di Dino Messina
"l bel libro sul padre di Benedetta Tobagi, la fiction di De Maria 'La prima linea', la ristampa del bel libro di Licia Pinelli sul marito Pino, il saggio storico di De Luna sugli anni Settanta sono solo alcuni dei tanti titoli recenti o recentissimi che evocano i nostri 'anni di piombo', quelli nei quali uno come me si svegliava la mattina con la paura di leggere sui giornali la notizia di un morto ammazzato dai terroristi - Brigate Rosse o Prima Linea non cambiava niente - o di qualche terrorista ammazzato dalla polizia, che in qualche modo aveva conosciuto o sfiorato".
Questo è l'incipit dell'articolo che Goffredo Fofi ha pubblicato oggi sull'"Unità", nel quale ho trovato due perle di saggezza. La prima è il giudizio sul film di De Maria, "di apprezzabile misura morale e civile ma cinematograficamente morto". Niente male come stroncatura. Il vecchio critico cinematografico dei "Quaderni piacentini" morde ancora. La seconda perla è una riflessione sugli anni Settanta, o meglio sul racconto che ne facciamo oggi: "In un momento in cui la destra non è mai stata così potente e addita il '68 come causa di tutti i mali, sono ancora la superficialità morale, l'emotività eroicistica del terrorismo a far credere che ci fossero solo loro o che fossero loro l'anima del movimento, l'essenza del movimento. Di fatto, i terroristi e i loro amici e nemici continuano a ricattarci tutti...".
Gli anni Settanta anche se si conclusero con il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro ('78), l'assassinio dei giudici Emilio Alessandrini (1979) e Guido Galli (1980), del giornalista Walter Tobagi (1980) e di tanti altri valenti servitori dello Stato e della società, non furono soltanto violenza. Ricordo che il decennio si aprì nel '70 con lintroduzione delle regioni e la legge sul divorzio, che nel '78 vi furono la legge Basaglia sull'abolizione dei manicomi e la legge sulla legalizzazione dell'aborto, che nel 1976 entrò in campo un grande protagonista politico come Bettino Craxi, e via dicendo...
Mi sembra giusto quel che pensa Fofi, che sia ricattatorio pensare agli anni Settanta soltanto come al decennio del terrorismo. Ci fu ben altro. Anche se la violenza monopolizzò a un certo punto l'attenzione generale, a destra come a sinistra non erano i terroristi 'la meglio gioventù".
Questo è l'incipit dell'articolo che Goffredo Fofi ha pubblicato oggi sull'"Unità", nel quale ho trovato due perle di saggezza. La prima è il giudizio sul film di De Maria, "di apprezzabile misura morale e civile ma cinematograficamente morto". Niente male come stroncatura. Il vecchio critico cinematografico dei "Quaderni piacentini" morde ancora. La seconda perla è una riflessione sugli anni Settanta, o meglio sul racconto che ne facciamo oggi: "In un momento in cui la destra non è mai stata così potente e addita il '68 come causa di tutti i mali, sono ancora la superficialità morale, l'emotività eroicistica del terrorismo a far credere che ci fossero solo loro o che fossero loro l'anima del movimento, l'essenza del movimento. Di fatto, i terroristi e i loro amici e nemici continuano a ricattarci tutti...".
Gli anni Settanta anche se si conclusero con il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro ('78), l'assassinio dei giudici Emilio Alessandrini (1979) e Guido Galli (1980), del giornalista Walter Tobagi (1980) e di tanti altri valenti servitori dello Stato e della società, non furono soltanto violenza. Ricordo che il decennio si aprì nel '70 con lintroduzione delle regioni e la legge sul divorzio, che nel '78 vi furono la legge Basaglia sull'abolizione dei manicomi e la legge sulla legalizzazione dell'aborto, che nel 1976 entrò in campo un grande protagonista politico come Bettino Craxi, e via dicendo...
Mi sembra giusto quel che pensa Fofi, che sia ricattatorio pensare agli anni Settanta soltanto come al decennio del terrorismo. Ci fu ben altro. Anche se la violenza monopolizzò a un certo punto l'attenzione generale, a destra come a sinistra non erano i terroristi 'la meglio gioventù".
«Corriere della sera» del 15 novembre 2009
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