di Giangiacomo Schiavi
Sobrietà, solidarietà, serenità sono parole molto gettonate nell' Italia della crisi. Ma c'è una quarta «s» che il presidente Napolitano ha aggiunto tra le pieghe del messaggio di fine anno: senso civico. La cosa ci riguarda, perché nella latitanza preoccupante del senso civico si sono indebolite le buone pratiche e si snobbano gli impegni nei confronti della comunità nella quale si vive. Abbiamo bisogno di qualità civile, ha detto il capo dello Stato, nella nostra vita contano sempre di più i valori morali. È difficile trovare un balsamo in questi giorni pericolanti, ma è importante reagire all'idea che la sopraffazione e l'aggressività siano sempre paganti. In attesa di una svolta civica della politica, incoraggiamo una rivoluzione silenziosa chiamata buona educazione, per ricostruire un sentimento che non deve restare nell' album dei nonni. Bisogna cominciare a reagire alla sciatteria dei comportamenti che sta avvelenando l'aria delle nostre città, al menefreghismo diffuso che alimenta soltanto cattiveria e sfiducia, all' illegalità che premia i furbi e penalizza gli onesti. Bisogna contrapporre alla diffusa convinzione che non vale la pena darsi da fare per cambiare in meglio le cose, la certezza che soltanto con un ritorno alla responsabilità personale si può migliorare l' ambiente nel quale si vive. Dieci anni fa Guido Vergani denunciava proprio sul Corriere quei piccoli segni di inciviltà (mozziconi buttati, giornali abbandonati in metrò, maleducazione sui bus, parcheggi in doppia fila...) come primo anello di una valanga che in questo Paese ha ucciso il senso civico. Poco o niente è cambiato, anzi, molto è peggiorato: tra cattivi esempi venuti dall' alto e alzate di spalle di tronisti palestrati si sono persi di vista anche i buoni propositi di tante associazioni interessate a rilanciare il senso civico nei giovani. È un peccato. Perché una società si qualifica per i valori che pratica, ha scritto l' economista Luigi Zingales, e il senso civico è un importante stock di capitale che non deve essere deprezzato. Purtroppo corriamo questo rischio, con la nostra allergia alle regole e la scarsità di esempi offerti dagli adulti ai più giovani. Esempi positivi, raccontabili, con una morale che vale per cittadini e politici, come diceva Sant' Ambrogio: «Vivete bene e muterete i tempi».
«Corriere della Sera» del 2 gennaio 2010
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