di Francesco Piccolo
Alcune occupazioni del Partito Democratico intanto che in Italia succede tutto quello che succede: cercare casa, cioè trovare una nuova sede per il partito che sia in sintonia con la propria identità, quindi una sede piuttosto labirintica (e non abbiamo ancora capito se cercano una casa più grande o, tristemente, più piccola); discutere molto seriamente se il simbolo che c’è ora sia o non sia quello giusto, e se per caso non sia quello a portare sfortuna; discettare se si può ancora pronunciare la parola “compagno” oppure bisogna dimenticarla per sempre perché irrispettosa verso i giovani (però di positivo c’è che in questo modo si è scoperto che nel Pd ci sono i giovani); fare tanto lavoro diplomatico per trovare delle poltrone da presidente per Massimo D’Alema, che siano prestigiose ma non troppo influenti, e possibilmente in Europa; tradurre la sintassi romagnola di Bersani; non pronunciare parole come “socialismo” o “credenti” che offendano una parte del partito che non coincide con l’altra (cercare in ogni caso di usare un linguaggio neutro e astratto, così si sta più tranquilli); cercare di decifrare il significato profondo del referendum di Pomigliano, e trovare l’errore; organizzare le feste estive che siano in tutto e per tutto delle feste dell’Unità che però non lo sembrino perché anche le feste dell’Unità fanno parte del passato; convincere tutto il mondo che il dualismo Veltroni-D’Alema ormai non esiste più; convincere tutto il mondo che il Partito Democratico esiste ancora.
«L'Unità» del 28 giugno 2010
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