di Massimo Gramellini
L’autorevole Financial Times ha pubblicato un dossier assai autorevole sulla situazione mondiale delle corna. Da un esame autorevolissimo delle statistiche è emerso che una caterva di maschi africani, americani ed europei confessa di tradire la moglie. Fa eccezione l’Italia, dove appena tre uomini su cento riconoscono di aver commesso un adulterio, ma molto piccolo. Gli analisti britannici ne sono rimasti sorpresi. Ci conoscono poco. E ancor meno conoscono i risultati di ogni indagine demoscopica che ci riguardi. Com’è noto, il 92% degli italiani apprezza la cultura più del calcio, il 95% smania dal desiderio di pagare le tasse, il 97% detesta le barzellette becere e, finché la democrazia cristiana è esistita, il 112,8% negava di averla mai votata.
L’italiano è un dissimulatore professionale. Mettetegli davanti un sondaggista ed egli cercherà di soddisfarlo: barrando la risposta più nobile, la più lontana dalla bruta verità. Non per naturale tendenza al depistaggio o desiderio di compiacere l’interlocutore. E neppure per una visione edulcorata dell’esistenza che lo induce a preferire le bugie fantasmagoriche alla noia della realtà. Semplicemente è convinto che i sondaggi non siano un termometro di comportamenti, ma un indicatore di buoni propositi. A chi gli domanda cosa fa o cosa pensa, lui risponde cosa gli piacerebbe fare e pensare per sentirsi migliore di quel che è. Davanti all’intervistatore si comporta come un tempo davanti al prete: puntando a uscirne con un’iniezione di autostima che gli permetta di rimettersi a fare i propri comodi circondato da un alone di santità.
«La Stampa» del 26 aprile 2007
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