Femministe, medici, politii: a microfoni spenti altre opinioni
di Assuntina Morresi
In queste settimane di polemiche sull’introduzione della pillola abortiva in Italia, ho partecipato a incontri pubblici e dibattiti e sono stata intervistata in diverse occasioni, ma, purtroppo, non è mai capitato che il microfono rimanesse acceso qualche minuto in più, dopo i momenti ufficiali: l’opinione pubblica avrebbe avuto a disposizione 'fuori onda' molto interessanti, con protagonisti meno importanti del Presidente della Camera, ma sicuramente di primo piano nel dibattito sulla Ru486, e se ne sarebbero potute sentire delle belle, quasi divertenti, direi, se l’argomento non fosse fra i più drammatici.
Interessante il fuori onda dell’Intellettuale di Sinistra, che dopo aver tuonato – pubblicamente – in difesa dell’autodeterminazione della donna e a favore della Ru486, confessa – privatamente – che certo che si è informato, l’aborto con la Ru486 è angosciante, orribile, e se sua figlia proprio lo volesse scegliere «glielo farei fare in ospedale, sei matta, farla stare a casa da sola in quelle condizioni?».
E che dire della Femminista Famosa che dopo aver versato fiumi di inchiostro per difendere la pillola abortiva ammette – rigorosamente in privato – che l’aborto a domicilio con la Ru486 va contro il principio fondante della 194, che vuole che gli aborti siano considerati un problema sociale, e non un fatto privato delle donne?
Per non parlare dei Ginecologi che l’hanno usata in questi anni, e che dopo aver rassicurato in pubblico che «è tutto sotto controllo anche se le donne vanno a casa», a tu per tu confessano di non sapere quando le donne «hanno avuto l’espulsione», perché, se le donne vanno a casa, come fanno poi i medici a sapere quando, dove e come abortiscono?
Ci sono poi altri Dottori Importanti che Hanno Fatto Carriera che a bassa voce, così li senti solo tu, dicono che quello con la Ru486 è un «metodo schifoso», e che nessuno sano di mente lo consiglierebbe, ma in pubblico assicurano che in Europa questa pillola la usano da anni, senza problemi, e in Italia i 'paletti' messi dall’Aifa rendono minimi i rischi. Per non parlare poi del Parlamentare dell’Opposizione che chiede pure il mio curriculum, pensando evidentemente che io parli per bassi motivi ideologici, e magari non sia nemmeno laureata. Lui si è 'informato' leggendo Repubblica, e poi ha sentito Livia Turco e Silvio Viale, e quindi ritiene di sapere un sacco di cose: prima dice che a lui delle questioni tecniche non gli interessa, perché quelle spettano all’Aifa.
Allora gli spieghi i risvolti politici, e che una direttiva europea stabilisce che la circolazione di farmaci abortivi deve essere compatibile con le leggi vigenti dei singoli Stati. Il Parlamentare dell’Opposizione allora cambia discorso, e chiede i numeri: quanti aborti medici e quante morti – moltissimi i primi, pochissime le seconde, ti vuol dire.
Allora, tu gli fai sommessamente notare che questi sono aspetti tecnici, e glieli spieghi volentieri, ma prima ti aveva detto che non gli interessavano. E mentre gli dai i numeri giusti – diversi da quelli che pensa lui – e gli dici quante persone sono morte, e come sono morte, vedi che la sua faccia cambia espressione, da sicura di sé diventa qualcosa fra il preoccupato, lo stupefatto e l’atterrito.
E, dopo un po’, ti comunica gentilmente che ha poco tempo, e se ne va.
Niente nomi e cognomi, non sarebbe corretto. Ma posso assicurare che questi sono solo alcuni esempi dei 'fuori onda' a cui ho assistito in queste settimane, che hanno lasciato perplessa anche me, all’inizio. Adesso, non più. Adesso ho ben chiaro che sono veramente pochi i veri sostenitori della Ru486. Per il resto, tutti quelli minimamente informati sulla faccenda sono ben d’accordo che di metodo ignobile si tratta: lungo, doloroso, impegnativo e pericoloso, utile solo a 'liberare' gli ospedali dal peso delle donne che abortiscono, e ad abbattere le poche e insufficienti, ma comunque importanti, limitazioni poste dalla 194.
Ma l’Intellettuale di Sinistra, la Femminista Famosa, il Dottore Importante, il Ginecologo che l’ha Usata e il Parlamentare dell’Opposizione non lo ammetteranno mai in pubblico: la Ru486 va difesa, sempre e comunque, indipendentemente da tutto.
Non succeda mai, una volta tanto, di dar ragione ai cattolici. Ci fosse almeno qualche microfono aperto, ogni tanto...
Interessante il fuori onda dell’Intellettuale di Sinistra, che dopo aver tuonato – pubblicamente – in difesa dell’autodeterminazione della donna e a favore della Ru486, confessa – privatamente – che certo che si è informato, l’aborto con la Ru486 è angosciante, orribile, e se sua figlia proprio lo volesse scegliere «glielo farei fare in ospedale, sei matta, farla stare a casa da sola in quelle condizioni?».
E che dire della Femminista Famosa che dopo aver versato fiumi di inchiostro per difendere la pillola abortiva ammette – rigorosamente in privato – che l’aborto a domicilio con la Ru486 va contro il principio fondante della 194, che vuole che gli aborti siano considerati un problema sociale, e non un fatto privato delle donne?
Per non parlare dei Ginecologi che l’hanno usata in questi anni, e che dopo aver rassicurato in pubblico che «è tutto sotto controllo anche se le donne vanno a casa», a tu per tu confessano di non sapere quando le donne «hanno avuto l’espulsione», perché, se le donne vanno a casa, come fanno poi i medici a sapere quando, dove e come abortiscono?
Ci sono poi altri Dottori Importanti che Hanno Fatto Carriera che a bassa voce, così li senti solo tu, dicono che quello con la Ru486 è un «metodo schifoso», e che nessuno sano di mente lo consiglierebbe, ma in pubblico assicurano che in Europa questa pillola la usano da anni, senza problemi, e in Italia i 'paletti' messi dall’Aifa rendono minimi i rischi. Per non parlare poi del Parlamentare dell’Opposizione che chiede pure il mio curriculum, pensando evidentemente che io parli per bassi motivi ideologici, e magari non sia nemmeno laureata. Lui si è 'informato' leggendo Repubblica, e poi ha sentito Livia Turco e Silvio Viale, e quindi ritiene di sapere un sacco di cose: prima dice che a lui delle questioni tecniche non gli interessa, perché quelle spettano all’Aifa.
Allora gli spieghi i risvolti politici, e che una direttiva europea stabilisce che la circolazione di farmaci abortivi deve essere compatibile con le leggi vigenti dei singoli Stati. Il Parlamentare dell’Opposizione allora cambia discorso, e chiede i numeri: quanti aborti medici e quante morti – moltissimi i primi, pochissime le seconde, ti vuol dire.
Allora, tu gli fai sommessamente notare che questi sono aspetti tecnici, e glieli spieghi volentieri, ma prima ti aveva detto che non gli interessavano. E mentre gli dai i numeri giusti – diversi da quelli che pensa lui – e gli dici quante persone sono morte, e come sono morte, vedi che la sua faccia cambia espressione, da sicura di sé diventa qualcosa fra il preoccupato, lo stupefatto e l’atterrito.
E, dopo un po’, ti comunica gentilmente che ha poco tempo, e se ne va.
Niente nomi e cognomi, non sarebbe corretto. Ma posso assicurare che questi sono solo alcuni esempi dei 'fuori onda' a cui ho assistito in queste settimane, che hanno lasciato perplessa anche me, all’inizio. Adesso, non più. Adesso ho ben chiaro che sono veramente pochi i veri sostenitori della Ru486. Per il resto, tutti quelli minimamente informati sulla faccenda sono ben d’accordo che di metodo ignobile si tratta: lungo, doloroso, impegnativo e pericoloso, utile solo a 'liberare' gli ospedali dal peso delle donne che abortiscono, e ad abbattere le poche e insufficienti, ma comunque importanti, limitazioni poste dalla 194.
Ma l’Intellettuale di Sinistra, la Femminista Famosa, il Dottore Importante, il Ginecologo che l’ha Usata e il Parlamentare dell’Opposizione non lo ammetteranno mai in pubblico: la Ru486 va difesa, sempre e comunque, indipendentemente da tutto.
Non succeda mai, una volta tanto, di dar ragione ai cattolici. Ci fosse almeno qualche microfono aperto, ogni tanto...
«Avvenire» del 17 dicembre 2009
Nessun commento:
Posta un commento