L'allarme dell'Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico
s. i. a.
«Pericolo di sviluppare dipendenza e di mettere in atto comportamenti ossessivo-compulsivi»
ROMA - «Le persone che giocano ai giochi d'azzardo come Poker on line, Win for Life o altri, sperando di risolvere i loro problemi economici rincorrendo all'illusione della vincita, rischiano la salute mentale, sviluppando dipendenza e mettendo in atto comportamenti ossessivo-compulsivi». Paola Vinciguerra, psicologa, psicoterapeuta, presidente dell'Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico mette in guarda dai giochi d'azzardo molto diffusi tra la popolazione. Basta pensare che la crisi economica ha fatto aumentare, solo nel 2009, del 40% i guadagni delle aziende che si occupano di gioco d'azzardo.
IL SONDAGGIO - I risultati di un sondaggio on line sul sito www.eurodap.it, al quale hanno risposto 400 persone, avevano già messo in allarme l'Associazione. Infatti dai dati è emerso che il nuovo gioco Win for Life è considerato dal 60% un gioco come un altro e dal 30% addirittura eccitante. Solo dal 10% di coloro che hanno risposto è percepito come pericoloso e manipolatorio. Secondo la Vinciguerra «lo stato di frustrazione e fallimento che la crisi economica sta sviluppando nella popolazione e lo stimolo continuo che riceviamo dalla pubblicità, ha facile presa vista la totale inconsapevolezza della pericolosità di questi giochi che portano alla dipendenza». «Anche la tipologia di Win for Life istiga al gioco in quanto il fatto che la vincita massima sia di 4 mila Euro (al mese, per 20 anni ndr) dà la sensazione che sia facilmente raggiungibile - sostiene l'esperta anche Direttore dell'UIAP, Unità Italiana Attacchi di Panico, presso la Paideia di Roma - Tutto questo porterà ben presto alla possibilità di avere un aumento della dipendenza dal gioco d'azzardo su larga scala». (Fonte agenzia Agi)
LA REPLICA - «Ritengo doveroso intervenire in merito alle recenti ed allarmanti dichiarazioni veicolate dalle principali agenzie sui pericoli del gioco del poker online» commenta Marco Trucco, responsabile per l’Italia di una delle poker room più conosciute al mondo, Everest Poker, in merito alle dichiarazioni della psicologa Paola Vinciguerra sui pericoli del gioco online. «Mi chiedo come una studiosa come la dottoressa Vinciguerra possa confondere e mettere sullo stesso piano il Poker con giochi di fortuna come il «Win for Life». Tra il Poker e il Win for Life, i gratta e vinci o il lotto c’è una differenza abissale che purtroppo ben pochi “tutori della salute pubblica” si prendono la briga di studiare - preferendo fare di tutti i giochi un demagogico fascio». «Diversi serissimi studi - continua Trucco - dimostrano che il poker, ossia un gioco che richiede 1. costante sforzo mentale, 2. interazione con avversari “umani” e 3. lunghe sessioni di gioco non sia affatto assimilabile ai giochi d’azzardo tradizionali, che si caratterizzano per la ripetitività, la semplicità e l’immediatezza del risultato, elementi che, come ben saprà, sono le condizioni nelle quali si sviluppano le problematiche riguardanti l’ossessività e la compulsività del gioco. Chi impara a giocare a poker (Texas Hold’Em) scopre che non è diverso da giochi classici come il backgammon o il bridge e per gli aspetti economici può essere piuttosto assimiliato al trading in borsa, attività certo delicata e potenzialmente rischiosa, ma per la quale nessuno si sogna di dare del “malato mentale” a chi la pratica. Posso comprendere e persino essere d’accordo sulla sua critica alla promozione di un gioco di fortuna che mette in palio un vitalizio, dato che l’art.1 della nostra Costituzione sancisce che la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro e che pertanto questo messaggio possa essere eticamente scorretto», – aggiunge il responsabile di Everest Poker per l’Italia - ma senza dimenticare che l’incidenza delle patologie da gioco è stimata tra lo 0,6 e lo 0,9 per cento della popolazione e che il National Center for Responsible Gaming americano ha verificato che questa percentuale, a lungo termine, non aumenta – ad esempio – con la presenza di nuovi casinò sul territorio ma è nell’80% dei casi un effetto di altri disordini mentali». «Ciò significa – conclude Trucco - che almeno il 99,4% di chi gioca a poker lo fa per divertirsi o per guadagnare soldi tramite una legittima sfida intellettuale. E non rischiano di diventare pazzi, anzi, altri serissimi studi americani dimostrano che chi gioca a poker ha un quoziente intellettivo e sviluppa capacità matematiche straordinariamente più alte della media della popolazione».
«Corriere della sera» del 25 gennaio 2010
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