10 febbraio 2011

Stragi compiute dai titini, dopo 70 anni l'America scopre le foibe e fa un film

Negli Usa si farà un film sulle stragi compiute dai titini. Sceneggiatura affidata a un italiano. L'opera scritta da John Kaylin, (alias Mirko Zeppellini) sarà girata a Trieste Trieste
di Fausto Biloslavo
Il dramma delle foibe potrebbe diventare un film. Almeno questa è l’idea di John Kaylin, un giovane sceneggiatore che lavora a Santa Monica e vuole produrre la pellicola negli Stati Uniti. Nell’impresa lo appoggia la Lega nazionale, storica associazione nata per difendere l’italianità di Trieste e della Venezia Giulia. Lunedì scorso, in vista del 10 febbraio, Giornata del ricordo delle foibe e dell’esodo, il progetto è stato presentato a Los Angeles. Non è mancato l’annuncio roboante: al film lavorerà «un team che ha conta nella sua carriera 12 Oscar e 30 nomination». Le riprese di Foibe, questo il titolo previsto, dovrebbero iniziare a fine 2011 o inizio 2012.
«L’idea mi è venuta una decina di anni fa, durante una visita a Trieste, quando ho sentito parlare per la prima volta delle foibe. Le origini della mia famiglia sono ebraiche e forse ho trovato delle similitudini con l’esodo di istriani, fiumani e dalmati» spiega al Giornale il produttore esecutivo e sceneggiatore di Foibe. Trentaquattro anni, il suo vero nome è Mirko Zeppellini ed è nato a Parma. In Brasile e Stati Uniti ha lavorato a serie famose come ER Medici in prima linea.
Il film sulle foibe sarà girato in gran parte a Trieste e verrà diviso in tre epoche diverse, ma unite da una comune trama. Nel 2011 un docente americano di storia contemporanea racconta agli studenti i tragici eventi delle foibe, le cavità carsiche dove i partigiani jugoslavi di Tito scaraventarono migliaia di italiani. Il secondo periodo storico si snoda fra il 1942 ed il 1949 con alcune storie simbolo, come l’infoibamento della giovane Norma Cossetto, il martirio di Don Luigi Bonifacio e la mattanza dei soldati italiani nei campi di concentramento titini. La terza finestra temporale del film riguarderà il sottotenente Mario Maffi, realmente esistito, che a fine anni Cinquanta, incaricato di una missione segreta, cerca le tracce degli infoibamenti, i luoghi e i nomi delle vittime.
«L’autore e la produzione ci hanno individuato come consulenti storici. L’iniziativa ha la lodevole aspirazione di far conoscere la vicenda delle foibe a tutto il mondo, attraverso le sale cinematografiche, sul modello di Schindler’s List (il film di Spielberg sull’Olocausto, ndr)» dice Paolo Sardos Albertini, presidente della Lega nazionale, che oggi parlerà delle tragedie degli esuli al Consiglio regionale della Toscana.
Kaylin ha preso contatto con l’amministrazione comunale di Trieste e il ministero della Difesa, per poter girare nelle caserme dismesse della città. La voragine della foiba sarà ricostruita in studio. Del budget, ancora segreto, si occupa la Silent production, che punta a un accordo con qualche major americana per la distribuzione della pellicola. Per ora c’è tanto entusiasmo. Durante la presentazione a Los Angeles è stato annunciato che con Kaylin lavorerà il regista inglese John Michael Kane. Nell’impresa è prevista pure la partecipazione di Aldo Signoretti, make-up artist che ha lavorato al Divo di Paolo Sorrentino e ad Apocalypto di Mel Gibson. La scelta di gran parte degli attori inizierà in primavera, anche in Italia. Per ora è stato arruolato Robert Kariakin, lanciato da alcune serie tv negli Stati Uniti, nel ruolo del tenente Maffi che si cala nelle foibe. «Non sarà un kolossal - mette le mani avanti l’autore - e nemmeno un film di guerra, ma come si capirà dal finale il messaggio è di pace».
Ieri è scesa in campo anche la Rai presentando a Trieste il primo documentario in 3D, sulla tragedia delle foibe, realizzato da Roberto Olla. Sembra di essere sull’orlo di una cavità carsica, con Graziano Udovisi, scomparso lo scorso anno, che racconta come è sopravvissuto all’infoibamento.
Una versione di 15 minuti sarà proiettata di continuo al Centro di documentazione della foiba di Basovizza, a due passi da Trieste. Il documentario e altri filmati dell’epoca sono stati consegnati al sindaco del capoluogo giuliano, Roberto Dipiazza, in occasione della manifestazioni per la Giornata del ricordo. «Scusateci, avremmo dovuto farlo prima - ha dichiarato Guido Paglia, direttore della Comunicazione Rai - ma per decenni chi parlava delle foibe era etichettato come fascista in nome di una spaventosa rimozione e di una storiografia a senso unico».
«Il Giornale» del 10 febbraio 2011

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