di Massimo Gramellini
Ma se Vallettopoli fosse un «format» televisivo e non ce l’avessero detto? Gli ingredienti del successo becero ci sono tutti. 1. Il presentatore simpatico. Sul pm Woodcock, che già sembra un nome d'arte, gli interrogati raccontano mirabilie: affabile, spiritoso, manca solo che invece dei verbali faccia firmare delle foto con dedica. 2. Il cast variegato. I Famosi mescolati ai Dimenticati e ai Dimenticabili, con una spruzzata di comparse note a un pubblico di iniziati; fin quando non ha sfilato sul set di Potenza sotto braccio a Lele Mora, ignoravo chi fosse la modella Belen Rodriguez: continuo a ignorarlo, ma adesso so che si tratta di una persona importantissima. 3. Le trame di contorno. Studiate a tavolino da un pool di autori: come la poliziotta che scorta Raoul Bova dal giudice e riceve un sms del divo, meno erotico del bugiardino di un analgesico («la ringrazio per la dignità con cui difende la legalità»), ma sufficiente a scatenare la gelosia del di lei marito, parlamentare della Margherita. 4. L'invidia degli esclusi. Oramai, se Woodcock non ti manda almeno un invito a comparire, al Borsino del Nulla conti meno di un ospite di Cucuzza. 5. Il sadismo degli spettatori. Giurano a se stessi di snobbare questa storiaccia, ma intanto un occhio ci casca sempre, nella sottaciuta speranza di vedere qualche potente autentico dimenarsi nella rete.
Dimenticavo: il masochismo degli spettatori. Come coi programmi tv, in attesa che la noia sommerga anche questo scandalo, ci rallegra il pensiero che sarà impossibile averne uno peggiore. Eppure vedrete che scoppierà.
«La Stampa» del 28 marzo 2007
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