A fil di rete
di Aldo Grasso
Il successo di «Da Da Da»: dagli archivi della tv pubblica
Sorpresa estiva: fra improbabili premi officiati in video e repliche d'ogni tipo, il programma più seguito nella fascia prime time è fatto di pezzi d'archivio, quel grande tesoro (ancora in gran parte inesplorato) che si chiama Teche Rai. Terreno sul quale, per evidenti ragioni storiche, la tv di servizio pubblico non ha rivali. La notizia è questa: Da Da Da, quaranta minuti di spettacolo tratto dal repertorio televisivo e cinematografico nazionale, occupa saldamente la prima posizione nel «ranking», la classifica settimanale. Gli spettatori medi nell'arco della settimana lavorativa sono stati 4.224.000, lo share ha raggiunto il 23,6%, con un picco, mercoledì, di quasi quattro milioni e mezzo. Nell'ultima settimana, insomma, si sono raggiunti livelli paragonabili all'ultima edizione di SuperVarietà (22,4% nell'estate del 2009), rispetto al quale Da Da Da propone percorsi tematici più marcati. Anche d'estate, l'access prime time ha il compito di traghettare pubblico dal telegiornale alla programmazione di prima serata, e un veloce appuntamento col fior da fiore dello spettacolo di un tempo sembra funzionare. Anche meglio dell'attuale edizione di Velone che, dall'inizio della stagione estiva, è fermo al 17% di share, pur avendo migliorato, questa settimana, la sua performance (raggiungendo il 20%). Naturalmente il pregio maggiore del programma sta nel suo costo limitatissimo, che s'adatta alla bassa stagione estiva ma consente di tenere alto lo share. A seguire il programma c'è un pubblico misto, fatto di uomini e donne, con età superiore a 45 anni, catalizzato dal piacere della nostalgia (sfruttata, in queste settimane, anche da Mitici '80, su Italia 1, che punta però su spettatori più giovani).
In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel
«Il Corriere della Sera» del 26 luglio 2010
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