La promessa di Steve Jobs: "Con le mie invenzioni cambierò il vostro futuro". L'utente Apple passa 30 minuti al giorno sulle sue applicazioni: sono un miliardo di contatti per chi fa pubblicità
di Paolo Pontoniere
Un tempo Steve Jobs non concedeva interviste: parlare con lui per i giornalisti era quasi impossibile. Ma oggi, forse a causa dei cambiamento provocato dalla battaglia col cancro al fegato, o grazie alla strategia di lancio dell'iPad, ultimo prodotto Apple, Jobs è più aperto e si presta più facilmente. Una prova di questa trasformazione l'hanno avuta i giornalisti che ieri hanno partecipato al lancio del sistema operativo OS4 per l'iPhone: alla fine della presentazione Jobs s'è intrattenuto con un gruppo ristretto di corrispondenti rispondendo alle loro domande. Di seguito un riassunto della conversazione.
E' soddisfatto del lancio dell'iPad?
"450mila esemplari venduti in meno di tre giorni, come potremmo non essere soddisfatti? Anche Walt Mossberg (editorialista del Wall Street Journal, NdR.) che in genere è durissimo con noi è contento. L'iPad cambia irreversibilmente il panorama del mondo dell'informatica contemporanea".
Perché?
"Non è solo una questione di hardware ma anche di software. Per esempio in tre giorni gli utenti hanno scaricato oltre 25mila iBook. Contando ci sono oltre 185mila applicazioni disponibili, non c'è angolo del web dove l'iPad non possa arrivare".
Ma Apple non è l'unica a offrire applicazioni...
"iPad ha la potenzialità di raggiungere 85 milioni di consumatori: noi vogliamo offrire applicazioni che li aiutino e non che creino problemi".
Il lancio di iAd - la nuova piattaforma pubblicitaria che inserirà sulle applicazioni dei dispositivi mobili della Apple i messaggi degli inserzionisti - segna l'ingresso di Apple nel campo della pubblicità mobile: quali sono i vostri piani in materia?
"Stiamo rispondendo alle pressioni del settore: sia i programmatori che le agenzie pubblicitarie lamentavano da tempo la mancanza di mezzi per produrre spot pubblicitari per l'iPhone che fossero veramente espressivi: iAd vuole colmare questa lacuna e dare la possibilità ai nostri sviluppatori di fare soldi sulle loro applicazioni. Molti oggi le cedono per pochi spiccioli: ma in questo modo gran parte degli introiti andranno a loro".
Questa non è la prima volta che provate a lanciarvi nel campo della pubblicità.
"E' vero, qualche tempo fa cercammo di acquistare AdMob, che è la più grande agenzia pubblicitaria per il mercato mobile, ma Google ce la soffiò all'ultimo momento. Successivamente abbiamo acquistato Quattro Wireless, un'agenzia pubblicitaria più piccola ma d'avanguardia. Ora pensiamo di essere riusciti a produrre una proposta che avanzerà il discorso pubblicitario a livello planetario".
Perché ritenete che l'iPhone e l'iPad siano una buona piattaforma pubblicitaria?
"Questione di numeri. Presto nel mondo ci saranno oltre 100 milioni di iPhone. Gran parte dell'attività mobile degli utenti dei prodotti Apple si svolge sulle applicazioni: in genere ogni utente le usa per 30 minuti al giorno. Se 10 spot pubblicitari appaiono su ognuno di quei telefoni, si ottengono 1 miliardo di contatti giornalieri tra consumatore e pubblicitario. Inutile sottolineare che il potere economico di questo dato".
Dunque le applicazioni sono centrali alla vostra visione per il futuro...
"Sì. Il futuro di Internet è sempre più mobile. E si muove sempre di più in direzione del social networking. Quello su cui noi lavoriamo è una proposta unificante: con i nostri prodotti cerchiamo di dare una piattaforma che sia utile per tutto ciò che è social networking. Qualcosa che sia unificante e permetta a chi vuole tenersi in contatto con i suoi conoscenti, familiari e colleghi di non doversi recare su cinque o sei siti Internet diversi".
E' soddisfatto del lancio dell'iPad?
"450mila esemplari venduti in meno di tre giorni, come potremmo non essere soddisfatti? Anche Walt Mossberg (editorialista del Wall Street Journal, NdR.) che in genere è durissimo con noi è contento. L'iPad cambia irreversibilmente il panorama del mondo dell'informatica contemporanea".
Perché?
"Non è solo una questione di hardware ma anche di software. Per esempio in tre giorni gli utenti hanno scaricato oltre 25mila iBook. Contando ci sono oltre 185mila applicazioni disponibili, non c'è angolo del web dove l'iPad non possa arrivare".
Ma Apple non è l'unica a offrire applicazioni...
"iPad ha la potenzialità di raggiungere 85 milioni di consumatori: noi vogliamo offrire applicazioni che li aiutino e non che creino problemi".
Il lancio di iAd - la nuova piattaforma pubblicitaria che inserirà sulle applicazioni dei dispositivi mobili della Apple i messaggi degli inserzionisti - segna l'ingresso di Apple nel campo della pubblicità mobile: quali sono i vostri piani in materia?
"Stiamo rispondendo alle pressioni del settore: sia i programmatori che le agenzie pubblicitarie lamentavano da tempo la mancanza di mezzi per produrre spot pubblicitari per l'iPhone che fossero veramente espressivi: iAd vuole colmare questa lacuna e dare la possibilità ai nostri sviluppatori di fare soldi sulle loro applicazioni. Molti oggi le cedono per pochi spiccioli: ma in questo modo gran parte degli introiti andranno a loro".
Questa non è la prima volta che provate a lanciarvi nel campo della pubblicità.
"E' vero, qualche tempo fa cercammo di acquistare AdMob, che è la più grande agenzia pubblicitaria per il mercato mobile, ma Google ce la soffiò all'ultimo momento. Successivamente abbiamo acquistato Quattro Wireless, un'agenzia pubblicitaria più piccola ma d'avanguardia. Ora pensiamo di essere riusciti a produrre una proposta che avanzerà il discorso pubblicitario a livello planetario".
Perché ritenete che l'iPhone e l'iPad siano una buona piattaforma pubblicitaria?
"Questione di numeri. Presto nel mondo ci saranno oltre 100 milioni di iPhone. Gran parte dell'attività mobile degli utenti dei prodotti Apple si svolge sulle applicazioni: in genere ogni utente le usa per 30 minuti al giorno. Se 10 spot pubblicitari appaiono su ognuno di quei telefoni, si ottengono 1 miliardo di contatti giornalieri tra consumatore e pubblicitario. Inutile sottolineare che il potere economico di questo dato".
Dunque le applicazioni sono centrali alla vostra visione per il futuro...
"Sì. Il futuro di Internet è sempre più mobile. E si muove sempre di più in direzione del social networking. Quello su cui noi lavoriamo è una proposta unificante: con i nostri prodotti cerchiamo di dare una piattaforma che sia utile per tutto ciò che è social networking. Qualcosa che sia unificante e permetta a chi vuole tenersi in contatto con i suoi conoscenti, familiari e colleghi di non doversi recare su cinque o sei siti Internet diversi".
«La Repubblica» del 10 aprile 2010
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