Anche malattie 'lievi' nell’elenco delle disfunzioni che autorizzano la selezione preimpianto
s. i. a.
Alle cliniche del Regno Unito non servirà più un permesso speciale per distruggere gli embrioni che riportano difetti genetici anche minori. La Human Fertilisation and Embryology Authority, l’ente che regola il settore della fecondazione artificiale ed embriologia, ha pubblicato qualche giorno fa una lista di 116 malattie genetiche ereditarie che se diagnosticate durante la fecondazione artificiale possono dare il via alla distruzione dell’embrione. La notizia ha sollevato critiche e preoccupazione perché tra queste condizioni ereditarie ce ne sono molte che garantiscono a un essere umano una qualità di vita decorosa e in alcuni casi, come dimostrato in passato, anche eccezionale. Domenica scorsa il Sunday Times sottolineava come alcuni grandi personaggi della nostra storia, per esempio Abramo Lincoln o Charles De Gaulle, siano riusciti a condurre una vita esemplare nonostante avessero una malattia oggi inclusa nella lista della HFEA, la sindrome Marfan, o come altri, per esempio Pete Sampras, sia riuscito ad eccellere nel tennis anche se malato di talassemia, sempre nell’elenco. «La notizia è terrificante – ci spiega Josephine Quintavalle di Core, Comment on Reproductive Ethics – e ancora di più se si considera che molti embrioni vengono scartati anche prima di essere diagnosticati difettosi. Se per esempio nella famiglia di una coppia che cerca di concepire attraverso la fecondazione artificiale c’è un nonno che ha avuto una malattia grave, gli embrioni che riportano i geni del nonno vengono eliminati automaticamente ancora prima di essere sicuri che questi contengano la stessa malattia. In poche parole è molto probabile che saranno distrutti embrioni assolutamente sani».
Per David King, direttore del gruppo Human Genetic Alert, l’iniziativa della HFEA «è un’ulteriore conferma dell’ossessione esistente in questo Paese di cercare la perfezione a tutti i costi quando sappiamo bene che la perfezione non esiste e che è sbagliato sbarazzarci di una vita perché questa non è perfetta. E contribuisce alla creazione di un clima sociale in cui anche le più piccole deviazioni da quella che è considerata la normalità vengono considerate inaccettabili».
La procedura per identificare anormalità genetiche ereditarie conosciuta con il nome di Pdg (Preimplantation genetic diagnosis) consiste nel rimuovere alcune cellule da un embrione tre giorni dopo la fecondazione. Gli embrioni che presentano cellule con geni a rischio vengono scartati mentre quelli considerati sani vengono impiantati nell’utero della madre.
«Purtroppo siamo solo all’inizio di questa folle corsa verso ciò che non si può altro che chiamare eugenetica», conclude la Quintavalle. L’autorità sta infatti valutando in questi giorni la possibilità di aggiungere alla lista altre 24 malattie ereditarie. Tra queste c’è anche la porfiria, una malattia genetica del sangue che provoca squilibri mentali e che negli ultimi anni del suo regno fu responsabile della 'pazzia' di Giorgio III. Il sovrano morì nel 1820, a 82 anni d’età.
Per David King, direttore del gruppo Human Genetic Alert, l’iniziativa della HFEA «è un’ulteriore conferma dell’ossessione esistente in questo Paese di cercare la perfezione a tutti i costi quando sappiamo bene che la perfezione non esiste e che è sbagliato sbarazzarci di una vita perché questa non è perfetta. E contribuisce alla creazione di un clima sociale in cui anche le più piccole deviazioni da quella che è considerata la normalità vengono considerate inaccettabili».
La procedura per identificare anormalità genetiche ereditarie conosciuta con il nome di Pdg (Preimplantation genetic diagnosis) consiste nel rimuovere alcune cellule da un embrione tre giorni dopo la fecondazione. Gli embrioni che presentano cellule con geni a rischio vengono scartati mentre quelli considerati sani vengono impiantati nell’utero della madre.
«Purtroppo siamo solo all’inizio di questa folle corsa verso ciò che non si può altro che chiamare eugenetica», conclude la Quintavalle. L’autorità sta infatti valutando in questi giorni la possibilità di aggiungere alla lista altre 24 malattie ereditarie. Tra queste c’è anche la porfiria, una malattia genetica del sangue che provoca squilibri mentali e che negli ultimi anni del suo regno fu responsabile della 'pazzia' di Giorgio III. Il sovrano morì nel 1820, a 82 anni d’età.
«Avvenire» del 28 gennaio 2010
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