di Giuseppe Granieri
Parlando di libri digitali, sempre più al presente e sempre meno al futuro, continua la tradizione dei «titoli di guerra». E si identificano sempre più i fronti del conflitto con i due maggiori contendenti: Apple e Amazon, o -per usare qualcosa di simile ad una metonimia- Kindle e iPad. Tra gli esempi di questa settimana, El Pais ha un articolo di Francis Pisani intitolato La guerra del Libro Digital.
«L'esperienza di un consumatore compulsivo», scrive Pisani concludendo l'articolo sull'importante testata spagnola, «può servire a qualcosa. Dopo aver comprato uno dei primi Kindle, non ho potuto resistere all'iPad. Da allora ho abbandonato il lettore di ebook nato solo per quello scopo, per la stessa ragione per cui tutti abbiamo lasciato la televisione in bianco e nero per quella a colori. Però l'ironia è che sul mio iPad leggo libri comprati su Amazon. Lo facevo già da prima: l'offerta è migliore e i prezzi sono più convenienti. Così sul mio iPad, capace di fare tante cose quasi quanto un computer, leggo i miei libri di Amazon. Apple ha lo strumento migliore, Amazon il contenuto migliore».
Lo stesso concetto era stato espresso, in forma più analitica, da Matt Buchanan su Gizmodo. Il pezzo, intitolato Why I Only Buy Kindle Books, ragiona su come -in realtà- vi siano due scelte possibili, guardando all'ebook. La prima è quella di comprare un lettore agnostico, ovvero un lettore in grado di leggere tutti i formati indipendentemente da dove provengano e da dove siano acquistati.
La seconda è fare un investimento di lungo termine in una piattaforma e in un servizio, avendoli sempre a disposizione indipendentemente dal tipo di device che si utilizza. Almeno tra quelli compatibili con la piattaforma. «Io tendo per la seconda soluzione», conclude Buchanan ed esprime la sua fiducia per Amazon come miglior servizio.
Certo, la scelta dell'hardware non seguirà una regola comune e ognuno di noi finirà per utilizzare il lettore che più trova comodo o che ha maggior coerenza con le aspettative. «Non c'è una regola generale per l'adozione delle tecnologie», ricordava giustamente il Professor Antinucci a Viterbo, «e non è sempre la migliore tecnologia quella che viene adottata». Ci sono tanti esempi, dal Betamax (migliore del VHS eppure perdente) alla diffusione dei PC a danno dei primi Macintosh, che pure erano molto più avanti. E la cosa è dimostrata, raccontavo io, dal fatto che sono un lettore forte e uso l'Ipad, ma anche dal fatto che sono un motociclista e guido una vecchia Guzzi, invece dell'ultimo modello più performante.
Ci sono tanti fattori che determineranno mille scelte diverse: fattori emozionali, razionali, irrazionali, estetici, affettivi, economici. Ciascuno di noi, alla fne, leggerà con l'oggetto che preferisce, e il mercato sta già assecondando questa tendenza.
Così, sul fronte della «guerra dei libri», da un lato Apple deve migliorare (e molto) il suo iBookstore. Dall'altro la tecnologia e-ink deve crescere e guadagnare appeal. E forse non basterà abbassare i prezzi, che pure stanno crollando in maniera drammatica e stanno rendendo sempre più conveniente comprare un lettore hardware rispetto ai libri di carta.
Ma probabilmente è questione di poco per vedere qualcosa di nuovo. E qui c'è qualche esempio di come potrebbe essere.
«L'esperienza di un consumatore compulsivo», scrive Pisani concludendo l'articolo sull'importante testata spagnola, «può servire a qualcosa. Dopo aver comprato uno dei primi Kindle, non ho potuto resistere all'iPad. Da allora ho abbandonato il lettore di ebook nato solo per quello scopo, per la stessa ragione per cui tutti abbiamo lasciato la televisione in bianco e nero per quella a colori. Però l'ironia è che sul mio iPad leggo libri comprati su Amazon. Lo facevo già da prima: l'offerta è migliore e i prezzi sono più convenienti. Così sul mio iPad, capace di fare tante cose quasi quanto un computer, leggo i miei libri di Amazon. Apple ha lo strumento migliore, Amazon il contenuto migliore».
Lo stesso concetto era stato espresso, in forma più analitica, da Matt Buchanan su Gizmodo. Il pezzo, intitolato Why I Only Buy Kindle Books, ragiona su come -in realtà- vi siano due scelte possibili, guardando all'ebook. La prima è quella di comprare un lettore agnostico, ovvero un lettore in grado di leggere tutti i formati indipendentemente da dove provengano e da dove siano acquistati.
La seconda è fare un investimento di lungo termine in una piattaforma e in un servizio, avendoli sempre a disposizione indipendentemente dal tipo di device che si utilizza. Almeno tra quelli compatibili con la piattaforma. «Io tendo per la seconda soluzione», conclude Buchanan ed esprime la sua fiducia per Amazon come miglior servizio.
Certo, la scelta dell'hardware non seguirà una regola comune e ognuno di noi finirà per utilizzare il lettore che più trova comodo o che ha maggior coerenza con le aspettative. «Non c'è una regola generale per l'adozione delle tecnologie», ricordava giustamente il Professor Antinucci a Viterbo, «e non è sempre la migliore tecnologia quella che viene adottata». Ci sono tanti esempi, dal Betamax (migliore del VHS eppure perdente) alla diffusione dei PC a danno dei primi Macintosh, che pure erano molto più avanti. E la cosa è dimostrata, raccontavo io, dal fatto che sono un lettore forte e uso l'Ipad, ma anche dal fatto che sono un motociclista e guido una vecchia Guzzi, invece dell'ultimo modello più performante.
Ci sono tanti fattori che determineranno mille scelte diverse: fattori emozionali, razionali, irrazionali, estetici, affettivi, economici. Ciascuno di noi, alla fne, leggerà con l'oggetto che preferisce, e il mercato sta già assecondando questa tendenza.
Così, sul fronte della «guerra dei libri», da un lato Apple deve migliorare (e molto) il suo iBookstore. Dall'altro la tecnologia e-ink deve crescere e guadagnare appeal. E forse non basterà abbassare i prezzi, che pure stanno crollando in maniera drammatica e stanno rendendo sempre più conveniente comprare un lettore hardware rispetto ai libri di carta.
Ma probabilmente è questione di poco per vedere qualcosa di nuovo. E qui c'è qualche esempio di come potrebbe essere.
«La Stampa» del 1 luglio 2010
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