Quale il possibile ruolo del web rispetto all’informazione offerta su carta e iPad?
di Piero Macri
Web, carta stampata e digital edition: il sito, il giornale, l’iPad. Gli editori tendono a differenziare i canali d’informazione attraverso tre diversi media. In generale, per la maggior parte delle testate, l’introduzione della versione iPad ha significato traslare l’impostazione cartacea sul dispositivo elettronico, mantenendone inalterata la struttura originaria: si sfoglia il giornale, si sfoglia l’iPad. In definitiva si rende possibile la lettura di uno stesso contenuto sull’uno o sull’altro media. La coerenza dell’uno e dell’altro modello è associata anche al costo: nessuno ha mai immaginato di rendere disponibili giornali o riviste su iPad gratuitamente, si è seguita la logica che appartiene alla carta stampata. Contenuti a pagamento, quindi, nell’uno o nell’altro caso, e la grande speranza che un domani la versione digitale possa rappresentare il futuro dell’editoria.
Nessun dubbio da parte degli editori su come sfruttare le potenzialità delle edizioni digitali: iPad ed e-book (Kindle o succedanei) sono gli strumenti che si rivelano più vicini alla filosofia di mercato dell’establishment editoriale tradizionale. La carta sarà sempre la carta e la versione digitale sarà sempre la versione digitale, il parente più stretto. Potrà esserci innovazione in entrambi i comparti, ma il modello di business non è messo e non sarà messo in discussione. E il web? Come si posiziona l’informazione online nei confronti di carta e lettori elettronici? La discriminante per comprendere come potrà evolvere la tipologia di contenuti proposta su online è in larga misura dipendente dalla scelta che gli editori hanno fatto o faranno in termini di accesso a pagamento.
Per i giornali che hanno da sempre proposto una formula a pagamento, vale a dire quelli specializzati in informazione finanziaria ed economica, riservati in particolar modo a un’utenza professionale, il web offrirà contenuti e servizi sempre più ampi di quelli offerti dalle edizioni cartacee ed elettroniche. Il WSJ, per esempio, ha iniziato da qualche mese a offrire all’utenza privata – inizialmente era dedicata esclusivamente alle aziende – un servizio premium associato al motore di ricerca Factiva, di proprietà del Dow Jones, che consente di avere un’estensione ulteriore rispetto all’informazione cui si può accedere tramite l’abbonamento base. Un sistema efficace ed efficiente, che permette di leggere anche notizie ed articoli a pagamento proposti da altri soggetti editoriali, Economist e Financial Times per esempio.. Il Web, in questo caso, diventa un modo pera garantire al lettore informazioni supplementari rispetto a quanto offerto dalla carta o dall’analoga versione digitale elettronica. Ed è un modello cui in teoria dovrebbero tendere tutti coloro che impostano un sistema a pagamento, anche le testate generaliste: creare su internet una modalità di informazione differenziata rispetto a quanto offerto su carta. In questo caso l’online diventa un media differente rispetto ai contenuti proposti su su carta e iPad.
In definitiva, l’esistenza di una versione digitale che proietta il prodotto cartaceo in un contenitore alternativo, ma uguale nei contenuti, lascia spazio a una ricerca per impostare su web un percorso informativo originario, differente dalla carta, differente dalla digital edition. Per i giornali che continueranno a perseguire un modello di gratuità di accesso ai contenuti del sito e che al contempo manterranno in essere edizioni cartacee e digitali, potrà significare rendere disponibili notizie e articoli che non scendono allo stesso livello di profondità di quello garantito dalle edizioni a pagamento. Notizie, quindi, brevi e veloci, effetti multimediali, contenuti che tendono a fare convergere sul sito il maggior numero di utenti coerentemente con la logica di business di Internet che equivale alla equazione “più lettori, più pubblicità”.
Un segnale che il Nieman Journalism Lab individua nella politica intrapresa da Time Magazine. Da qualche tempo, il sito online della prestigiosa rivista americana, pur continuando a offrire un ricco volume di contenuti fruibili gratuitamente, per quanto riguarda gli articoli pubblicati nell’edizione cartacea, e conseguentemente disponibili sulla versione iPad, propone soltanto un asbtract degli stessi, invitando il visitatore interessato a leggere l’intero contenuto a sottoscrivere un abbonamento all’una o all’altra edizione. Articoli considerati a più alto valore vengono proposti esclusivamente su carta e iPad, gli unici media attualmente a pagamento per Time Magazine.
Nessun dubbio da parte degli editori su come sfruttare le potenzialità delle edizioni digitali: iPad ed e-book (Kindle o succedanei) sono gli strumenti che si rivelano più vicini alla filosofia di mercato dell’establishment editoriale tradizionale. La carta sarà sempre la carta e la versione digitale sarà sempre la versione digitale, il parente più stretto. Potrà esserci innovazione in entrambi i comparti, ma il modello di business non è messo e non sarà messo in discussione. E il web? Come si posiziona l’informazione online nei confronti di carta e lettori elettronici? La discriminante per comprendere come potrà evolvere la tipologia di contenuti proposta su online è in larga misura dipendente dalla scelta che gli editori hanno fatto o faranno in termini di accesso a pagamento.
Per i giornali che hanno da sempre proposto una formula a pagamento, vale a dire quelli specializzati in informazione finanziaria ed economica, riservati in particolar modo a un’utenza professionale, il web offrirà contenuti e servizi sempre più ampi di quelli offerti dalle edizioni cartacee ed elettroniche. Il WSJ, per esempio, ha iniziato da qualche mese a offrire all’utenza privata – inizialmente era dedicata esclusivamente alle aziende – un servizio premium associato al motore di ricerca Factiva, di proprietà del Dow Jones, che consente di avere un’estensione ulteriore rispetto all’informazione cui si può accedere tramite l’abbonamento base. Un sistema efficace ed efficiente, che permette di leggere anche notizie ed articoli a pagamento proposti da altri soggetti editoriali, Economist e Financial Times per esempio.. Il Web, in questo caso, diventa un modo pera garantire al lettore informazioni supplementari rispetto a quanto offerto dalla carta o dall’analoga versione digitale elettronica. Ed è un modello cui in teoria dovrebbero tendere tutti coloro che impostano un sistema a pagamento, anche le testate generaliste: creare su internet una modalità di informazione differenziata rispetto a quanto offerto su carta. In questo caso l’online diventa un media differente rispetto ai contenuti proposti su su carta e iPad.
In definitiva, l’esistenza di una versione digitale che proietta il prodotto cartaceo in un contenitore alternativo, ma uguale nei contenuti, lascia spazio a una ricerca per impostare su web un percorso informativo originario, differente dalla carta, differente dalla digital edition. Per i giornali che continueranno a perseguire un modello di gratuità di accesso ai contenuti del sito e che al contempo manterranno in essere edizioni cartacee e digitali, potrà significare rendere disponibili notizie e articoli che non scendono allo stesso livello di profondità di quello garantito dalle edizioni a pagamento. Notizie, quindi, brevi e veloci, effetti multimediali, contenuti che tendono a fare convergere sul sito il maggior numero di utenti coerentemente con la logica di business di Internet che equivale alla equazione “più lettori, più pubblicità”.
Un segnale che il Nieman Journalism Lab individua nella politica intrapresa da Time Magazine. Da qualche tempo, il sito online della prestigiosa rivista americana, pur continuando a offrire un ricco volume di contenuti fruibili gratuitamente, per quanto riguarda gli articoli pubblicati nell’edizione cartacea, e conseguentemente disponibili sulla versione iPad, propone soltanto un asbtract degli stessi, invitando il visitatore interessato a leggere l’intero contenuto a sottoscrivere un abbonamento all’una o all’altra edizione. Articoli considerati a più alto valore vengono proposti esclusivamente su carta e iPad, gli unici media attualmente a pagamento per Time Magazine.
«L’Osservatorio europeo di giornalismo» del 12 luglio 2010
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