di Bàrberi Squarotti
Nella sua principale accezione, il termine impressionismo si riferisce alle arti figurative e, precisamente, al movimento nato in Francia fra il 1867 e il 1880: principali esponenti ne sono, inizialmente, pittori come Monet, Renoir, Sisley, Pissarro, Manet e Degas. 11 gruppo raggiunge consapevolezza teorica delle proprie originali caratteristiche quando, tra il 1867 e il 1869, Monet dipinge dal vero en plein air ("all'aria aperta") sulle spiagge della Normandia e cerca poi di riprodurre gli effetti della luce sull'acqua, proponendosi di rappresentare sulla tela ciò che l'occhio realmente vede, ovverosia immagini composte da un insieme di colori, che mutano col variare delle condizioni di luce e che appaio-no indefinite, sfuocate e "non fotografiche". Nel 1874 Degas organizza la prima mostra degli artisti aderenti al nuovo stile nello studio del fotografo Nadar, e in tale occasione entra per la prima volta in uso il termine impressionismo, in guanto il dipinto di Monet intitolato Impressione, sole nascente (1872) viene considerato la sintesi della innovativa tenenza pittorica. La tendenza impressionista influenza altri grandi pittori, fra cui Cézanne e Van Gogh, ed è oggi considerata la premessa della rivoluzione artistica del XX secolo.
Il termine, sempre a partire dalla Francia, alla fine dell'Ottocento è esteso anche alla musica e alla letteratura, in particolare a quelle simboliste, per indicare espressioni artistiche che mirano al superamento di strutture chiaramente definite, allo scopo di puntare, come nei dipinti impressionisti, a rappresentazioni sfumate, cangianti, volutamente indefinite e miranti ad evocare immagini e sensazioni senza precisi contorni. Nell'ambito musicale, il principale esponente dell'impressionismo è ritenuto Claude Debussy; nell'ambito letterario, poeti come Paul Verlaine e Stéphane Mallarmé: quest'ultimo si propone di esprimere nel verso, come scrive all'amico Cazalis, non la cosa, ma l'effetto che essa produce. Il poemetto Il pomeriggio di un fauno, pubblicato nel 1876 da Mallarmé a proprie spese, è considerato il testo base dell'impressionismo letterario e del Simbolismo, in quanto costituito da misteriosi frammenti ricchi di metafore, simboli della belzza fuori dal tempo, indefinibile e velata dalla realtà naturale, considerata pura apparenza e definita foresta di simboli già nella celebre lirica Corrispondenze di Baudelaire, contenuta nella raccolta I fiori del male.
Il primo importante esponente dell'impressionismo e del Simbolismo letterario in Italia è Giovanni Pascoli.
Il termine, sempre a partire dalla Francia, alla fine dell'Ottocento è esteso anche alla musica e alla letteratura, in particolare a quelle simboliste, per indicare espressioni artistiche che mirano al superamento di strutture chiaramente definite, allo scopo di puntare, come nei dipinti impressionisti, a rappresentazioni sfumate, cangianti, volutamente indefinite e miranti ad evocare immagini e sensazioni senza precisi contorni. Nell'ambito musicale, il principale esponente dell'impressionismo è ritenuto Claude Debussy; nell'ambito letterario, poeti come Paul Verlaine e Stéphane Mallarmé: quest'ultimo si propone di esprimere nel verso, come scrive all'amico Cazalis, non la cosa, ma l'effetto che essa produce. Il poemetto Il pomeriggio di un fauno, pubblicato nel 1876 da Mallarmé a proprie spese, è considerato il testo base dell'impressionismo letterario e del Simbolismo, in quanto costituito da misteriosi frammenti ricchi di metafore, simboli della belzza fuori dal tempo, indefinibile e velata dalla realtà naturale, considerata pura apparenza e definita foresta di simboli già nella celebre lirica Corrispondenze di Baudelaire, contenuta nella raccolta I fiori del male.
Il primo importante esponente dell'impressionismo e del Simbolismo letterario in Italia è Giovanni Pascoli.
Postato il 17 febbraio 2011
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