di Francesco Alberoni
Spesso mi chiedono come cambieranno le relazioni fra i sessi quando saranno adulti i ragazzi che oggi hanno dodici- tredici anni. Che effetto avranno la libertà sessuale, la pornografia precoce, l’uso delle droghe, il moltiplicarsi dei rapporti web? E rispondo sempre che il futuro non è conoscibile e che sbagliano coloro che lo immaginano come una espansione del presente. Il cambiamento è sempre discontinuo, per catastrofe. Spesso il punto di partenza è una innovazione tecnologica. È stata la mitragliatrice a creare la guerra di trincea, e poi i carri amati e gli aerei per superarla. Sono stati gli antibiotici a produrre l’enorme aumento della popolazione in Asia in Africa. Sono stati i contraccettivi che hanno permesso alla donna di pianificare le nascite, di avere una vita sessuale libera, di studiare, di fare carriera. Nel prossimo futuro ho l’impressione che le relazioni fra i sessi saranno condizionate dalla sempre maggior pregnanza dei rapporti attraverso il web, dalle manipolazioni farmacologiche del sistema nervoso e dall’ingegneria genetica.
Già oggi moltissime persone usano sostanze chimiche per eccitarsi, per calmarsi, per dormire, per avere rapporti sessuali, per ricordare o per dimenticare. Si stanno facendo ricerche per poter modificare la memoria e manipolare la passione amorosa. Ancora più impressionanti le applicazioni della genetica, con cui potremo programmare le caratteristiche fisiche e mentali dei figli ricorrendo a banche di sperma o a manipolazioni del genoma. È come se l’essere umano potesse autocostruirsi come vuole, correndo però il pericolo di diventare artificioso, inautentico. I grandi scrittori hanno spesso intuito i dilemmi fondamentali del loro secolo. George Orwell nel libro «1984» ci ha mostrato la spaventosa capacità di falsificazione del totalitarismo. Aldous Huxley ne «Il nuovo mondo» ha anticipato la separazione fra sesso e riproduzione, l’inaridimento emotivo e la diffusione delle droghe. Mi ci sono provato anch’io ne «I dialoghi degli amanti», dove immagino un mondo che sta arrendendosi alla manipolazione genetica e neurofarmacologica, ed i protagonisti ritrovano la propria umanità e la propria verità solo attraverso un grandissimo amore erotico felice, sincero e fedele. Perché, ce lo conferma anche il successo del film «Avatar», tutti noi vogliamo vivere più a lungo, essere più belli, più sani, felici, ma anche essere sempre più noi stessi, autentici, veri, e sentirci profondamente capiti ed amati.
Già oggi moltissime persone usano sostanze chimiche per eccitarsi, per calmarsi, per dormire, per avere rapporti sessuali, per ricordare o per dimenticare. Si stanno facendo ricerche per poter modificare la memoria e manipolare la passione amorosa. Ancora più impressionanti le applicazioni della genetica, con cui potremo programmare le caratteristiche fisiche e mentali dei figli ricorrendo a banche di sperma o a manipolazioni del genoma. È come se l’essere umano potesse autocostruirsi come vuole, correndo però il pericolo di diventare artificioso, inautentico. I grandi scrittori hanno spesso intuito i dilemmi fondamentali del loro secolo. George Orwell nel libro «1984» ci ha mostrato la spaventosa capacità di falsificazione del totalitarismo. Aldous Huxley ne «Il nuovo mondo» ha anticipato la separazione fra sesso e riproduzione, l’inaridimento emotivo e la diffusione delle droghe. Mi ci sono provato anch’io ne «I dialoghi degli amanti», dove immagino un mondo che sta arrendendosi alla manipolazione genetica e neurofarmacologica, ed i protagonisti ritrovano la propria umanità e la propria verità solo attraverso un grandissimo amore erotico felice, sincero e fedele. Perché, ce lo conferma anche il successo del film «Avatar», tutti noi vogliamo vivere più a lungo, essere più belli, più sani, felici, ma anche essere sempre più noi stessi, autentici, veri, e sentirci profondamente capiti ed amati.
«Corriere della sera» del 25 gennaio 2010
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