s. i. a.
La domanda è questa: carta o digitale? Resisterà il tradizionale libro fabbricato con la carta, oppure, capitolerà all’invasione dell’e-Book, del libro digitale, pronto per essere divorato tramite il lettore Kindle o il più recente iPad, entrambi americani? «Abbiamo già qualche e-Book, a esempio la Garzantina universale, che soddisfa quel genere di domanda. Ma noi facciamo comunque parte di quel genere di editori che privilegiano il fenomeno creativo, che si rendono conto che i narratori amano e devono rimanere indipendenti». Risponde in questi termini Stefano Mauri, presidente ed amministratore delegato del gruppo editoriale Mauri Spagnol (Longanesi, Garzanti, Guanda e molti altri marchi). Si conclude all’insegna di questo tema («Il libro tra carta e digitale») il XXVII seminario di perfezionamento della Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri, a Venezia, presso la Fondazione Cini.
Quale inconveniente presenta il libro digitale?
«La pirateria! Ci sono in giro copie pirata di libri digitali, che vanno chiaramente denunciate e perseguite dalle associazioni di categoria».
Pirateria a parte, lei non pensa che voi editori e distributori dobbiate tener conto della mentalità dei lettori, che potrebbe essere in cambiamento?
«Io stesso, che mi trovo immerso in un problema di scelte aziendali, ho assaggiato, per così dire, l’e-Book; ma poi, nel mio privato, scarto l’aggeggio meccanico. Devo dire che in America l’e-Book ha avuto un boom. O quasi. Amazon ha dichiarato che, il giorno di Natale, ha venduto più libri digitali rispetto a quelli cartacei. Ma nella notizia si annida un bluff. Per Natale oltre 200mila persone hanno ricevuto, per omaggio il lettore di e-Book Kindle prodotto da Amazon. È come se avessero ricevuto in omaggio una scarpa sinistra. Si sono affrettati a comprare la scarpa destra, ovvero l’autore preferito in formato digitale e scaricato on line».
Insomma, lei dice che il libro di carta non ha affatto ceduto all’invasione del prodotto elettronico.
«Senza ipotecare il futuro poiché non sono un indovino, posso dirle che l’e-Book con relativo lettore sono un gadget, una curiosità che stimola i giovani e gli amanti delle novità».
A questo punto, dottor Mauri, posso fare una domanda scomoda?
«Antipatica, cioè sgradita? Faccia pure senza esitazione!».
Come mai avete istituito corsi per allenare i singoli librai alla vendita del prodotto in maniera moderna e poi, in un certo senso, li avete traditi stipulando accordi per la vendita nella grande distribuzione, megastore, centri commerciali, supermercati?
«Beh, senta! Sono trascorsi 27 anni dalla fondazione di questa scuola. Erano gli anni Ottanta e non esistevano le catene librarie di moderna concezione. In città le librerie del centro chiudevano per lasciar posto a negozi di jeans et similia. Mio padre Luciano volle offrire ai librai le conoscenze, le tecniche di gestione e di marketing necessarie per sopravvivere, oltre che per trovare nuove motivazioni. Il messaggio di modernità impartito da questa scuola è sempre valido. Molti nostri allievi, qui premiati, si sono utilmente inseriti anche nelle grande distribuzione».
Quale inconveniente presenta il libro digitale?
«La pirateria! Ci sono in giro copie pirata di libri digitali, che vanno chiaramente denunciate e perseguite dalle associazioni di categoria».
Pirateria a parte, lei non pensa che voi editori e distributori dobbiate tener conto della mentalità dei lettori, che potrebbe essere in cambiamento?
«Io stesso, che mi trovo immerso in un problema di scelte aziendali, ho assaggiato, per così dire, l’e-Book; ma poi, nel mio privato, scarto l’aggeggio meccanico. Devo dire che in America l’e-Book ha avuto un boom. O quasi. Amazon ha dichiarato che, il giorno di Natale, ha venduto più libri digitali rispetto a quelli cartacei. Ma nella notizia si annida un bluff. Per Natale oltre 200mila persone hanno ricevuto, per omaggio il lettore di e-Book Kindle prodotto da Amazon. È come se avessero ricevuto in omaggio una scarpa sinistra. Si sono affrettati a comprare la scarpa destra, ovvero l’autore preferito in formato digitale e scaricato on line».
Insomma, lei dice che il libro di carta non ha affatto ceduto all’invasione del prodotto elettronico.
«Senza ipotecare il futuro poiché non sono un indovino, posso dirle che l’e-Book con relativo lettore sono un gadget, una curiosità che stimola i giovani e gli amanti delle novità».
A questo punto, dottor Mauri, posso fare una domanda scomoda?
«Antipatica, cioè sgradita? Faccia pure senza esitazione!».
Come mai avete istituito corsi per allenare i singoli librai alla vendita del prodotto in maniera moderna e poi, in un certo senso, li avete traditi stipulando accordi per la vendita nella grande distribuzione, megastore, centri commerciali, supermercati?
«Beh, senta! Sono trascorsi 27 anni dalla fondazione di questa scuola. Erano gli anni Ottanta e non esistevano le catene librarie di moderna concezione. In città le librerie del centro chiudevano per lasciar posto a negozi di jeans et similia. Mio padre Luciano volle offrire ai librai le conoscenze, le tecniche di gestione e di marketing necessarie per sopravvivere, oltre che per trovare nuove motivazioni. Il messaggio di modernità impartito da questa scuola è sempre valido. Molti nostri allievi, qui premiati, si sono utilmente inseriti anche nelle grande distribuzione».
«Il Giornale» del 30 gennaio 2010
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