Esattamente duemila anni fa si svolgeva la battaglia che segnò per sempre il confine fra il mondo latino e quello germanico. Un ampio servizio sull'ultimo numero del mensile «Storica National Geographic»
di Redazione
Esattamente duemila anni fa si svolse in Bassa Sassonia la battaglia di Teutoburgo. Roma subì una delle più gravi sconfitte della sua storia, quella che mise fine alla sua espansione in Germania. L'evento, che sancì per sempre il confine tra mondo germanico e latino, rappresentò anche l'inizio della storia della Germania. E il numero in questi giorni in edicola della rivista mensile «Storica National Geographic» dedica allo scontro un ampio articolo che racconta passo per passo la battaglia, analizzando cause e conseguenze della disfatta.
Siamo nel 9 dopo Cristo quando Roma riceve una tragica notizia: tre legioni, alcune coorti e alcune ali di cavalleria, più un numero imprecisato di mercanti, di donne e bambini che li seguivano, sono stati massacrati in un luogo remoto della Germania settentrionale da una coalizione di tribù germaniche tra le quali spiccano i Cherusci, la tribù del cervo. Il comandante romano Quintilio Varo si è ucciso per non cadere vivo nelle mani dei Germani, e Arminio, il capo militare dei Cherusci e fino a poco prima alleato di Varo, può irridere il potere di Roma dall'alto del tumulo che sarebbe poi passato alla storia come la Selva di Teutoburgo.
In seguito alla battaglia Roma avrebbe presto abbandonato l'espansione fra il Reno e l'Elba che era in corso ormai da trent'anni. Ma come era stata possibile una simile disfatta? Forse un errore di Varo, uomo di tempra più politica che militare, che peraltro era stato mandato oltre il Reno con poche legioni per mantenere la pace e organizzare la vita civile. Inoltre, la società germanica non era più così rozza e primitiva come solo cinquant'anni prima l'aveva conosciuta Cesare. E quindi alla base di quella sconfitta ci fu forse da parte di Roma anche sottovalutazione degli avversari.
La battaglia sancì il confine politico tra mondo germanico e latino, rappresentando tuttora per il nazionalismo tedesco l'inizio della storia della Germania. Per secoli tuttavia le sue dinamiche rimasero sconosciute: sullo scontro per molti anni si è saputo soltanto che si svolse in una località dell'attuale Bassa Sassonia, nella Germania nord-occidentale, tra il 9 e l'11 settembre. Solo recentemente l'archeologia ha aggiunto qualcosa di più a quanto sappiamo dalle fonti, grazie a una serie di ritrovamenti proprio sul sito della battaglia.
L'evento bellico lasciò nel cuore del potere di Roma una ferita aperta per molti anni: nessuna spedizione restituì mai alle legioni imperiali il dominio militare sulla Germania, necessario a riprendere l'espansione verso nord-est. Ma Roma risolse il problema di tenere tranquilli i suoi confini settentrionali con la diplomazia; e Arminio, proprio il trionfatore di Teutoburgo, ne fu la prima vittima perché di lì a qualche anno sarebbe caduto in una lotta fratricida fomentata dai Romani.
Siamo nel 9 dopo Cristo quando Roma riceve una tragica notizia: tre legioni, alcune coorti e alcune ali di cavalleria, più un numero imprecisato di mercanti, di donne e bambini che li seguivano, sono stati massacrati in un luogo remoto della Germania settentrionale da una coalizione di tribù germaniche tra le quali spiccano i Cherusci, la tribù del cervo. Il comandante romano Quintilio Varo si è ucciso per non cadere vivo nelle mani dei Germani, e Arminio, il capo militare dei Cherusci e fino a poco prima alleato di Varo, può irridere il potere di Roma dall'alto del tumulo che sarebbe poi passato alla storia come la Selva di Teutoburgo.
In seguito alla battaglia Roma avrebbe presto abbandonato l'espansione fra il Reno e l'Elba che era in corso ormai da trent'anni. Ma come era stata possibile una simile disfatta? Forse un errore di Varo, uomo di tempra più politica che militare, che peraltro era stato mandato oltre il Reno con poche legioni per mantenere la pace e organizzare la vita civile. Inoltre, la società germanica non era più così rozza e primitiva come solo cinquant'anni prima l'aveva conosciuta Cesare. E quindi alla base di quella sconfitta ci fu forse da parte di Roma anche sottovalutazione degli avversari.
La battaglia sancì il confine politico tra mondo germanico e latino, rappresentando tuttora per il nazionalismo tedesco l'inizio della storia della Germania. Per secoli tuttavia le sue dinamiche rimasero sconosciute: sullo scontro per molti anni si è saputo soltanto che si svolse in una località dell'attuale Bassa Sassonia, nella Germania nord-occidentale, tra il 9 e l'11 settembre. Solo recentemente l'archeologia ha aggiunto qualcosa di più a quanto sappiamo dalle fonti, grazie a una serie di ritrovamenti proprio sul sito della battaglia.
L'evento bellico lasciò nel cuore del potere di Roma una ferita aperta per molti anni: nessuna spedizione restituì mai alle legioni imperiali il dominio militare sulla Germania, necessario a riprendere l'espansione verso nord-est. Ma Roma risolse il problema di tenere tranquilli i suoi confini settentrionali con la diplomazia; e Arminio, proprio il trionfatore di Teutoburgo, ne fu la prima vittima perché di lì a qualche anno sarebbe caduto in una lotta fratricida fomentata dai Romani.
«Il Giornale» del 1 settembre 2009
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