Inserito da lucius il 25.12.2009
Quelle che riportiamo di seguito sono note e osservazioni di addetti ai lavori, che si misurano con alcune tendenze future. Si tratta di interventi da punti di vista diversi, che colgono alcuni fenomeni emergenti, in particolare del mercato internazionale, e cercano di considerarne gli effetti in Italia.
1. Stefano Bonilli, fondatore e animatore per molti anni della rivista e della casa editrice "Il gambero rosso", nonché appassionato dell'evoluzione della tecnologia, ha scritto recentemente sul suo blog la nota "Viaggiatore e gourmet del XXI secolo", in cui tra l'altro ragiona sulle conseguenze che i nuovi strumenti tecnologici stanno producendo sulle nostre modalità di muoverci e sulla filiera produttiva dell'editoria legata al viaggio. Per un verso al viaggiatore "intelligente" non potranno mancare quegli attrezzi digitali che permettono non solo un orientamento fisico nello spazio (mappe, orari, tabelle di spostamento), ma anche un inserimento culturale nelle nuove realtà avvicinate (mappe storiche e culturali questa volta, guide, ecc.); per l'altro gli attuali device tecnologici (smartphone e lettori di e-book in primo luogo) stanno modificando addirittura il rapporto tra autori, editori e distributori, con la cosiddetta "disintermediazione" della catena produttiva e con nuove relazioni tra gli autori e i lettori.
Bonilli è un felice acquirente del Kindle di Amazon, su cui vedi qui e qui, e in partenza per l'Australia ha caricato nel suo bagaglio leggero, il lettore di e-book con la Guida edita da Lonely Planet e con lo Chief's Companion (un dizionario di cucina), un portatile e uno smartphone (entrambi targati Apple), oltre a una macchina fotografica digitale di ultima generazione. Giustamente lamenta la mancanza di testi in italiano che avrebbe potuto caricare sul suo lettore e portare con sé senza "appesantire" la valigia. [In risposta a un commento Bonilli afferma: "...comunque il mio è bagaglio a mano, io non imbarco mai, neppure per i viaggi trans-oceanici, una regola rigida, e quindi non perdo nulla..."].
2. Giuseppe Granieri, esperto di comunicazione e di cultura digitale, nonché animatore da molti anni del blog Bookcafe, ha esplicitato con chiarezza i termini del problema: "Quel che è stato per la musica molto presto sarà anche per il libro. Dietro alla diffusione degli ebook, giunti alla soglia della maturità, c'è un mercato in rapida e irrimediabile evoluzione". Attualmente, secondo le dichiarazioni di Jeff Bezos, ideatore e titolare della libreria in linea Amazon, per 100 libri di carta acquistati si vendono 48 copie dell'edizione elettronica per Kindle, con la previsione che non ci vorrà ancora molto tempo per rovesciare la proporzione (dichiarazioni al «New York Times» del 2 dicembre 2009). Granieri condivide questo giudizio e svolge un'analisi di alcuni "segnali deboli", che in genere sfuggono alla percezione dei non addetti ai lavori.
In primo luogo non può passare inosservato il miglioramento dei device tecnologici, come il Kindle, il Sony Reader o il Cybook Opus (importato in Italia da Antonio Tombolini) a cui si è aggiunto recentemente il Nook di Barnes & Nobles [il responsabile della sezione "Tecnologia" del «New York Times» lo ha stroncato in questo divertente video]: viaggiano tutti intorno a un prezzo di base sui 250 euro, con la possibilità di "scaricare" in modalità wireless gli ebook preferiti. Scrive Granieri:
Questi device hanno ormai superato la fase di protostoria e sono diventati competitivi, offrendo un'esperienza di lettura diversa ma affatto inferiore al libro di carta. Hanno inoltre alcuni vantaggi funzionali non trascurabili: possono immagazzinare centinaia di titoli in pochi grammi, consentono di operare sul testo e di fare ricerche, si arricchiscono di nuovi titoli acquistati in pochissimi secondi. C'è ancora qualche problema, come in tutte le tecnologie giovani, ma fa parte del gioco: il catalogo non è onnicomprensivo, si lotta per affermare standard diversi. C'è potenzialmente anche una grande capacità di farli dialogare con il computer e con un altro fronte di dispositivi in forte crescita: gli smartphone (che hanno una crescita media annuale del 200% su diversi mercati nazionali e sono già una realtà negli States). E presto comunicheranno anche con i tablet.
In Italia la diffusione finora è stata molto limitata, mentre negli USA il Kindle sta conoscendo una significativa diffusione con la leadership del segmento di mercato.
In secondo luogo, diminuiscono anche i prezzi dei singoli libri digitali e così si può comprare l'ultima novità editoriale intorno ai 10 dollari o Bonilli può ottenere la guida dell'intera Australia (intorno alle 1200 pagine) a poco più di 16,50 dollari.
Il terzo e ultimo punto riguarda gli editori, che, secondo Granieri, "hanno perso la battaglia per il controllo delle piattaforme di distribuzione e di vendita, che per la natura digitale del prodotto possono facilmente diventare piattaforme anche di edizione. Dovranno sempre più venire a patti con Amazon, se vorranno vendere, e corrono anche il rischio di essere saltati allegramente. L'ultimo dei segnali deboli, infatti, riguarda il primo caso di autore di bestseller che si accorda direttamente con Amazon. Un precedente assai significativo, che potrebbe aprire una strada molto redditizia per gli autori."
3. Che cosa stanno facendo gli editori? In Italia ancora molto poco, perché il problema non si presenta con quella urgenza che richiederebbe risposte tempestive. All'estero e, sopratutto in America, le iniziative ci sono e sono di opposizione. Così, sempre sul «New York Times» viene annunciata la decisione di un pool di editori (tra cui Simon & Schuster e Hachette) di ritardare di 4 mesi la disponibilità di una novità libraria in formato ebook, con l'idea di riconvertire alla carta stampata i nostri geek. Commenta il responsabile della sezione "Bits" del giornale Nick Bilton:
Di fronte alle nuove pressioni degli autori e dei lettori, gli editori sono comprensibilmente preoccupati del cambiamento del loro modello di business. Ma credono effettivamente di incrementare i loro guadagni rendendo l'acquisto di libri più difficile per gli utenti? Facciamo un esempio: avete ricevuto un regalo, scartate il pacco e trovate l'ultimo Kindle, un Sony Reader o il Nook di Barnes & Noble. Proprio quello che avreste sempre voluto! Lo accendete, navigate fino al negozio in linea e cercate l'ultimo romanzo di Don De Lillo. Ma non potete acquistarlo con un semplice click comodamente seduti sulla vostra poltrona: infatti un avviso vi comunica che il libro sarà disponibile per i prossimi quattro mesi soltanto nell'edizione a stampa rilegata.
Siete sicuri che posereste il vostro nuovo book reader, salireste in macchina per recarvi in libreria e comprare l'edizione rilegata? Probabilmente no; invece attraverso il bottone "Indietro" andreste a cercare nella libreria digitale qualche cos'altro da comprare e da leggere.
I consumatori capiscono bene che digitale significa immediato e infinito e che non esistono più i limiti imposti dalla carta. [...]
L'economia dei bytes non è la stessa di quella degli atomi. Gli infiniti bit digitali non devono essere trattati con i vecchi modelli di business della domanda e dell'offerta. Si crea una versione digitale e si può distribuirla dovunque, immediatamente e virtualmente senza costi di distribuzione. (Provate a immaginare che la vostra nuova macchina fotografica digitale vi dia questo avvertimento: "Ci dispiace: non potete mandare per email questa foto a un amico per i prossimi 4 mesi. Perché invece non la fai stampare e inviare attraverso un servizio di stampa a richiesta!").
Sembra che gli editori stiano ingaggiando una lotta con l'avversario sbagliato: i loro clienti. Vorrebbero punire le persone che comprano i loro contenuti, invece di metterle in condizione di usare il loro denaro immediatamente e da ogni parte del mondo.
Certo tutti questi sono ancora segnali (più forti nei paesi anglosassoni, più deboli da noi), ma forse occorrerebbe tenerli maggiormente in conto. Non dimentichiamo poi che l'ebook sta entrando di diritto nella scuola italiana per combattere il caro-libri o gli zaini pesanti (vedi la circolare del 10 febbraio 2009). E allora sorgono spontanee alcune domande: da oggi in poi le nuove generazioni digitali che cosa faranno? Aspetteranno le decisioni degli editori? Leggeranno i libri sulla carta o arriccheranno il loro archivio digitale?
1. Stefano Bonilli, fondatore e animatore per molti anni della rivista e della casa editrice "Il gambero rosso", nonché appassionato dell'evoluzione della tecnologia, ha scritto recentemente sul suo blog la nota "Viaggiatore e gourmet del XXI secolo", in cui tra l'altro ragiona sulle conseguenze che i nuovi strumenti tecnologici stanno producendo sulle nostre modalità di muoverci e sulla filiera produttiva dell'editoria legata al viaggio. Per un verso al viaggiatore "intelligente" non potranno mancare quegli attrezzi digitali che permettono non solo un orientamento fisico nello spazio (mappe, orari, tabelle di spostamento), ma anche un inserimento culturale nelle nuove realtà avvicinate (mappe storiche e culturali questa volta, guide, ecc.); per l'altro gli attuali device tecnologici (smartphone e lettori di e-book in primo luogo) stanno modificando addirittura il rapporto tra autori, editori e distributori, con la cosiddetta "disintermediazione" della catena produttiva e con nuove relazioni tra gli autori e i lettori.
Bonilli è un felice acquirente del Kindle di Amazon, su cui vedi qui e qui, e in partenza per l'Australia ha caricato nel suo bagaglio leggero, il lettore di e-book con la Guida edita da Lonely Planet e con lo Chief's Companion (un dizionario di cucina), un portatile e uno smartphone (entrambi targati Apple), oltre a una macchina fotografica digitale di ultima generazione. Giustamente lamenta la mancanza di testi in italiano che avrebbe potuto caricare sul suo lettore e portare con sé senza "appesantire" la valigia. [In risposta a un commento Bonilli afferma: "...comunque il mio è bagaglio a mano, io non imbarco mai, neppure per i viaggi trans-oceanici, una regola rigida, e quindi non perdo nulla..."].
2. Giuseppe Granieri, esperto di comunicazione e di cultura digitale, nonché animatore da molti anni del blog Bookcafe, ha esplicitato con chiarezza i termini del problema: "Quel che è stato per la musica molto presto sarà anche per il libro. Dietro alla diffusione degli ebook, giunti alla soglia della maturità, c'è un mercato in rapida e irrimediabile evoluzione". Attualmente, secondo le dichiarazioni di Jeff Bezos, ideatore e titolare della libreria in linea Amazon, per 100 libri di carta acquistati si vendono 48 copie dell'edizione elettronica per Kindle, con la previsione che non ci vorrà ancora molto tempo per rovesciare la proporzione (dichiarazioni al «New York Times» del 2 dicembre 2009). Granieri condivide questo giudizio e svolge un'analisi di alcuni "segnali deboli", che in genere sfuggono alla percezione dei non addetti ai lavori.
In primo luogo non può passare inosservato il miglioramento dei device tecnologici, come il Kindle, il Sony Reader o il Cybook Opus (importato in Italia da Antonio Tombolini) a cui si è aggiunto recentemente il Nook di Barnes & Nobles [il responsabile della sezione "Tecnologia" del «New York Times» lo ha stroncato in questo divertente video]: viaggiano tutti intorno a un prezzo di base sui 250 euro, con la possibilità di "scaricare" in modalità wireless gli ebook preferiti. Scrive Granieri:
Questi device hanno ormai superato la fase di protostoria e sono diventati competitivi, offrendo un'esperienza di lettura diversa ma affatto inferiore al libro di carta. Hanno inoltre alcuni vantaggi funzionali non trascurabili: possono immagazzinare centinaia di titoli in pochi grammi, consentono di operare sul testo e di fare ricerche, si arricchiscono di nuovi titoli acquistati in pochissimi secondi. C'è ancora qualche problema, come in tutte le tecnologie giovani, ma fa parte del gioco: il catalogo non è onnicomprensivo, si lotta per affermare standard diversi. C'è potenzialmente anche una grande capacità di farli dialogare con il computer e con un altro fronte di dispositivi in forte crescita: gli smartphone (che hanno una crescita media annuale del 200% su diversi mercati nazionali e sono già una realtà negli States). E presto comunicheranno anche con i tablet.
In Italia la diffusione finora è stata molto limitata, mentre negli USA il Kindle sta conoscendo una significativa diffusione con la leadership del segmento di mercato.
In secondo luogo, diminuiscono anche i prezzi dei singoli libri digitali e così si può comprare l'ultima novità editoriale intorno ai 10 dollari o Bonilli può ottenere la guida dell'intera Australia (intorno alle 1200 pagine) a poco più di 16,50 dollari.
Il terzo e ultimo punto riguarda gli editori, che, secondo Granieri, "hanno perso la battaglia per il controllo delle piattaforme di distribuzione e di vendita, che per la natura digitale del prodotto possono facilmente diventare piattaforme anche di edizione. Dovranno sempre più venire a patti con Amazon, se vorranno vendere, e corrono anche il rischio di essere saltati allegramente. L'ultimo dei segnali deboli, infatti, riguarda il primo caso di autore di bestseller che si accorda direttamente con Amazon. Un precedente assai significativo, che potrebbe aprire una strada molto redditizia per gli autori."
3. Che cosa stanno facendo gli editori? In Italia ancora molto poco, perché il problema non si presenta con quella urgenza che richiederebbe risposte tempestive. All'estero e, sopratutto in America, le iniziative ci sono e sono di opposizione. Così, sempre sul «New York Times» viene annunciata la decisione di un pool di editori (tra cui Simon & Schuster e Hachette) di ritardare di 4 mesi la disponibilità di una novità libraria in formato ebook, con l'idea di riconvertire alla carta stampata i nostri geek. Commenta il responsabile della sezione "Bits" del giornale Nick Bilton:
Di fronte alle nuove pressioni degli autori e dei lettori, gli editori sono comprensibilmente preoccupati del cambiamento del loro modello di business. Ma credono effettivamente di incrementare i loro guadagni rendendo l'acquisto di libri più difficile per gli utenti? Facciamo un esempio: avete ricevuto un regalo, scartate il pacco e trovate l'ultimo Kindle, un Sony Reader o il Nook di Barnes & Noble. Proprio quello che avreste sempre voluto! Lo accendete, navigate fino al negozio in linea e cercate l'ultimo romanzo di Don De Lillo. Ma non potete acquistarlo con un semplice click comodamente seduti sulla vostra poltrona: infatti un avviso vi comunica che il libro sarà disponibile per i prossimi quattro mesi soltanto nell'edizione a stampa rilegata.
Siete sicuri che posereste il vostro nuovo book reader, salireste in macchina per recarvi in libreria e comprare l'edizione rilegata? Probabilmente no; invece attraverso il bottone "Indietro" andreste a cercare nella libreria digitale qualche cos'altro da comprare e da leggere.
I consumatori capiscono bene che digitale significa immediato e infinito e che non esistono più i limiti imposti dalla carta. [...]
L'economia dei bytes non è la stessa di quella degli atomi. Gli infiniti bit digitali non devono essere trattati con i vecchi modelli di business della domanda e dell'offerta. Si crea una versione digitale e si può distribuirla dovunque, immediatamente e virtualmente senza costi di distribuzione. (Provate a immaginare che la vostra nuova macchina fotografica digitale vi dia questo avvertimento: "Ci dispiace: non potete mandare per email questa foto a un amico per i prossimi 4 mesi. Perché invece non la fai stampare e inviare attraverso un servizio di stampa a richiesta!").
Sembra che gli editori stiano ingaggiando una lotta con l'avversario sbagliato: i loro clienti. Vorrebbero punire le persone che comprano i loro contenuti, invece di metterle in condizione di usare il loro denaro immediatamente e da ogni parte del mondo.
Certo tutti questi sono ancora segnali (più forti nei paesi anglosassoni, più deboli da noi), ma forse occorrerebbe tenerli maggiormente in conto. Non dimentichiamo poi che l'ebook sta entrando di diritto nella scuola italiana per combattere il caro-libri o gli zaini pesanti (vedi la circolare del 10 febbraio 2009). E allora sorgono spontanee alcune domande: da oggi in poi le nuove generazioni digitali che cosa faranno? Aspetteranno le decisioni degli editori? Leggeranno i libri sulla carta o arriccheranno il loro archivio digitale?
Aggiornamento del 29 dicembre 2009. Una risposta agli ultimi interrogativi viene dall'intervista di Cristina Taglietti a Marco Polillo, presidente dell'AIE, pubblicata oggi nelle pagine culturali del «Corriere della sera», ed è una risposta molto netta: in Italia il miracolo americano potrà forse avvenire tra una decina di anni, con una lenta progressione che partirà dal settore dei testi scientifici e delle opere di studio e poi si estenderà alla saggistica e alla varia. D'altronde la base di partenza degli ebook è più che minimale: viaggia attualmente intorno allo 0,004 del mercato secondo le stime dell'AIE e, pur ipotizzando tassi di crescita a 2 cifre, dovrà passare molto acqua sotto i ponti per vederne una presenza significativa.
Integrazione del 12 gennaio 2010. Secondo Fabrizio Ligi, amministratore delegato di Deastore, storica società importatrice di libri scientifici e tra le più importanti librerie on-line italiane per volume di fatturato, i tempi di affermazione degli ebook in Italia sono più brevi, addirittura entro il 2010. Intervistato dal quotidiano «la Repubblica» l'11 gennaio 2010, Ligi presenta un piano di offerta con 50.000 titoli in italiano per l'anno in corso e una previsione di vendita per almeno 500.000 euro.
Si cerca di ripetere l'exploit natalizio di Amazon, con alcune differenze: lo standard, che sarà probabilmente l'e-pub, e la preferenza anche per i nuovi device in fase di lancio, con schermo a doppia facciata a colori. Il problema principale, almeno in Italia, rimane quello dell'IVA, che pesa per il 20% sulle edizioni elettroniche a fronte del 4% delle edizioni cartacee.
Integrazione del 12 gennaio 2010. Secondo Fabrizio Ligi, amministratore delegato di Deastore, storica società importatrice di libri scientifici e tra le più importanti librerie on-line italiane per volume di fatturato, i tempi di affermazione degli ebook in Italia sono più brevi, addirittura entro il 2010. Intervistato dal quotidiano «la Repubblica» l'11 gennaio 2010, Ligi presenta un piano di offerta con 50.000 titoli in italiano per l'anno in corso e una previsione di vendita per almeno 500.000 euro.
Si cerca di ripetere l'exploit natalizio di Amazon, con alcune differenze: lo standard, che sarà probabilmente l'e-pub, e la preferenza anche per i nuovi device in fase di lancio, con schermo a doppia facciata a colori. Il problema principale, almeno in Italia, rimane quello dell'IVA, che pesa per il 20% sulle edizioni elettroniche a fronte del 4% delle edizioni cartacee.
Fonte: http://editoria.let.uniroma1.it/content/2009/12/discorsi-di-geek-sullo-stato-d.html
Postato il 20 maggio 2010
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