17 novembre 2009

In un libro illustrato c'è tutto quello che bisogna sapere. Senza retorica

Come insegnare il sesso ai bambini
di Valentina Fizzotti


Alla storia dei bambini che si trovano all’improvviso sotto ai cavoli, o alla cicogna che arriva con un fagotto nel becco, diciamocelo, non ci ha mai creduto nessuno. E la spiegazione dell’ape e del fiore era decisamente presa troppo alla lontana. Ma se fino a qualche anno fa almeno si pensava che toccasse ai genitori mettere le cose in chiaro su come funziona fra maschio e femmina – pur affidando di solito la scomoda dettaglistica ai compagni di classe più scafati – adesso non si fa che urlare all’ignoranza sessuale dei minorenni. E giù con vagonate di palloncini per adulti e scatole di pillole per mano di consultori e insegnanti. Eppure non basta ancora: pare che i ragazzini non studino abbastanza.
Secondo Io Donna è tutta colpa della scuola: altro che famiglia, deve essere lo stato che impartisce lezioni di sesso. Questa è la stessa linea del fallimentare sistema inglese: raggiunta l’inscalzabile posizione in testa alla hit parade dei paesi europei con più aborti e preso atto con orrore che le interruzioni di gravidanza negli ultimi dieci anni sono triplicate, i britannici ricorrono alla dottrina sessuale di stato. Così nel paese in cui i teenager sono più bombardati da pubblicità di preservativi, pillole e cliniche abortiste, il segretario all’Educazione, Ed Ball, ha sancito l’obbligatorietà dell’educazione sessuale a scuola. In tutte, ma proprio tutte le scuole, comprese quelle di orientamento confessionale. Non soltanto in Inghilterra l’indottrinamento partirà dai 5 anni di età, ma i genitori dei quindicenni non potranno più scegliere se far frequentare le ore di sesso ai loro figli: che lo vogliano o no dai 15 anni ai ragazzi toccherà almeno un anno di lezioni sul tema. Qualcuno di loro ha protestato che questa è un’atroce invasione del poco spazio innocente che resta ai bambini, ma almeno i genitori britannici si sono potuti evitare la campagna di educazione sessuale lanciata in Estremadura, Spagna, dall’inequivocabile (e parecchio imbarazzante) titolo “Il piacere è nelle tue mani”.
Invece forse un altro modo per raccontare ai bambini come funziona la questione senza scadere nel meccanicismo c’è. Per genitori ed educatori in cerca di ispirazione è uscito per Ancora un manuale a fumetti che non nasconde niente, ma rende la questione molto divertente. Nel libello di Pierluigi Diano il sesso non è una cosa da fruttivendoli: niente “pisellini” o “patatine”, chiamiamo le cose con il loro nome. Altro che preservativi srotolati sulle banane in classe. Ma senza essere troppo crudi nelle spiegazioni: il corpo della donna è “un’isola del tesoro”, lo spermatozoo un “fantastico esploratore”. Nel fumetto l’ovocita Citina si fa bella per un mese aspettando l’appuntamento con il suo To-zoo, allenato a corse più dure che il Camel Trophy. Lui rischia sempre di arrivare in ritardo causa traffico, lei è cicciotella e gli dà di pelandrone. Il sesso a fumetti “non è una cosa sporca”, anzi è meraviglioso. L’introduzione spiega per filo e per segno che cosa succede quando mamma e papà vogliono stare “stretti-stretti”, tranquillizza sulle strane reazioni dei corpi (lei certi giorni è nervosa, lui si alza un po' strano) e si prepara a eventuali obiezioni: no, non è come se qualcuno ti mettesse il dito in un occhio, anzi è una cosa molto piacevole. Se c’è amore, ça va sans dire.


«Il Foglio» del 17 novembre 2009

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