Politica e storia: il caso Polonia
di Sandro Scabello
La nuova legge obbliga i «collaboratori» ad autodenunciarsi entro maggio Licenziati quelli che mentono. L’Unione europea: «Forte rincrescimento»Il pugno duro del regime Legge marziale in Polonia
La resistenza più accanita è arrivata dall’università di Varsavia, la più grande della Polonia, culla del ‘68 polacco e bastione dell’opposizione anticomunista durante l’epopea di Solidarnosc e lo stato di guerra proclamato dal generale Jaruzelski. Il rettore, d’accordo col corpo accademico, ha chiesto alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sulla legittimità della nuova legge sul passato comunista che obbliga i docenti a dichiarare se hanno collaborato o meno con la polizia politica del vecchio regime. L’opera di decomunistizzazione intrapresa dai gemelli Kaczynski (Lech presidente e Jaroslaw primo ministro) entra nella fase più acuta e turbolenta. E anche se la cosa non sembra appassionare più di tanto l’opinione pubblica (la maggior parte dei polacchi, registrano i sondaggi, non considera un peccato grave aver fatto la spia), le nuove misure della lustracja (verifica del passato comunista) rischiano di aprire solchi profondi in seno all’intellighenzia e di alimentare a dismisura il clima di sospetto che corrode le istituzioni. Entro la metà di maggio insegnanti, avvocati, presidi, magistrati, funzionari pubblici, giornalisti, dirigenti delle case editrici e proprietari di tv e giornali, nati prima dell’agosto 1972, dovranno dichiarare ufficialmente se in passato sono stati reclutati dai servizi segreti comunisti. Una confessione di massa in cui sono coinvolti settecentomila intellettuali. È il bagno purificatore voluto dai conservatori al governo, convinti della necessità che la Polonia debba liberarsi al più presto delle ultime incrostazioni comuniste attraverso la riscoperta di «nuovi valori» e una profonda «rivoluzione morale», ovvero una metodica, inflessibile resa dei conti. Poco importa che le nuove purghe stravolgano lo spirito e le decisioni della «tavola rotonda» fra potere comunista ed opposizione che consentì la nascita in Polonia del primo governo democratico di Tadeusz Mazowiecki, con l’impegno ad archiviare il passato e andare avanti. I gemelli Kaczynski che all’epoca militavano nei ranghi di Solidarnosc, al fianco di Lech Walesa, hanno sempre considerato la tavola rotonda un tradimento e una resa vergognosa. Ed ora si regolano di conseguenza, ripudiando il processo di riconciliazione nazionale e accelerando la resa dei conti, specie nei confronti degli autori dello stato di guerra, con in testa il generale Jaruzelski che rischia di essere degradato, e gli ex agenti della polizia segreta che saranno privati della pensione. C’è chi si è adeguato alle nuove disposizioni, chi ha deciso di boicottarle ritenendole umilianti, chi aspetta il verdetto della Corte Costituzionale. Una volta sottoscritte, le dichiarazioni passeranno al vaglio dell’Istituto della memoria nazionale, in cui sono custoditi i dossier dell’ex polizia politica, che ne verificherà la veridicità. Verrà creato un nuovo dipartimento che vedrà all’opera un centinaio di inquisitori. Ricerche e controlli sono destinati a protrarsi per anni, fra ricorsi e controricorsi in tribunale e in un mare di polemiche, tenuto conto delle riserve e delle critiche che sono state avanzate in più di un’occasione sull’attendibilità di certi documenti - anche da parte della Chiesa - manipolati dagli ufficiali dei servizi che non esitavano ad arruolare collaboratori fittizi per compiacere i superiori. Chi mentirà e verrà contraddetto dai ricercatori dell’Istituto e chi si rifiuterà di obbedire alla richiesta del governo verrà licenziato in tronco e non potrà esercitare la professione per dieci anni. Il presidente della radiotelevisione Krzysztof Czabanski ha fatto sapere che caccerà sia i giornalisti che ammetteranno di aver collaborato con i servizi segreti sia quelli che non obbediranno alla direttiva del governo. Impotente a intervenire su casi di discriminazione che riguardano le idee politiche, Bruxelles per ora non ha potuto far altro che esternare il suo «forte rincrescimento» per una legge che, stigmatizza Andrzej Krawczyk, ex consigliere per gli affari internazionali del presidente Lech Kaczynski, anch’egli accusato di essere stato sul libro paga dei servizi ed assolto in tribunale, «provocherà centinaia di drammi umani».
REPUBBLICA CECA Nel 1992, viene varata una «legge di verifica» che autorizza a mettere sotto inchiesta tutti gli esponenti del precedente regime comunista: funzionari, agenti dei servizi, impiegati statali. Oltre 420 mila persone vengono passate al setaccio da una commissione di «decomunistizzazione» che solleva molte perplessità, anche a livello del Consiglio d’Europa
ROMANIA Il Parlamento romeno ha votato mozioni contro quanti erano compromessi con il regime comunista sin dal 1992. La legge consente l’accesso ai fascicoli personali di chiunque desideri un posto pubblico, da funzionario a quadro ecclesiastico. Un passato di «informatore» della Securitate, la polizia politica di Ceausescu è sufficiente a stroncare una carriera.
LITUANIA I Paesi baltici sono stati i primi a varare leggi anti-comunisti. Il Parlamento di Vilnius, nel 1999, ha addirittura passato un provvedimento che autorizza «epurazioni» non solo nel settore pubblico ma anche in quello privato. Ufficialmente, la legge ha lo scopo di «eradicare» i contatti tra imprenditori e «agenti dell’ex Unione Sovietica»
LEGGE Le nuove misure della «lustracja» (verifica) obbligano certe categorie di polacchi nati prima del ‘72 a dichiarare se hanno collaborato con la polizia politica del regime comunista caduto nell’89
REPUBBLICA CECA Nel 1992, viene varata una «legge di verifica» che autorizza a mettere sotto inchiesta tutti gli esponenti del precedente regime comunista: funzionari, agenti dei servizi, impiegati statali. Oltre 420 mila persone vengono passate al setaccio da una commissione di «decomunistizzazione» che solleva molte perplessità, anche a livello del Consiglio d’Europa
ROMANIA Il Parlamento romeno ha votato mozioni contro quanti erano compromessi con il regime comunista sin dal 1992. La legge consente l’accesso ai fascicoli personali di chiunque desideri un posto pubblico, da funzionario a quadro ecclesiastico. Un passato di «informatore» della Securitate, la polizia politica di Ceausescu è sufficiente a stroncare una carriera.
LITUANIA I Paesi baltici sono stati i primi a varare leggi anti-comunisti. Il Parlamento di Vilnius, nel 1999, ha addirittura passato un provvedimento che autorizza «epurazioni» non solo nel settore pubblico ma anche in quello privato. Ufficialmente, la legge ha lo scopo di «eradicare» i contatti tra imprenditori e «agenti dell’ex Unione Sovietica»
LEGGE Le nuove misure della «lustracja» (verifica) obbligano certe categorie di polacchi nati prima del ‘72 a dichiarare se hanno collaborato con la polizia politica del regime comunista caduto nell’89
CATEGORIE Insegnanti, avvocati, magistrati giornalisti, funzionari pubblici: coinvolti 700.000 intellettuali
PUNIZIONI Chi rifiuta o mente sarà licenziato e non potrà esercitare la professione per 10 anni INQUISIZIONE Le dichiarazioni passeranno al vaglio dell’Istituto della memoria nazionale, in cui sono custoditi i dossier della vecchia polizia politica. Verrà creato un nuovo dipartimento con un centinaio di inquisitori
«Corriere della sera» dell’11 aprile 2007
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