17 aprile 2010

Sapere al silicio

I lemmi del mondo in un click
di Benedetto Vecchi
La storia di Wikipedia raccontata dallo studioso Andrew Lih in un libro pubblicato da Codice edizioni. Un esempio di cooperazione sociale e condivisione della conoscenza letto con la lente del «dono», come fanno Marco Aime e Anna Cossetta nel saggio «Il dono al tempo di Internet»
In un'epoca di passioni tristi come quella attuale, la storia di un'esperienza di successo nella Rete ha l'insopportabile capacità di far diventare evento ciò che è invece routine della vita on-line. Così, Wikipedia, l'enciclopedia on-line più usata al mondo, è descritta come una novella Biblioteca di Alessandria, sebbene sia il risultato di quelle condivisioni e attività cooperative senza le quali la Rete non sarebbe mai diventata il potente medium comunicativo che è. Cresciuta, al pari di molte altre realtà di Internet, grazie all'attività gratuità di volontari, Wikipedia doveva essere, nelle intenzioni del suo fondatore, Jimmy Wales, uno strumento che consente l'accesso libero alla conoscenza sedimentata nel corso dei secoli, meglio dei millenni dall'umanità.
Versione al silicio del sogno di una biblioteca universale, Wikipedia non è tuttavia quell'albero della conoscenza prodotta dalla storia umana, bensì un enciclopedia che fornisce informazioni di base su molti argomenti, alimentando però vivaci discussioni sulla sua attendibilità, visto che molte delle voci che la compongono sono state spesso scritte da absolute beginners, cioè da uomini e donne che coltivano l'hobby dello studio delle discipline che scandiscono la tassonomia del sapere umano. Caratteristica che non riesce tuttavia a ridimensionare il suo fascino e il suo successo. Wikipedia infatti è uno dei siti più visitati da quel miliardo e mezzo di persone che si connettono alla Rete, mentre una rivista accreditata come Nature ha stabilito che le sue «voci», dopo averle fatte esaminare da «esperti», sono in media meglio aggiornate e accurate di quelle proposte dalla prestigiosa Enciclopedia Britannica. Oltre alla rapidità di aggiornamento - una voce viene mediamente «revisionata» più volte nel corso di un anno -, Wikipedia, a differenza di quella inglese, è totalmente gratuita.
Il sogno antiutilitarista
Come possa essere avvenuto questo «miracolo» lo spiega La rivoluzione di Wikipedia dello studioso Andrew Lih (Codice edizioni, pp. 290, euro 25). Il titolo del libro trae però in inganno, perché Wikipedia è stata tutto meno che una rivoluzione, anche se diventata un'esperienza esemplificatrice di come Internet, ma più in generale di come tutte le tecnologie digitali della comunicazione hanno modificato la produzione e la circolazione della conoscenza grazie alla cooperazione e condivisione delle informazioni e del sapere: una collaborazione spesso letta attraverso le lenti della teoria del dono sviluppata dallo studioso Marcel Mauss e poi articolata dalla scuola antiutilitarista francese, come d'altronde propongono di fare Marco Aime e Anna Cossetta ne Il dono al tempo di Internet (Einaudi, pp. 121, euro 10). I due studiosi, antropologo il primo, economista la seconda, sostengono che la logica del dono, proprio a partire dall'esperienza di Internet, garantisce la produzione di un rinnovato legame sociale, consentendo così la riconciliazione tra economia e società assieme allo sviluppo di un modo di produzione potenzialmente alternativo a quello capitalistico dominante nelle società contemporanee.
Wikipedia sarebbe quindi sinonimo di una wikinomics che travolge le regole auree dell'agire economico senza intaccare la madre di tutte le leggi, quella del mercato, come hanno sostenuto Don Tapscott e Anthony D. Williams nel loro saggio giunto alla versione 2.0 e pubblicato in Italia da Rizzoli (Wikinomics. La collaborazione di massa che sta cambiando il mondo). Don Tapscott e Anthony D. Williams interpretano però Wikipedia, il file sharing, i social network, il freesoftware e l'open source attraverso una versione addomestica la teoria del dono. A differenza di Mauss e della scuola antiutilitarista, la logica del dono diviene infatti la chiave di accesso a una realtà economica e sociale dove l'economia di mercato è compatibile con un legame sociale basato appunto sulla cooperazione tra pari. L'aumento di produttività, una tendenza costante all'innovazione, fanno cioè della cooperazione sociale una sorta di modello produttivo che il capitalismo è riuscito a piegare alla sua logica.
L'esercito dei maestri ignoranti
La rivoluzione di Wikipedia di Andrew Lih chiarisce però che l'organizzazione del lavoro di questa enciclopedia on-line ha ben poco di improvvisato. Prevede infatti l'applicazione della metodologia dominante negli Stati Uniti per la revisione delle ricerche scientifiche, mentre nei gruppi di lavoro accanto ai «principianti» ci sono docenti universitari, ricercatori e professionisti, anche se è indubbio che gran parte dei volontari hanno tutt'al più una formazione universitaria. Dunque ciò che emerge dalla storia di Wikipedia è che la produzione di conoscenza è un processo sociale e non è di competenza solo di specialisti. Una piccola verità che smentisce l'ideologia dominante che guarda ancora al sapere come un «oggetto» che può essere manipolato solo di chi è depositario di non si sa quale capacità particolare.
Nella produzione di conoscenza siamo cioè tutti «maestri ignoranti», come ha a suo tempo sostenuto il filosofo francese Jacques Ranciere. Rimane però da chiarire, per quanto riguarda Wikipedia, le dinamiche che portano un argomento ad avere una notabilità - che merita cioè di essere inserito in una enciclopedia - e l'affidabilità dei contenuti presentati. Una ipotesi per chiarirle mette in conto il fatto che le relazioni sociali hanno sempre una storia alle spalle e risentono dello spirito del tempo. Così, se una voce riguarda argomenti scientifici, le tecniche di controllo, verificabilità e accuratezza seguono le metodologie definite dalla comunità scientifica. Diverso è il caso per quelle voci che hanno a che fare con quelle discipline che solitamente sono definite «umaniste» e che spesso su Wikipedia sono sviluppate in maniera che definire banali è un complimento. Il conformismo o il «politicamente corretto» sono inoltre incentivate dal rispetto di una delle regole di base di Wikipedia, cioè quello di assumere un «punto di vista neutrale». Ma invocare la neutralità, per quanto riguarda la conoscenza, è già adesione a un metodo cosiddetto avalutativo che tendono a legittimare i rapporti di potere dominanti.
L'effetto piranha
Problemi che sono stati ampiamente dibattuti nel gruppo che doveva sviluppare un prototipo di enciclopedia on-line. Oltre a Jimmy (Jimbo) Wales c'era un laureato in filosofia, Larry Sanger, tanto pignolo quanto persuaso che un'enciclopedia dovesse basarsi sul lavoro dei volontari coordinati però da riconosciuti «specialisti della materia». I tempi di produzione delle voci si protraevano nel tempo e la produttività del progetto tendeva allo zero, fino a quando Sanger ha incontrato Ward Cunnigham, ingegnere informatico, una personalità della Rete per aver sviluppato un software che consente di lavorare in gruppo condividendo conoscenze e informazioni. Un software chiamato wiki e che permette di scrivere, mettere on-line e modificare il testo in tempo reale. L'adozione del software ha consentito, siamo agli inizi di questo millennio, una vera e propria impennata nella produttività. Inoltre, Wales e Sangers erano convinti che l'interattività non dovesse avere nessun ostacolo, perché la revisione delle voci potesse essere svolta da ciò che è stata chiamato l'«effetto piranha»: si dà in pasto una voce ai volontari, quasi sempre connessi con un nickname, che si avventano su di essa, fino a raggiungere un livello di qualità che ha la certificazione da chi, centralmente, coordina i gruppi di lavoro.
Tutto bene, dunque. Niente affatto. I problemi hanno cominciato a manifestarsi quando Sangers e Wales hanno ipotizzato di inserire banner pubblicitari nell'enciclopedia. Jimbo Wales non aveva certo problemi di soldi, visto che si è arricchito giocando in borsa e lavorando per un'impresa finanziaria; Sangers è invece uno dei pochi che vengono pagati per il lavoro che svolgono. Entrambi hanno ritenuto che l'autonomia economica del progetto fosse fondamentale, ma l'ipotesi di inserire pubblicità ha provocato addirittura uno «scisma»: Il gruppo spagnolo decise infatti di abbandonare Wikipedia e dare vita al progetto di Enciclopedia libre, mentre altri gruppi locali minacciarono di fare la stessa cosa, costringendo così Wales a ritornare sui suoi passi. I finanziamenti a Wikipedia hanno perciò continuato a venire da donazioni private.
La guerra delle revisioni
Il secondo problema che Wikipedia ha dovuto affrontare, senza però riuscire a risolverlo, è quello della «guerre di revisione». Su questo aspetto il libro di Andrew Lih è reticente, anche se i pochi casi che cita - ad esempio, la voce sulla città di Danzica, oggetto di una contesa sulla sua storia, visto che è stata sotto la sovranità di Berlino e di Varsavia, fino a quando, dopo la seconda guerra mondiale divenne territorio polacco - fanno emergere come il mondo fuori lo schermo non sia più distinguibile da quello che avviene nel Web. Per mesi, «filopolacchi» e «filotedeschi» si sono scontrati a colpi di revisione, fino a quando Sangers ha richiamato il «punto di vista» neutrale», intimando la pubblicazione sia la versione filotedesca sia quella filopolaccca sulla città di Danzica.
Ciò che ha fatto quasi deflagrare e chiudere Wikipedia è stato il caso del giornalista John Seigenthaler, che dalle pagine di «Usa Today» denunciò che la voce che lo riguardava conteneva informazioni infamanti, visto che lo indicavano come uno dei sospettati nell'organizzazione degli omicidi di John e Bob Kennedy. Da allora, l'accuratezza delle voci è diventato uno dei maggiori obiettivi di Wikipedia, dopo che si sono verificati altri casi di contestazione su voci riguardanti personaggi politici - George W. Bush, ad esempio - e conflitti come quello mediorientale.
È infine interessante soffermarsi sul tipo di rapporto che lì è stabilito tra conoscenza e informazione. I volontari che ci lavorano svolgono infatti il ruolo di «traduttore» da una conoscenza codificata a format informativi che soddisfano una domanda di informazioni selezionate espressa da una società più o meno acculturata in nome di una medietà socialmente definita.
Le community elettive
La medietà è però un concetto evanescente, come quello di creatività. Sono infatti le relazioni e i rapporti sociali che definiscono, in termini di convenzioni, ciò che è medio e ciò che è creativo. Wikipedia è quindi espressione di un'intelligenza collettiva che emerge da una dimensione didascalica e pedagogica della trasmissione del sapere. Funziona cioè solo se si desiderano avere informazioni generiche su un tema, un autore, un argomento. Ed è su questo terreno che esprime il meglio di sé. Siamo cioè lontani dalla figura proposta dal Jacques Ranciere del «maestro ignorante», che, grazie a pochi strumenti metodologici, riesce nel miracolo della produzione di nuova conoscenza. Wikipedia è semmai una cooperazione sociale tesa alla raccolta e alla circolazione di un sapere «medio». Anche in questo caso serve però articolare meglio il concetto di cooperazione sociale, come invitano a fare Marco Aime e Anna Cossetta nel saggio che hanno dedicato alla logica del dono applicata a Internet.
È loro convinzione che nella Rete siano presenti i tre momenti fondamentali - donare, ricevere, contraccambiare - durante lo scambio di file musicali, video e informazioni. Su questo c'è reciprocità, gratuità del gesto e dunque assenza di ragione strumentale e comportamenti opportunistici. Ma come giustamente sottolineano di due autori, il dono su Interne non produce relazioni sociali, a differenza di quanto invece hanno scritto i teorici della scuola antiutilitarista. Semmai producono community, cioè legami sociali fondati non sul suolo, prossimità parentale o rapporti di amicizia. Le community di Internet sono cioè fondate su affinità elettive che devono calmierare gli effetti collaterali, cioè distruttivi dell'economia di mercato.
In altri termini, la logica del dono punta a costituire «zone temporaneamente autonome» dal mercato, senza però mai entrare in conflitto con i meccanismi di sfruttamento, di eterodirezione, di alienazione che caratterizzano il capitalismo. Inoltre, la condivisione, la cooperazione sono sempre sul punto di diventatare un modello produttivo che meglio di altri garantisce la costante innovazione sia dei prodotti che dei processi lavorativo.
Il successo di Wikipedia deriva quindi da questa riconciliazione tra economia e società che propone e dal fatto che è un dispositivo che riesce fornisce la riduzione della conoscenza in pacchetti di informazioni codificate, cioè selezionate e «confezionate» in maniera tale che il loro consumo sia possibile just in time. In fondo, basta un click del mouse per avere l'appagante sensazione di accedere a così tante informazioni come quelle che sono state raccolte e organizzate da altri.
«Il Manifesto» del 16 aprile 2010

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