di Pier Giorgio Liverani
È stata generale la indignazione della stampa per la costituzione, su Facebook, di un gruppo (1.700 aderenti) che promuoveva il tirassegno sui bambini con sindrome di Down («Eliminiamoli, sono parassiti»). Quel sito è stato oscurato d’autorità per «istigazione a delinquere», ma un solo giornale – Il Foglio, con le cinque righe di un lettore – ha però accennato alla motivazione di quella trovata incredibile: la legalizzazione dell’aborto. La legge 194, infatti, ha suggerito la sindrome di Down come uno dei casi, che si potrebbero definire 'classici', di aborto. Questo, afferma l’articolo 4, è consentito in caso di «previsioni di anomalie o malformazioni del concepito». E Avvenire ha già documentato (martedì 23) «la strage silenziosa» dei bambini Down, il pauroso incremento delle diagnosi prenatali (più 71 per cento) e il conseguente calo (dal 2 allo 0,5 per cento, non per merito, ma per colpa della medicina) delle nascite di questi piccoli particolarmente amati dal Signore.
La deduzione dei bulli di Facebook è stata logica e prevedibile: se, per legge, è un diritto far morire, con l’aiuto dello Stato e soltanto perché Down, questi bambini ancora nel ventre materno, perché non dovrebbe esserlo prendere i sopravvissuti come bersaglio di un tirassegno on line, in rete? Al solito, però, l’ipocrita buonismo del fronte abortista si preoccupa che non nasca neppure il sospetto che il tirassegno sia uno degli 'effetti 194'.
La deduzione dei bulli di Facebook è stata logica e prevedibile: se, per legge, è un diritto far morire, con l’aiuto dello Stato e soltanto perché Down, questi bambini ancora nel ventre materno, perché non dovrebbe esserlo prendere i sopravvissuti come bersaglio di un tirassegno on line, in rete? Al solito, però, l’ipocrita buonismo del fronte abortista si preoccupa che non nasca neppure il sospetto che il tirassegno sia uno degli 'effetti 194'.
«Avvenire» del 28 febbraio 2010
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