Il 70 per cento dei giovani tra i 10 e i 14 anni "naviga" quotidianamente; il 76% ha un telefonino: vogliono essere informati sui pericoli della Rete
di Maria Novella De Luca
Cyber-bulli e adulti cattivi. Sono loro i nemici di Internet. Parola di ragazzino. Provate a chiedere ad un pre o post adolescente quali siano le insidie che la rete nasconde, vi risponderà che dietro chat e forum si celano, anche, orchi dall'aspetto gentile e coetanei pronti a maltrattarti o molestarti. Tanto che, così sembra, i teen-ager chiedono aiuto. Perché di Internet non possono proprio farne a meno, e infatti il 70% di loro, tra i 10 e i 14 anni, lo utilizza quotidianamente, pur ammettendo che in piena "navigazione" potrebbero avere bisogno di una mano. Ossia essere informati, guidati, magari perché no, sorvegliati a distanza, quando da soli, nella loro stanza bunker di adolescenti hi-tech accendono il computer ed entrano in contatto con il mondo. Ragazzini consapevoli dunque, avvertiti, che sui rischi legati alla rete la pensano, quasi, come i loro genitori.
È questo uno dei dati più sorprendenti che emergono dalla ricerca effettuata dalla Doxa per Save the Children Italia "Opportunità e rischi legati all'uso delle nuove tecnologie da parte dei giovani tra 10 e 17 anni", i cui risultati verranno presentati domani, in un convegno dal titolo "I ragazzi, Internet e i cellulari: opportunità e rischi. A chi la responsabilità per un utilizzo sicuro?".
Una ricerca la cui particolarità è quella di aver fatto le stesse domande ad un campione di genitori e ad un campione di ragazzi, e aver ricevuto, a sorpresa, in alcuni casi, le stesse risposte. Più sull'uso di Internet che su quello dei cellulari, che ad esempio il 60% dei genitori considera "inutile" per i propri figli, contro un 40% che lo ritiene fondamentale per sapere dove sono e che cosa fanno i loro teen-ager fuori dalle mura di casa. Eppure per entrambi, adulti e ragazzi, è il rischio delle molestie da parte di coetanei ad essere in cima alle preoccupazioni per l'uso del telefonino, presente comunque nella cartella o nello zaino del 76% dei giovani tra i 10 e i 17 anni, con un picco del 96% tra i 14 e i 17 anni. In ogni caso, e anche qui il dato è nuovo, l'85% dei ragazzi e il 71% dei genitori chiedono con forza di essere messi al corrente dei rischi legati all'uso di Internet e cellulari. Per questi ultimi poi gli adulti chiamano in causa anche le aziende produttrici sostenendo, per il 31% degli intervistati, che tocca proprio ai produttori avvertire quali siano le insidie di telefonini sempre più multitasking e per questo forse anche più manipolabili per usi impropri. Come ad esempio le foto di atti di violenza scaricate poi in rete e diffuse senza frontiere.
"Se i giovani hanno la percezione degli ostacoli e dei pericoli che possono incontrare su Internet, è davvero un passo in avanti", commenta Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello Sviluppo all'università La Sapienza di Roma. "Questo vuol dire che i ragazzi, anche i più piccoli, ormai sanno che nella rete c'è il visibile e l'invisibile e che il vero rischio è quello di essere manipolati. Anche dai propri coetanei. E infatti uno dei consigli che bisogna dare, è quello di non diffondere nei gruppi di discussione, nelle chat, particolari troppo privati, che potrebbero essere poi utilizzati e stravolti dagli altri utenti del forum. Questi dati ci dicono che forse un discreto numero di ragazzi è pronto ad ascoltare ed è guardingo verso la rete. Il punto è che spesso sono proprio i genitori a non capire se la "navigazione" è sicura oppure no, perché meno esperti dei loro figli nell'uso del computer. Il mio suggerimento è che prima di regalare un computer ad un bambino di 11 o 12 anni, è meglio che i genitori imparino ad usarlo...".
Già, perché se anche il cellulare può essere veicolo di brutti incontri, di molestie o pubblicità ingannevole (un vero flagello, insieme ai virus informatici), il pericolo, quando c'è, è tutto lì, nel mondo a scatole cinesi del web. E scorrendo la classifica delle paure, ecco che accanto al rischio di infettare il Pc, c'è quello di diventare dipendenti da "videogiochi violenti", di farsi sedurre da informazioni dannose su diete e stili di vita - basti pensare ai siti dove giovanissime ragazze si scambiano consigli e segreti su come smettere di mangiare, con un nefasto inno all'anoressia. Ma in fondo quello che i bambini e i loro fratelli maggiori fanno capire è che per loro il nemico sono i compagni di classe più violenti, gli amici che si trasformano in branco, quei coetanei che fuori e dentro il web hanno abbracciato la legge del più forte.
«La Repubblica» del 5 febbraio 2007
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