11 aprile 2010

Università, lezione di e su Twitter: il web-learning sbarca in Italia

Dai corsi in podcast agli archivi aperti 24 ore su 24 e accessibili gratis
di Rosalba Castelletti
Crescono le forme di apprendimento e forniture di servizi online
Stanno per finire i tempi in cui bisognava girare le aule universitarie a caccia degli appunti delle lezioni mancate in vista di un esame o setacciare gli scaffali delle biblioteche alla ricerca del volume indispensabile per la bibliografia della propria tesi. Adesso si può fare tutto, o quasi, dal proprio computer di casa. Dai podcast delle lezioni su "iTunes U", dai servizi su social network agli archivi elettronici come ArXiv, crescono le iniziative d'interazione tra Università e web.
Nel 2007, al lancio negli Usa, erano appena 16 le istituzioni a offrire gratuitamente su iTunes U - l'area dedicata all'interno dello store online di Apple - gli audio e i video di corsi, laboratori, singole lezioni, letture in lingua straniera, etc. Oggi sono oltre 600 sparse in 18 Paesi. Tra queste anche la Federico II di Napoli, il primo ateneo italiano ad avere aperto un proprio canale accanto a quello delle Università di Oxford, Cambridge e Yale. "Il tutto secondo la filosofia "Open Access". Non servono password. Chiunque, anche un semplice curioso, può accedere ai contenuti", precisa il professore Mauro Calise, direttore scientifico del progetto Federica, la piattaforma di web-learning dell'ateneo che a un anno dalla sua presentazione conta già 10mila utenti unici giornalieri da 108 Paesi diversi.
C'è poi chi si affida anche ai social network. Se sulle pagine ufficiali delle maggiori Università su Facebook, gli studenti possono oramai trovare veri "servizi di sportello", i 25 allievi del Master di secondo livello in Diritto del Lavoro e relazioni industriali inaugurato a gennaio dall'Università Statale di Milano sono stati obbligati a creare un proprio profilo su Twitter. La loro valutazione si baserà anche sulla loro capacità di interagire tra loro e con il docente sul sito di microblogging.
Anche l'archivio di pubblicazioni scientifiche arXiv si espande in proporzioni vertiginose: sviluppato nel 1991 dal professore Paul Ginsparg della Cornell University, attualmente contiene oltre 595mila articoli, nell'ultimo mese ha ricevuto 6000 nuove proposte e solo ieri è stato visitato da circa un milione e 500mila persone. Numeri che fanno concorrenza alle riviste scientifiche per due motivi: il primo, la gratuità dell'accesso gratuito per chi vuole leggere e pubblicare contro gli esosi costi degli abbonamenti scientifici; secondo, la pubblicazione in tempo reale di una ricerca in tutto il mondo contro i lunghi tempi di selezione e pubblicazione dei periodici.
Sulla scia di Ginsparg, anche le Università stanno aprendo i loro archivi creando delle biblioteche digitali dove poter leggere gratuitamente pubblicazioni accademiche e articoli scientifici, come le italiane Alm@ - Dl dell'Università di Bologna, UnissResearch dell'Università di Sassari o Padis della Sapienza. L'obiettivo è sempre lo stesso: una diffusione del sapere gratuita e accessibile a tutti illimitatamente 24 ore su 24, sette giorni su sette.
"La nuova frontiera dell'apprendimento è il web-learning, ossia la forza dell'e-learning trasferita in un ambiente di rete", commenta il professor Calise, convinto che una delle vie più efficaci per parlare alla nuova generazione di studenti "nativi digitali" sia proprio questa: "sfruttare la ricchezza della rete".
«La Repubblica» del 10 aprile 2010

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