In libreria Unhappy hour, il libro inchiesta sulla gioventù milanese. Nel racconto del giornalista Andrea Indini le storie di dieci ragazzi: "Non ci sono limiti né etica"
di Gioia Locati
Milano - I ragazzi «bene» di Milano. Hanno dai 24 ai 28 anni, pensano nell’ordine: all’automobile di grossa cilindrata, a collezionare ragazze e a sballare il sabato sera. In pellegrinaggio da un locale all’altro, persi fra vodka e hascisch, mojito ed ecstasy. Al diavolo l’impegno a lunga scadenza, il lavoro, la fidanzata o un progetto qualsiasi tanto basta la carta di credito di papà. E dopo una nottata di bagordi, la casa ridotta «a un puttanaio», «domani verrà la filippa e ci penserà lei». Storie di ordinaria gioventù. Raccolte per strada, da cronista qual è. E messe nero su bianco in «Unhappy hour» (Leone edizioni) 240 pagine di romanzo inchiesta che si leggono d’un fiato. L’autore è Andrea Indini, giornalista, 30 anni. Ha costruito dieci personaggi, tratteggiandoli con particolari veri, infilandoli in situazioni verosimili, riflettendo realtà agghiaccianti. «Sono partito da un’inchiesta fatta un paio d’anni fa per ilgiornale.it, (il servizio si può trovare cliccando “Anfetamine a colazione”) a contatto con i teen ager, ragazzi minorenni incontrati fuori e dentro i locali della movida ma anche all’ingresso del liceo. L’impressione che mi hanno fatto? Pazzesca. La droga è dappertutto, usata senza remore. Chi ha i soldi sniffa cocaina, chi non può spendere consuma eroina in pasticche. Pillole, alcool e sesso. Per compiacere, per convenienza, per trasgredire, per sentirsi vivi. Non ci né limiti né etica». In cosa è diverso il romanzo? «Ho alzato l’età dei protagonisti, quasi per obbligarli, almeno sulla carta e nella mia immaginazione, a una scelta di vita: o dentro o fuori. Ossia o responsabili o immaturi. Nel mezzo infinite sfumature per questo ho scelto dieci storie e ci sono altrettanti finali. Il titolo che all’inizio era semplicemente “impuniti” e poi è diventato “Unhappy hour” è però troppo triste. Alcuni dei miei protagonisti in realtà si riscattano dal vuoto e cambiano vita». Come il giornalista Andrea... un riferimento autobiografico? «Solo nel nome e nella professione. Lui è il fil rouge del romanzo: ogni sera una festa, tira mattina per non pensare finchè non incontra Cecilia». I protagonisti sono tutti figli di papà, tranne una, Manuela che si fidanza con Raffaele, «una ragazza semplice catapultata nel mondo dei balocchi - racconta Indini - frastornata da belle macchine, abiti firmati, locali esclusivi. Sarà la prima a redimersi (a ribellarsi e a trovare un lavoro che la renda indipendente) quando si accorgerà di essere solo un oggetto e non accetterà più i tradimenti di Raffaele». Il leader del gruppo è Ricky, che organizza le feste più trendy e stabilisce quali sono i locali giusti. Piace a tutti, conosce la Milano che conta ma non ha nemmeno un amico».
«Il Giornale» del 7 giugno 2010
Nessun commento:
Posta un commento