28 novembre 2009

Pirandello, Il gioco delle parti (1)

Ieri, 27 novembre 2009, abbiamo visto al Quirino, Il gioco delle parti di Pirandello. Riporto alcuni brani che mi hanno più colpito ... de gustibus ...


GUIDO E non comprendi che tutto questo, per forza, sconcerta? Perché, fare come se tu non ci fossi... capirai, per quanto uno faccia, poi, a un certo punto, si... si resta come trattenuti... impacciati... perché... perché è inutile... tu poi ci sei!
LEONE Già.
Pausa.
Ci sono.
Pausa. Con altro tono:
Non dovrei esserci?
GUIDO No, Dio mio, non dico questo!
LEONE Ma sì, caro! Non dovrei esserci. T'assicuro però che mi sforzo, quanto più posso, d'esserci il meno possibile, e non solo per gli altri, ma anche per me stesso. La colpa è del fatto, caro mio! Sono nato. E quando un fatto è fatto, resta là, come una prigione per te. Io ci sono. Ne dovrebbero tener conto gli altri, almeno per quel poco, di cui non posso fare a meno, dico d'esserci. L'ho sposata; o, per esser più giusti, mi son lasciato sposare. Fatto, anche questo: prigione! Che vuoi farci? Quasi subito dopo, lei si mise a sbuffare, a smaniare, a contorcersi rabbiosamente per evadere... e io... t'assicuro, GUIDO, che ne ho molto sofferto... S'è trovata poi questa soluzione Le ho lasciato qua tutto, portandomi via soltanto i miei libri e le mie stoviglie di cucina (cose, come sai, per me inseparabili). Ma capisco che è inutile: nominalmente, la parte assegnatami da un fatto che non si può distruggere, resta: sono il marito. Anche di questo, forse, si dovrebbe tenere un po' di conto.
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LEONE (subito trattenendolo) No, ti prego. Vado via io a momenti. Se sai che non aveva nulla da dirmi...
Pausa. Alzandosi.
Ah, triste cosa, caro mio, quando uno ha capito il giuoco!
GUIDO Che giuoco?
LEONE Mah... anche questo qua. Tutto il giuoco! Quello della vita.
GUIDO Tu l'hai capito?
LEONE Da un pezzo. E anche il rimedio per salvarsi.
GUIDO Se tu me l'insegnassi!
LEONE Eh, caro. Non è rimedio per te. Per salvarsi, bisogna sapersi difendere. Ma è una certa difesa... dirò, disperata, che tu forse non puoi neanche intendere.
GUIDO Come sarebbe, disperata? Accanita?
LEONE No, no, disperata, caro, nel senso d'una vera e propria disperazione, ma pur tuttavia senza neanche un'ombra d'amarezza per questo.
GUIDO E che difesa, allora, scusa?
LEONE La più ferma, la più immobile, appunto perché nessuna speranza più t'induce a piegarti verso una, sia pur minima, concessione ne agli altri né a te stesso.
GUIDO Non capisco. E la chiami difesa? Difesa di che cosa, se dev'esser così?
LEONE (lo guarda un tratto severo e fosco; poi, dominandosi e quasi riassorbendosi in una impenetrabile serenità) Di niente, in te, se in te riesci, come sono riuscito io, a non aver più nulla. Che vuoi difendere? Difenderti, io dico! Dagli altri, e soprattutto da te stesso; dal male che la vita fa a tutti, inevitabilmente; quello che io mi son fatto per lei
indica di nuovo la vetrata, dietro alla quale suppone che SILIA sia nascosta.
tant'anni! quello che io faccio a lei, anche così del tutto isolato come mi tengo. quello che tu fai a me...
GUIDO Io?
LEONE Ma sì, inevitabilmente.
Spiandolo negli occhi.
Credi di non farmi nessun male tu?
GUIDO (smorendo) Mah... ch'io sappia...
LEONE (per rinfrancarlo) Oh, anche senza saperlo, mio caro! Tu mangi carne, a tavola. Chi te la dà? Un pollo, o un vitello. Non ci pensi nemmeno. Ce lo facciamo tutti, il male, a vicenda; e ciascuno a se stesso, poi... Per forza! È la vita. Bisogna vuotarsene.
GUIDO Bravo! E che ti resta allora?
LEONE Contentarsi, non più di vivere per sé, ma di guardar vivere gli altri, e anche noi stessi, da fuori, per quel poco che pur si è costretti a vivere.
GUIDO Ah, troppo poco, scusa!
LEONE Sì, ma ti compensa un godimento meraviglioso: il giuoco appunto dell'intelletto che ti chiarifica tutto il torbido dei sentimenti, che ti fissa in linee placide e precise tutto ciò che ti si muove dentro tumultuosamente. Capirai però, che sarebbe molto pericoloso il godimento di questo lucido e tranquillo vuoto che ti fai dentro, perché, tra l'altro, rischierebbe di farti andare come un pallone su tra le nuvole, se tu non ti mettessi anche dentro, con arte e con perfetta misura, una necessaria zavorra.
GUIDO Ah, ecco! Mangiando bene?
LEONE Per ristabilire l'equilibrio; perché tu possa sempre, insomma, restare in piedi come quei buffi giocattoli, che tu puoi buttar come vuoi: ti restan sempre ritti per il loro contrappeso di piombo. Non siamo altro, credi. Ma bisogna saperselo fare, questo vuoto e questo pieno: se no, si resta per terra e nei più goffi atteggiamenti. Insomma, via, la salute è qui: trovare un pernio, caro, il pernio d'un concetto per fissarsi.
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SILIA Erano in quattro... tu li hai visti!
LEONE Ah! quei quattro signori ch'erano accanto al portone?
SILIA Quelli, quelli, sì; sono saliti, hanno forzato la porta...
GUIDO Ma se erano brilli! se non erano in sensi!
LEONE Ah... come? Tu c'eri?
A questa domanda, grave di finto stupore, succede una pausa di smarrimento in SILIA e in GUIDO.
GUIDO Sì... ma... non....
SILIA (rinfrancandosi subito, aggressiva) E che volevi, che mi difendesse lui? Doveva difendermi lui? Quando mio marito aveva allora allora voltato le spalle, lasciandomi esposta all'aggressione di quattro giovinastri, che, se lui si fosse fatto avanti -
GUIDO (interrompendo) - io ero di là, capisci? -
SILIA (precisando) - nel salotto da pranzo -
LEONE (placidissimo) - bevevi qualche altro bicchierino?
SILIA (scattando con furia) Ma se me lo dissero, se me lo dissero: "Se ci hai di là qualche signore, fai pure con comodo, sai?". Non ci mancava altro, per finire di compromettermi, che lui si mostrasse! Guai, guai, se lo avesse fatto! Per fortuna, lo comprese!
LEONE Ho capito... ho capito... Ma io sono meravigliato, SILIA... no, che dico meravigliato? stupefatto addirittura, che nella tua testolina sia potuto entrare anche questo discernimento, cara!
SILIA (stonata, non comprendendo) Che discernimento?
LEONE Ma che toccava a me di difenderti, perché il marito sono io, e tu la moglie, e lui... uno che, ma sì, Dio liberi, se fosse entrato in quel momento, tra quei quattro avvinazzati - (tanto più che un po' brillo doveva essere anche lui)...
GUIDO Ma che brillo! T'assicuro che io non sono entrato per prudenza.
LEONE E hai fatto benone, caro! Il miracolo è qua, è qua: in questa testolina che ha potuto capire codesta tua prudenza... che tu l'avresti compromessa, se ti fossi mostrato... e non t'ha chiamato in difesa, mentr'era aggredita da quei quattro -
SILIA (subito, quasi infantilmente) - che mi stavano addosso, sai? tutti, con le mani addosso... per strapparmi la veste -
LEONE (a GUIDO) - capisci? e pensò a me! che toccava a me! È tal miracolo questo, che subito, eccomi qua, subito, subito, sì, sono dispostissimo a fare tutto quel che mi tocca!
SILIA (stupita, pallidissima, quasi non credendo ai suoi orecchi) Ah, benissimo!
GUIDO (subito) Come! Tu accetti?
LEONE (piano, sorridendo) Ma sicuro che accetto! Scusa. Per forza. Non sei coerente!
GUIDO (con stupore) Io?
LEONE Ma sì, tu! tu! Perché la mia accettazione è una conseguenza diretta e precisa della tua prudenza.
SILIA (trionfante) È vero? Mi pare!
Batte le mani.
GUIDO (stordito) Come... scusate... come, della mia prudenza?
LEONE (grave) Rifletti un poco. Se lei è stata così oltraggiata, e tu hai fatto bene a essere così prudente, viene perfettamente di conseguenza che a sfidare debbo essere io!
GUIDO Ma nient'affatto! No! Nient'affatto! Perché la mia prudenza è stata... perché... perché capii che mi sarei trovato di fronte a quattro incoscienti -
SILIA (di nuovo scattando) - non è vero!
GUIDO (a LEONE) Tu capisci: nel vino, avevano sbagliato porta; hanno chiesto scusa!
SILIA Non l'ho accettata! Comoda, la scusa, dopo l'oltraggio! Non dovevo accettarla! Ma guarda! come se l'avessero chiesta a lui! Come se avessero insultato e oltraggiato lui, mentre per prudenza si teneva discosto!
LEONE (a GUIDO) Vedi? Tu ora guasti tutto, mio caro!
SILIA L'oltraggio è stato fatto a me!
LEONE (a GUIDO) È stato fatto a lei!
A SILIA:
E subito tu, è vero? pensasti a tuo marito!
A GUIDO;
Scusami, caro: vedo che, proprio, tu non riesci a rifletter bene.
GUIDO (esasperato, notando la perfidia di SILIA) Ma lasciami stare! Che vuoi che rifletta!
LEONE (concedendo, sempre con aria grave) Hai ragione, sì, hai ragione di dire che tu l'avresti compromessa, ma non perché erano ubriachi, intendi? Questa, se mai, potrebbe essere una scusa per me, perché io non li sfidi, perché io non li chiami a rispondere dell'oltraggio fatto a lei...
SILIA (disillusa) Come?
LEONE (subito) Dico se mai, sta' tranquilla!
A GUIDO:
Ma non può essere una scusa per la tua prudenza, ché anzi, via... se erano ubriachi, potevi benissimo esser meno prudente.
SILIA E già! Verissimo... Con degli ubriachi... un signore che si trovi a visita... Non era ancora mezzanotte!
GUIDO (insorgendo) No, Come? Se voi...
LEONE (precipitosamente, rivolto a SILIA) No, no, no, no, scusa! Ha fatto bene, l'hai detto tu stessa! Come anche tu hai fatto bene a pensare a me. Avete fatto benissimo tutt'e due!
GUIDO (tra due fuochi) Ma no... ma io...
LEONE Lascia fare! Son così contento io ch'ella abbia visto per la prima volta un pernio: quello che mi tiene infisso nella mia parte assegnata, di marito! Figùrati se voglio romperglielo! Cara, sì, sì, tuo marito, e tu sei la moglie, e lui... e lui naturalmente sarà il padrino!
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BARELLI Prima scambio di due palle alla pistola, e poi alla spada, e a che condizioni!
SILIA Ah, senti? senti? Poi anche alla spada! Non gli è bastata la pistola! Anche alla spada?
BARELLI Ma no, signora! La spada è stata scelta d'accordo. La pistola è stato un di più; così, come per una gara... per scherzare anche materialmente col fuoco!
.SILIA Ma questo è un assassinio!
BARELLI Si, signora. Pare anche a me! Ma mi perdoni: stava proprio a lei d'impedirlo!
SILIA Come? Io? Ma qua c'è lui che può dirlo!
Indica LEONE.
LEONE Sì, sì.
SILIA Non ho mica voluto io che s'arrivasse a una cosa così grave.
LEONE (forte, imperioso a BARELLI) Oh, basta! Mi sembra inutile, scusa, che tu ti metta adesso a discutere con lei.
BARELLI No... ma perché, tu non sai... c'è tutta la città piena... non si parla d'altro...
SILIA E si dice che io -?
BARELLI - non lei! Lui, il Venanzi, signora!
a LEONE:
Tu capisci... non è contro te... tu non c'entri! L'odio, la rabbia di Miglioriti sono contro di lui, di Venanzi. Perché s'è saputo (e qui la signora può dirlo; ma me l'ha confessato lui stesso del resto) s'è saputo, capisci? che lui era là... là... a visita... E non ha impedito! trattenuto forse da... non so... non credo screzii, no, ma gelosie, ecco, di sala d'armi, col Miglioriti. Signori miei, si nasconde; non impedisce; non soffoca lo sconcio scandalo... (perché erano proprio ubriachi) e per giunta, ora va lì a sfidare... Cose... cose incredibili! Io... io per me... non so più dove sono!
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LEONE Come mi trovi? Che dico? Dico che tu e mia moglie mi avete scombussolato jeri tutta la giornata, per farmi fare ciò che realmente ho riconosciuto che toccava a me di fare.
GUIDO E dunque -
BARELLI - ti batti!
LEONE Questo non tocca a me.
BARELLI E a chi tocca?
LEONE A lui.
Indica GUIDO.
BARELLI Come, a lui?
LEONE A lui, a lui.
S'appressa a GUIDO, rimasto allibito, con le mani sul volto, e gliene stacca una per guardarlo negli occhi .
E tu lo sai!
A BARELLI:
Egli lo sa! Io, marito, ho sfidato, perché non poteva lui per mia moglie. Ma quanto a battermi, no. Quanto a battermi, scusa,
a GUIDO, piano, scrollandogli un'ala del bavero e pigiando su ogni parola
tu lo sai bene, è vero? che io non c'entro, perché via, non mi batto io, ti batti tu!
GUIDO (trema, suda freddo, si passa le mani convulse sulle tempie).
BARELLI Questo è enorme!
LEONE No, normalissimo, caro; perfettamente secondo il giuoco delle parti. Io, la mia: lui, la sua. Dal mio pernio io non mi muovo. E come me ragiona anche il suo avversario: lo hai detto tu stesso, BARELLI, che ce l'ha con lui difatti, il suo avversario, non ce l'ha mica con me. Perché tutti lo sanno, e tu meglio di tutti, che cosa si voleva fare di me. Ah, volevate davvero portarmi al macello ?
GUIDO (protestando con forza) Io, no! io, no!
LEONE Ma va' là, che tra te e mia moglie qua, jeri, pareva che faceste all'altalena, e su, e giù, e io nel mezzo ad aggiustarmi e ad aggiustarvi a punto. Ah! avete creduto di giocarvi me, la mia vita? Avete fallito il colpo, cari miei! Io ho giocato voi.
GUIDO No! Tu mi sei testimonio che io, jeri... e fin da principio...
LEONE Ah, sì, tu hai cercato di essere prudente. Molto prudente.
GUIDO Come lo dici? Che intendi dire?
LEONE Eh, caro; ma prudente fino all'ultimo, no, non sei stato, devi riconoscerlo! A un certo punto, per ragioni che io intendo benissimo, bada (e ti compiango!), la prudenza è venuta a mancarti, e ora, mi dispiace, ne piangerai le conseguenze.
GUIDO Perché tu non ti batti?
LEONE Non tocca a me.
GUIDO Sta bene! Tocca a me?
BARELLI (insorgendo) Ma come, sta bene?
GUIDO (a BARELLI) Sta bene! Aspetta!
A LEONE
E tu?
LEONE Io farò colazione.
GUIDO No, dico... non capisci che se io ora vado a prendere il tuo posto...
LEONE Ma no, caro: non il mio: il tuo!
GUIDO Il mio, sta bene. Ma tu sarai squalificato!
BARELLI Squalificato! Dovremo per forza squalificarti!
LEONE (ride forte) Ah! ah! ah! ah!
BARELLI Ridi? Squalificato! Squalificato!
LEONE Ma ho inteso, cari miei! Rido. E non vedete come vivo? Dove vivo? E che volete che m'importi di tutte le vostre... qualità?
GUIDO Non perdiamo più tempo, via! Andiamo! andiamo!
BARELLI Ma vai a batterti tu, davvero?
GUIDO Io, sì! Non hai inteso?
BARELLI Ma no!
LEONE Sì, credi, tocca a lui, BARELLI.
BARELLI Questo è cinismo!
LEONE No, caro: è la ragione, quando uno s'è votato d'ogni passione, e...
GUIDO (interrompendo e afferrando BARELLI per un braccio) Vieni, BARELLI! Inutile discutere, ormai! Lei, dottore, venga giù con me!
SPIGA Eccomi, eccomi!
Entra a questo punto dall'uscio a destra SILIA Gala. Si fa un breve silenzio, nel quale ella resta come sospesa e smarrita.
GUIDO (facendosi avanti pallidissimo e stringendole la mano) Addio, signora!
Poi, volgendosi a LEONE:
Addio!

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