Versioni digitali a pagamento e web gratuito, una contraddizione di fondo
di Piero Macri
Repubblica e Corriere hanno reso disponibile su iPad la versione digitale dei rispettivi giornali. Per il Corriere il servizio sarà gratuito per tutto il mese di giugno mentre a regime il costo sarà di 79 centesimi la singola copia, oppure 4,99 a settimana o, ancora, 19,99 euro al mese. Il costo del giornale digitale di Repubblica non è invece stato ancora reso noto. La Stampa ne ha annunciato la disponibilità a breve è ha già dichiarato il prezzo: 11,99 euro, lo stesso adottato finora per l’iPhone. In Inghilterra il primo giornale a essere disponibile su iPad è il Times, prezzo stabilito: 9,99 sterline per 28 giorni. Il New York Times, che ha varato il servizio da un paio di mesi, ha fissato un prezzo di 17 dollari al mese.
La prima riflessione è che, nonostante le differenti politiche di prezzo stabilite dai singoli editori, il costo del giornale digitale in versione iPad è inferiore al prezzo della carta: per il Corriere si aggira sui 70 centesimi, contro un prezzo cartaceo di 1,20 euro; per il NYTimes è di circa 60 centesimi contro un costo cartaceo di 2 dollari. Azzerando costi di distribuzione e stampa gli editori si possono quindi permettere di stabilire un prezzo inferiore alla carta e generare utili probabilmente superiori. In pratica se tutti gli attuali lettori del prodotto cartaceo si trasferissero su iPad, i giornali sarebbero più ricchi (l’unica incognita sarebbe quella pubblicitaria, riuscirebbero a mantenere le stesse quote?).
Tuttavia esiste una contraddizione di fondo e una confusione infinita riguardo alla politica di pricing sinora impostata. L’informazione si paga se si compra un giornale cartaceo, se si legge la versione per iPad, se ci si avvale del servizio mobile su iPhone o smartphone. Non si paga invece se l’accesso all’informazione avviene attraverso il sito web. Quanto meno questa è la contraddizione che vivono tutti quegli editori che hanno finora deciso di non introdurre alcuna formula a pagamento su web. Insomma, l’informazione ha un costo in base al canale di accesso che si utilizza: carta, web, dispositivi elettronici.
La domanda che ci si pone è quindi la seguente? Finché esisterà l’accesso libero al web, quante persone saranno disposte a pagare per ottenere l’informazione attraverso uno strumento o prodotto alternativo? Una risposta per i lettori della carta stampata è già stata data: nonostante un calo fisiologico continua e continuerà ad esistere un numero di lettori fedeli alla carta, disposti a pagare per poter leggere il giornale nella modalità più tradizionale. Diventa invece più complesso comprendere quale futuro per gli editori potrà avere l’iPad, un oggetto dal quale ci si può liberamente connettere a internet, via Wi-Fi o 3G, e accedere gratis al web. La domanda delle domande è quindi la seguente: perchè abbonarsi per avere un giornale digitale, identico nel layout alla versione cartacea, quando il contenuto è gratuito su internet? O gli editori stabiliscono una diversificazione dei contenuti – di un certo tipo per il web, di altro tipo per il giornale proposto su carta e iPad – oppure il lettore continuerà a orientarsi prevalentemente su web, mentre carta e iPad andranno nel tempo a rappresentare elementi complementari, ma non significativi.
Nell’ipotesi delle ipotesi, potrebbe essere che l’iPad possa costituire il futuro dei giornali cartacei e continuare ad assicurare agli editori una quota di ricavi non gravata da costi di stampa e distribuzione. Ma rimane pur sempre una contraddizione di fondo che continuerà ad esercitare un limite all’utilizzo di un’informazione a pagamento: il web. A questo proposito appare più coerente la politica intrapresa da quegli editori e giornali che hanno deciso di introdurre un balzello anche per la lettura di notizie e articoli proposti sul sito. Ma per i giornali generalisti questa scelta è in conflitto con le regole economiche che governano internet e con l’idea stessa del giornalismo su internet. E allora, che fare? La soluzione iPad che stanno adottando coloro che vogliono mantenere la piattaforma web libera e gratuita permette di fidelizzare un certo numero di lettori, tipicamente quelli culturalmente associati alla carta stampata, un’iniziativa che in definitiva non altera l’equilibrio del web. Così come oggi, pur in presenza di un accesso gratuito al web, esiste un pubblico che continua ogni giorno a spendere un euro in edicola, così, in futuro, è verosimile pensare che possa esistere un numero di persone disposto a legger un giornale digitale offerto in una formula radicalmente diversa da quella del web.
La prima riflessione è che, nonostante le differenti politiche di prezzo stabilite dai singoli editori, il costo del giornale digitale in versione iPad è inferiore al prezzo della carta: per il Corriere si aggira sui 70 centesimi, contro un prezzo cartaceo di 1,20 euro; per il NYTimes è di circa 60 centesimi contro un costo cartaceo di 2 dollari. Azzerando costi di distribuzione e stampa gli editori si possono quindi permettere di stabilire un prezzo inferiore alla carta e generare utili probabilmente superiori. In pratica se tutti gli attuali lettori del prodotto cartaceo si trasferissero su iPad, i giornali sarebbero più ricchi (l’unica incognita sarebbe quella pubblicitaria, riuscirebbero a mantenere le stesse quote?).
Tuttavia esiste una contraddizione di fondo e una confusione infinita riguardo alla politica di pricing sinora impostata. L’informazione si paga se si compra un giornale cartaceo, se si legge la versione per iPad, se ci si avvale del servizio mobile su iPhone o smartphone. Non si paga invece se l’accesso all’informazione avviene attraverso il sito web. Quanto meno questa è la contraddizione che vivono tutti quegli editori che hanno finora deciso di non introdurre alcuna formula a pagamento su web. Insomma, l’informazione ha un costo in base al canale di accesso che si utilizza: carta, web, dispositivi elettronici.
La domanda che ci si pone è quindi la seguente? Finché esisterà l’accesso libero al web, quante persone saranno disposte a pagare per ottenere l’informazione attraverso uno strumento o prodotto alternativo? Una risposta per i lettori della carta stampata è già stata data: nonostante un calo fisiologico continua e continuerà ad esistere un numero di lettori fedeli alla carta, disposti a pagare per poter leggere il giornale nella modalità più tradizionale. Diventa invece più complesso comprendere quale futuro per gli editori potrà avere l’iPad, un oggetto dal quale ci si può liberamente connettere a internet, via Wi-Fi o 3G, e accedere gratis al web. La domanda delle domande è quindi la seguente: perchè abbonarsi per avere un giornale digitale, identico nel layout alla versione cartacea, quando il contenuto è gratuito su internet? O gli editori stabiliscono una diversificazione dei contenuti – di un certo tipo per il web, di altro tipo per il giornale proposto su carta e iPad – oppure il lettore continuerà a orientarsi prevalentemente su web, mentre carta e iPad andranno nel tempo a rappresentare elementi complementari, ma non significativi.
Nell’ipotesi delle ipotesi, potrebbe essere che l’iPad possa costituire il futuro dei giornali cartacei e continuare ad assicurare agli editori una quota di ricavi non gravata da costi di stampa e distribuzione. Ma rimane pur sempre una contraddizione di fondo che continuerà ad esercitare un limite all’utilizzo di un’informazione a pagamento: il web. A questo proposito appare più coerente la politica intrapresa da quegli editori e giornali che hanno deciso di introdurre un balzello anche per la lettura di notizie e articoli proposti sul sito. Ma per i giornali generalisti questa scelta è in conflitto con le regole economiche che governano internet e con l’idea stessa del giornalismo su internet. E allora, che fare? La soluzione iPad che stanno adottando coloro che vogliono mantenere la piattaforma web libera e gratuita permette di fidelizzare un certo numero di lettori, tipicamente quelli culturalmente associati alla carta stampata, un’iniziativa che in definitiva non altera l’equilibrio del web. Così come oggi, pur in presenza di un accesso gratuito al web, esiste un pubblico che continua ogni giorno a spendere un euro in edicola, così, in futuro, è verosimile pensare che possa esistere un numero di persone disposto a legger un giornale digitale offerto in una formula radicalmente diversa da quella del web.
«L’Osservatorio europeo di giornalismo» del 1 giugno 2010
Nessun commento:
Posta un commento