Un talk show americano fa la verifica in diretta delle cose dette dagli ospiti. Risultati piccanti
s. i. a.
Immaginate un “Porta a Porta” o un “Annozero” in cui gli ospiti partecipano alla trasmissione ciascuno collegato a una macchina della verità che in tempo reale certifica se ciò che stanno dicendo sia vero, mezzo vero o una bugia. Roba da svuotare gli studi all’istante. Ma gli americani, con la loro fissazione per un giornalismo di rigore anziché di spettacolo – almeno nelle intenzioni –, provano sul serio a fare qualcosa del genere. L’idea è venuta a Jay Rosen, docente di giornalismo alla NY University e paladino del “citizen journalism”, il giornalismo partecipativo. Il suggerimento è stato raccolto da Jake Tapper, l’inviato alla Casa Bianca conduttore ad interim di “This Week” su Abc la domenica mattina (dal prossimo agosto passerà in gestione alla superstar Christiane Amanpour). “Ho invitato il sito web PolitiFact, premiato lo scorso anno col Pulitzer, a verificare le interviste che presentiamo nel nostro programma – ha detto Tapper – L’idea è di verificare le affermazioni fatte dai nostri ospiti in trasmissione, e offrirvi rapidamente sui siti di ‘This Week’ e Politifact.com un’accurata analisi di tutto ciò che è stato detto”. Il primo esperimento è andato in onda domenica scorsa: sette ore dopo la messa in onda del programma, sui siti è apparso il verdetto, emesso attraverso la classificazione che è il marchio di PolitiFact (un ago posizionato su una scala a quattro valori, ribattezzata Truth-O-Meter, veritometro: “vero”, “mezza verità”, “falso”, “balla clamorosa”).
In relazione all’avvento del Truth-O-Meter, è stato rispolverato un episodio di gennaio, allorché l’ex ragazzo prodigio Stephanopoulos si sentì candidamente affermare da Rudolph Giuliani che l’America, sotto l’Amministrazione di G.W. Bush, non aveva subito alcun attacco terroristico sul proprio suolo, dimenticando l’11 settembre 2001. Una balla spaziale, secondo la classificazione di PolitiFact, alla quale però George Stephanopoulos non replicò, troppo concentrato nelle sue mansioni di conduttore (si sarebbe scusato più tardi).
L’11 aprile “This Week” ha ospitato il segretario di stato Hillary Clinton, quello della Difesa Robert Gates, il senatore democratico Chuck Schumer e quello repubblicano Jon Kyl. I risultati del veritometro: tutti gli ospiti viaggiano sulla mezza verità. L’inizio è promettente e le potenzialità dell’esperimento sono in bella vista. Basti dire che la rubrica di maggior successo del sito PolitiFact è l’Obama-meter, specializzato nell’appurare quante delle 501 promesse pronunciate da Obama in campagna elettorale stiano trovando realizzazione. I numeri a oggi: 108 mantenute, 19 rotte, 34 sottoposte a compromesso, 83 in stallo e 257 in corso d’opera. Mica male.
In relazione all’avvento del Truth-O-Meter, è stato rispolverato un episodio di gennaio, allorché l’ex ragazzo prodigio Stephanopoulos si sentì candidamente affermare da Rudolph Giuliani che l’America, sotto l’Amministrazione di G.W. Bush, non aveva subito alcun attacco terroristico sul proprio suolo, dimenticando l’11 settembre 2001. Una balla spaziale, secondo la classificazione di PolitiFact, alla quale però George Stephanopoulos non replicò, troppo concentrato nelle sue mansioni di conduttore (si sarebbe scusato più tardi).
L’11 aprile “This Week” ha ospitato il segretario di stato Hillary Clinton, quello della Difesa Robert Gates, il senatore democratico Chuck Schumer e quello repubblicano Jon Kyl. I risultati del veritometro: tutti gli ospiti viaggiano sulla mezza verità. L’inizio è promettente e le potenzialità dell’esperimento sono in bella vista. Basti dire che la rubrica di maggior successo del sito PolitiFact è l’Obama-meter, specializzato nell’appurare quante delle 501 promesse pronunciate da Obama in campagna elettorale stiano trovando realizzazione. I numeri a oggi: 108 mantenute, 19 rotte, 34 sottoposte a compromesso, 83 in stallo e 257 in corso d’opera. Mica male.
«Il Foglio» del 16 aprile 2010
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