di Massimo Sideri
Che si potessero perdere denari sul web era ormai pacifico. Che sui siti di social network come Facebook o Twitter si rischiasse la propria privacy pure. Ma ora c' è di più. Gli hacker possono «crackare» anche la vostra dignità. Siete delle brave persone? Non conta, potreste passare per dei farabutti e - quel che è peggio - tutto ciò potrebbe capitare davanti ai vostri amici di penna digitale. È questa la nuova frontiera dei malware sul web: il virus sociale. Se vedete passare davanti ai vostri occhi qualcosa con il suffisso «koobface» allora iniziate a preoccuparvi: è lui. Secondo Vinny Gullotto, general manager della Microsoft per la protezione informatica, è probabile che questo genere di attacchi diventerà normale nel corso del 2010. Le regole base del mercato funzionano anche per la criminalità: se la domanda di un servizio cresce a ritmi vertiginosi, come nel caso del social network, allora è bene buttarcisi. Per fortuna la nostra arretratezza digitale per ora ci preserva. I «koobface» non sono ancora apparsi nella top ten dei virus più diffusi in Italia. Al primo posto c' è ancora il trojan Wintrim che scarica sul pc un software per la sicurezza fasullo che permette di controllare il computer a distanza, proprio come faceva l' eroina della trilogia Millennium di Stieg Larsson. Il famoso Conficker è al quarto posto. Dei virus sociali non c' è ancora traccia. Ma non c' è fretta: arriveranno. Nel frattempo l' International Herald Tribune ieri ha raccolto all' estero le prime testimonianze di dignità crackate. Matt Marquess, un pr di San Francisco, ha raccontato al quotidiano con raccapriccio di quando ha scoperto che il suo «profilo» su Facebook stava offrendo agli amici, da ben cinque giorni, gift card da 500 dollari da usare presso un negozio di lingerie. «Nessuno che faceva parte del mio network mi aveva detto niente» ha concluso stupito Matt. Il che permette almeno di fare una riflessione sulla declinazione dei rapporti sociali su Internet. Ma sarà vera amicizia se all' improvviso vi presentate con 500 dollari di provocante lingerie e nessuno vi dice nulla?
«Corriere della Sera» del 13 dicembre 2009
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