo «studiato» nella sua ricerca di una superiore armonia. Italia e cultura sono sinonimi nelle concezioni inglesi del tempo. Così, se atmosfere gotiche, rielaborazioni romantiche e richiami shakespeariani sono presenti nella poetica dei Preraffaelliti, principale fonte d' ispirazione sarà per loro la letteratura italiana del Trecento, con la «Divina Commedia» e la «Vita Nova» di Dante, da John Ruskin definito «uomo cardine della scena mondiale, capace di coniugare in perfetto equilibrio qualità creative, morali ed intellettive nella loro massima espressione». Anche la natura occupa un posto di rilievo nella produzione del gruppo. Architetture e paesaggi colti en plein air, dipinti con colori vividi e brillanti, con minuziosa cura dei dettagli ma anche con grande spontaneità così da renderne la più vera, intima essenza. «Giardino del mondo dalle inesauribili bellezze naturali», descrive l' Italia Frederic Leighton, che vi soggiorna per tre anni traendone emozioni indelebili e delicate vedute. Un viaggio nel Belpaese è la tappa finale del Grand Tour, un sogno per tutti, anche se realizzabile solo per alcuni. Se Ruskin visiterà per la prima volta l' Italia a quattordici anni e vi ritornerà in seguito più volte per riprodurre a disegno, in modo da conservarne una testimonianza visiva, gli edifici che amava e riteneva in pericolo, Dante Gabriel Rossetti nonostante la sua origine italiana (il padre, carbonaro, era stato costretto a rifugiarsi in Inghilterra dopo i moti napoletani del ' 20), non riuscirà ad andarvi mai. Dell' Italia, che pure è per lui un luogo carico di ispirazione, potrà conoscere direttamente i capolavori solo durante un viaggio compiuto in Francia nel 1849, un anno dopo la nascita della Confraternita, quando al Louvre potrà ammirare opere dell' Angelico, di Leonardo e di Mantegna. Sono temi, motivi e suggestioni messi in luce dalla bella mostra del MAR, realizzata con la collaborazione dell' Ashmolean Museum di Oxford e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, che per la prima volta presenta in Italia oltre 150 opere del movimento, tra dipinti, incisioni, disegni e acquerelli provenienti dalle più prestigiose istituzioni europee. «Si tratta un evento che compiutamente documenta gli stretti legami dei Preraffelliti con l' Italia, la loro predilezione per l' arte, la letteratura e il paesaggio italiani, anche attraverso un' ampia selezione di acquerelli, tecnica che proprio nell' Ottocento conobbe una fase di grande splendore», sottolinea Claudio Spadoni, curatore della mostra insieme a Colin Harrison e a Christopher Newall. «Un evento che vuole mettere in luce anche l' influenza esercitata sui Preraffaelliti da John Ruskin, storico sostenitore del gruppo (celebri furono le sue lettere del 1851 al Times in cui difendeva le loro opere), presente in mostra con una serie di disegni di straordinaria abilità e raffinatezza». Dopo una prima parte dedicata ai dipinti di Beato Angelico, Perugino, Taddeo di Bartolo e Timoteo Viti e alle incisioni del Lasinio che tanto suggestionarono i Preraffaelliti, il percorso continua con le splendide interpretazioni che dell' Alighieri ha dato Rossetti, tra cui il celeberrimo Paolo e Francesca o Dante che disegna un angelo. Ma non solo al sommo poeta si ispirarono i Preraffaelliti. Se lo stesso Rossetti dipinse la sontuosa «Amante di Fazio» rifacendosi all' opera di Fazio degli Uberti, Marie Stillman per il suo «Giardino Incantato» preferì il Boccaccio, mentre Millais nel suo «Cavaliere Errante» addirittura l' Ariosto. Più di trenta sono gli artisti chiamati a raccontare il movimento, a documentare le glorie e le bellezze d' Italia. Come Hunt con la serie di magnifici acquerelli toscani e quel «Dolce far niente» che già riecheggia echi tizianeschi, George Price Boyce con le sue vedute veneziane o Giovanni Costa e i suoi seguaci britannici, che dell' Italia diedero toccanti rappresentazioni e ne sostennero il diritto all' indipendenza politica. Grandioso il finale, che vede per la prima volta esposti i cartoni e i disegni realizzati da Burne-Jones per la decorazione musiva della chiesa di San Paolo dentro le Mura a Roma, di tale stupefacente qualità pittorica da venir considerati non un'opera preparatoria, ma un capolavoro in sé finito.

Da domani al 6 giugno 2010 il Mar-Museo d' Arte della città di Ravenna ospita la mostra I Preraffaelliti - Il sogno del ' 400 italiano da Beato Angelico a Perugino, da Rossetti a Burne-Jones. Sarà possibile ammirare i lavori degli artisti inglesi della Confraternita Preraffaellita (1848), da Dante Gabriel Rossetti a Edward Burne-Jones, che, spinti dalla volontà di un radicale rinnovamento della pittura britannica, si ispirarono, nell' utilizzo dei colori, dei particolari naturali e della semplicità e intensità dell' espressione, alla pittura italiana del Quattrocento prima di Raffaello, qui rappresentata anche da quadri del Perugino e del Beato Angelico. Una sezione è dedicata anche alla Scuola Etrusca di Nino Costa. Il catalogo della mostra (252 pp, 35 euro) è pubblicato da Silvana Editoriale.Info: tel. 0544-482477, http://www.museocitta.ra.it/
«Corriere della Sera» del 27 febbraio2010

Nessun commento: