di Lara Crinò
Il fondatore di Simplicissimus, il 'laboratorio' del libro digitale che rappresenta una via alternativa all'ebook rispetto a quella scelta dai grandi gruppi, spiega cosa succederà con l'arrivo sul mercato italiano dell'iPad. E dice: "Guide, manualistica e libri scolastici in formato digitale potrebbero finire presto su questo tipo di supporti". Con nuovi contenuti 'extra' e forme da sperimentare La 'terza via' italiana al mercato del libro digitale - dopo gli annunci delle settimane scorse che Mondadori correrà da sola, con un proprio portale per gli ebook, e che lo stesso farà la cordata Feltrinelli, Rcs, GeMS con edigita - si chiama Simplicissimus ed è nata nel cuore dell'industriosa provincia marchigiana, in quella Loreto che è anche, curiosamente, la patria delle famosissime bamboline Winx.
'Simplicissimus', fondata da Antonio Tombolini (già in passato creatore del sito esperya.it, per la commercializzazione online del cibo di qualità) è un 'first mover' sul mercato italiano, avendo creato già dal 2006 una sorta di 'Book Farm', come il suo fondatore ama definirla, ovvero un laboratorio per il libro digitale che sta precisando le sue linee di business ma mano che il mercato dei dispositivi elettronici si arricchisce e si modifica. Tra le mosse degli ultimi mesi, l'accordo con le librerie online ibs.it e bol.it, che hanno scelto Stealth, la 'piattaforma' di Simplicissimus, per creare e mettere in vendita le prime linee di libri elettronici, dai romanzi ai saggi di economia, alla manualistica.
E proprio con un editore di 'varia', ovvero Giunti, l'azienda di Loreto ha concluso nei mesi scorsi una partnership industriale che vede l'ingresso della casa editrice fiorentina con il 20 per cento del capitale in 'Simplicissimus'. Abbiamo chiesto ad Antonio Tombolini di raccontarci la sua avventura imprenditoriale nel mondo del libro elettronico e di immaginare cosa accadrà nei prossimi mesi dopo l'arrivo sul mercato italiano dell''iPad.
'Simplicissimus' si è buttato nel mondo dei libri elettronici in anticipo rispetto ai grandi gruppi editoriali italiani, addirittura nel 2006. Ora il settore editoriale è in una fase di grande cambiamento, paragonabile a quella subita dal settore della musica con l'avvento della digitalizzazione. Come vede questa fase?
"E' stato in effetti ciò che stava accadendo nel settore musicale, con il fenomeno della digitalizzazione e della pirateria online, a farmi guardare al mondo del libro e alle sue trasformazioni fin dalla metà degli anni Duemila. In particolare, i primi contatti li ho avuti con Philips, che nel 2005 ha realizzato i primi prototipi di dispositivi elettronici per la lettura, i cosiddetti ereader, e con il MIT di Boston che lavorava da tempo sulla tecnologia dell'inchiostro elettronico o e-ink. Siamo partiti con la società nel 2006, distribuendo in Italia i primi ereader per un mercato ristretto di entusiasti della tecnologia. Il problema ovviamente era la mancanza di contenuti, di un patrimonio di 'libri' digitalizzati. Ora tutti gli editori si stanno muovendo perché hanno risolto la fase del 'se' entrare nel mercato del libro elettronico e sono giunti alla fase del 'come'. Noi, essendo partiti prima, abbiamo già concluso questa fase e siamo alla mossa successiva, ovvero quella in cui si possono precisare le linee di business. Pensando alla distribuzione degli ebook su ereader ma anche al nuovo mercato, quello degli 'enhanced books', ovvero dei libri elettronici ricchi di contenuti extra o multimediali, da leggere e navigare non con i dispositivi ereader ma con l'iPad o altri tablet."
In che modo l'ingresso sul mercato italiano dell'iPad cambia lo scenario della vendita e distribuzione del libro digitale?
"Il mercato è ancora in una fase embrionale ma diciamo che così a fiuto si può pensare a una distribuzione di ebook su ereader, che presto saranno dotati di connessione wi-fi e 3G, per ciò che riguarda saggistica e narrativa, ovvero libri solo testo, nero su bianco; è quello che io chiamo 'il futuro del libro'.
Tutta la varia, ovvero le guide, la manualistica, la scolastica, secondo noi farà il passaggio al digitale senza transitare sull'ereader ma approdando su dispositivi come l'iPad o i tabletAndroid, ciò che mi piace definire 'il libro del futuro'.
E' in questo senso che la partnership con Giunti è strategica, perché ci consente di sperimentare sui contenuti di un grande editore che spazia dalle guide (ha acquisito il 50% di Touring) alla gastronomia e alla scolastica. In particolare la scolastica, io credo, finirà sull'iPad o su qualcosa che gli somiglierà molto."
In questo momento il panorama italiano del libro elettronico è ricco di attori, forse troppo: molti dispositivi per leggere i libri elettronici, molti canali distributivi, molti modelli diversi. Il contrario di ciò che è stato finora il modello americano. Un bene o un male?
"In America questa prima fase è stata dominata da Amazon e dal suo Kindle. Questo lascia poco spazio di manovra ai competitor e agli editori. Ma non bisogna avere paura di Bezos o di Steve Jobs, bisogna inventare dei modelli che funzionino per stare sul mercato. E il fatto che ci siano più attori in gioco garantisce agli editori di poter fare la propria politica di prezzo, senza essere dipendenti dal distributore."
'Simplicissimus', fondata da Antonio Tombolini (già in passato creatore del sito esperya.it, per la commercializzazione online del cibo di qualità) è un 'first mover' sul mercato italiano, avendo creato già dal 2006 una sorta di 'Book Farm', come il suo fondatore ama definirla, ovvero un laboratorio per il libro digitale che sta precisando le sue linee di business ma mano che il mercato dei dispositivi elettronici si arricchisce e si modifica. Tra le mosse degli ultimi mesi, l'accordo con le librerie online ibs.it e bol.it, che hanno scelto Stealth, la 'piattaforma' di Simplicissimus, per creare e mettere in vendita le prime linee di libri elettronici, dai romanzi ai saggi di economia, alla manualistica.
E proprio con un editore di 'varia', ovvero Giunti, l'azienda di Loreto ha concluso nei mesi scorsi una partnership industriale che vede l'ingresso della casa editrice fiorentina con il 20 per cento del capitale in 'Simplicissimus'. Abbiamo chiesto ad Antonio Tombolini di raccontarci la sua avventura imprenditoriale nel mondo del libro elettronico e di immaginare cosa accadrà nei prossimi mesi dopo l'arrivo sul mercato italiano dell''iPad.
'Simplicissimus' si è buttato nel mondo dei libri elettronici in anticipo rispetto ai grandi gruppi editoriali italiani, addirittura nel 2006. Ora il settore editoriale è in una fase di grande cambiamento, paragonabile a quella subita dal settore della musica con l'avvento della digitalizzazione. Come vede questa fase?
"E' stato in effetti ciò che stava accadendo nel settore musicale, con il fenomeno della digitalizzazione e della pirateria online, a farmi guardare al mondo del libro e alle sue trasformazioni fin dalla metà degli anni Duemila. In particolare, i primi contatti li ho avuti con Philips, che nel 2005 ha realizzato i primi prototipi di dispositivi elettronici per la lettura, i cosiddetti ereader, e con il MIT di Boston che lavorava da tempo sulla tecnologia dell'inchiostro elettronico o e-ink. Siamo partiti con la società nel 2006, distribuendo in Italia i primi ereader per un mercato ristretto di entusiasti della tecnologia. Il problema ovviamente era la mancanza di contenuti, di un patrimonio di 'libri' digitalizzati. Ora tutti gli editori si stanno muovendo perché hanno risolto la fase del 'se' entrare nel mercato del libro elettronico e sono giunti alla fase del 'come'. Noi, essendo partiti prima, abbiamo già concluso questa fase e siamo alla mossa successiva, ovvero quella in cui si possono precisare le linee di business. Pensando alla distribuzione degli ebook su ereader ma anche al nuovo mercato, quello degli 'enhanced books', ovvero dei libri elettronici ricchi di contenuti extra o multimediali, da leggere e navigare non con i dispositivi ereader ma con l'iPad o altri tablet."
In che modo l'ingresso sul mercato italiano dell'iPad cambia lo scenario della vendita e distribuzione del libro digitale?
"Il mercato è ancora in una fase embrionale ma diciamo che così a fiuto si può pensare a una distribuzione di ebook su ereader, che presto saranno dotati di connessione wi-fi e 3G, per ciò che riguarda saggistica e narrativa, ovvero libri solo testo, nero su bianco; è quello che io chiamo 'il futuro del libro'.
Tutta la varia, ovvero le guide, la manualistica, la scolastica, secondo noi farà il passaggio al digitale senza transitare sull'ereader ma approdando su dispositivi come l'iPad o i tabletAndroid, ciò che mi piace definire 'il libro del futuro'.
E' in questo senso che la partnership con Giunti è strategica, perché ci consente di sperimentare sui contenuti di un grande editore che spazia dalle guide (ha acquisito il 50% di Touring) alla gastronomia e alla scolastica. In particolare la scolastica, io credo, finirà sull'iPad o su qualcosa che gli somiglierà molto."
In questo momento il panorama italiano del libro elettronico è ricco di attori, forse troppo: molti dispositivi per leggere i libri elettronici, molti canali distributivi, molti modelli diversi. Il contrario di ciò che è stato finora il modello americano. Un bene o un male?
"In America questa prima fase è stata dominata da Amazon e dal suo Kindle. Questo lascia poco spazio di manovra ai competitor e agli editori. Ma non bisogna avere paura di Bezos o di Steve Jobs, bisogna inventare dei modelli che funzionino per stare sul mercato. E il fatto che ci siano più attori in gioco garantisce agli editori di poter fare la propria politica di prezzo, senza essere dipendenti dal distributore."
«L'Espresso» del 25 maggio 2010
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