Uno studio inglese collega ormoni materni durante la gravidanza a predisposizioni cognitive e forma della mano
di Federica Cavadini
Indice più lungo nei bambini bravi a parlare, l’anulare invece nei nati per i conti
La conferma arriverà sfogliando i quaderni a righe e quelli a quadretti ma se l’ipotesi scientifica di uno psicologo inglese troverà conferme in futuro basterà una rapida occhiata alla manine paffute dei nostri bambini per capire se saranno piccoli campioni in matematica o se ci daranno più soddisfazione in italiano. Il test è di facile esecuzione: chi ha l’indice lungo, più dell’anulare, sarà bravo in italiano, chi ha l’anulare più lungo brillerà in matematica. Più difficile da afferrare la spiegazione del teorema, che porta la firma di Mark Brosnan, direttore del dipartimento di Psicologia dell’università inglese di Bath, ed è appena stato pubblicato sul British Journal of Psychology. I passaggi chiave sono due. Il primo: tutto dipende dalla mamma, ovvero dalla quantità del tipo di ormoni - testosterone ed estrogeni - a cui sono stati esposti i bambini nel pancione. Il secondo: gli ormoni influenzano le nostre abilità e anche la lunghezza delle dita della mano. La spiegazione del professore è la seguente: «Il testosterone sembra avere un ruolo nel promuovere lo sviluppo di aree del cervello legate alle capacità spaziali e matematiche - sostiene Brosnan -, mentre gli estrogeni sembrano fare lo stesso per aree cerebrali associate alle abilità verbali; gli stessi ormoni sembrano anche avere un ruolo nel determinare la lunghezza di indice e anulare». L’indagine ha confermato la sua tesi: le dita di 75 bambini inglesi di sette anni sono state fotografate e misurate per ottenere il prezioso dato della digit ratio, cioè il rapporto fra indice e anulare e questo è stato messo in relazione con i risultati scolastici. Ecco il risultato: un rapporto basso, cioè anulare lungo, quindi elevata esposizione prenatale al testosterone, era associato a migliori performance nei test numerici e minori risultati nell’abilità verbale. Viceversa, un rapporto grande, cioè indice lungo, si riscontrava in bambini con migliori abilità linguistiche. Meno di un anno fa un altro studioso, sempre inglese, con lavoro pubblicato sul British Journal of Sport Medicine, ci spiegava perché Fiona May è diventata Fiona May: merito del suo lungo anulare e del testosterone a cui la campionessa fu esposta nel pancione (altri sostengono che la lunghezza del quarto dito sia invece legata a un fattore genetico). A proposito: anche la tennista Serena Williams ha un super anulare. Precedenti ricerche avevano messo in relazione le misure delle nostre mani con diverse caratteristiche, dall’orientamento sessuale al talento per la musica. Per esempio: secondo e quarto dito della stessa lunghezza rivelano una tendenza all’omosessualità, per uomini e donne. Parità fra secondo e quarto dito si associa, negli uomini, alla depressione. L’anulare lungo e una mano simmetrica corrispondono alla fertilità maschile (così erano le belle mani di Vittorio Gassman), mentre l’anulare lungo rivelerebbe per lui il talento musicale. Nuovi dati vengono periodicamente incrociati da gruppi di studio in tutto il mondo. Le misurazioni continuano (anche a casa? Ieri lo scrittore Antonio Scurati ha rivelato che il suo lungo secondo dito conferma la ricerca inglese). Intanto Brosnan ha iniziato a lavorare sul rapporto fra la lunghezza delle dita e la dislessia.
«Corriere della Sera» del 28 maggio 2007
Nessun commento:
Posta un commento