di Mario Moretti Polegato *
Le cose belle sono difficili, scriveva Platone. Per questo le crisi non ci devono fare paura, ma anzi sollecitare la nostra fame di cambiamento. La nostra voglia di anticipare, destabilizzare, sfidare e disturbare il mercato. In fondo, innovare significa mettere in crisi un processo consolidato, è un momento di discontinuità, una rottura all'interno di un'evoluzione conosciuta. Le innovazioni sono tanto più probabili nei momenti di transizione, perché l'incertezza di queste fasi riduce la resistenza al cambiamento, sia nella società sia nelle economie nazionali e dentro le imprese.
Volendo "osare" concludere il pensiero dell'uomo che ha "inventato" le Idee, direi che l'innovazione è rendere semplici le cose belle. Geox è un'impresa innovativa perché ha trasformato un'idea in innovazione, cambiando le regole. È per questo motivo, e non per retorica, che ogni crisi porta con sé un grande potenziale d'innovazione.
Ho recentemente parlato di queste cose davanti a una platea di 400 studenti alla Columbia Business School a New York - ospite dell'amministratore delegato della Borsa della città americana Duncan Niederauer - un tempio della creatività, della fantasia contemporanea, e un luogo dove si generano le idee. Ho raccontato la storia della mia azienda. Geox è nata negli anni 90 e oggi è uno dei più importanti produttori di scarpe al mondo. Io ho avuto successo e con me Geox, che prima di essere un'azienda è un'idea, perché ho fatto diventare realtà un'intuizione. Perché ci ho creduto.
Il concetto era semplice e logico, dovevo trovare un sistema per far respirare le scarpe con le suole in gomma. Per farlo ho pensato al principio della traspirazione, fare dei buchi nelle suole e applicare una membrana microporosa in grado di far passare il vapore acqueo prodotto dall'uomo, ma non l'acqua e gli agenti esterni. Quindi il piede traspira e non si bagna. Fine.
Questa storia semplice, frutto di una logica disarmante, ha fatto il giro del mondo. È stata studiata in tutte le più importanti università. In molti si chiedono quale sia l'alchimia che risiede alla base dei risultati di Geox. Io dico sempre che serve un'idea, un sogno. In questo caso la differenza è stata la capacità di unire la moda alla tecnologia. Insomma, siamo nell'era in cui due giovani matematici, come Larry Page e Sergej Brin, i fondatori di Google, grazie a un algoritmo diventano due specie di rockstar. Osannati e idolatrati in tutto il mondo. La tecnologia, l'innovazione e la creatività scientifica sono diventati trendy. E sono convinto che proprio la spinta del sogno debba essere il fondamento di qualsiasi innovazione. Senza la capacità di gettare lo sguardo oltre ciò che è il nostro orizzonte conosciuto, non è possibile alcuna crescita innovativa.
Poi ci vuole uno spirito giovane. Il coraggio di rischiare è essenzialmente la cifra di un'anima giovane. Ed è per questo che il nostro paese rischia di restare indietro. Nelle economie veloci e in crescita i giovani non solo governano grandi imprese, ma sono spesso i fondatori di grandi avventure imprenditoriali. L'Italia, invece, è un paese di vecchi e dobbiamo convincerci che i giovani rappresentano la speranza del futuro. Sono colti e bisogna ascoltarli di più, dare loro più entusiasmo, farli partecipi del cambiamento di cui ha bisogno questa vecchia Italia. Un paese che è vecchio in tutto, ma che è al tempo stesso appassionante, con una grande storia e un potenziale da esprimere.
Anche a me è capitato di non essere capito quando ho iniziato la mia avventura imprenditoriale. Quando ho proposto la mia innovazione a tutti i più importanti marchi di calzature, ho ricevuto molte porte in faccia, mi guardavano come se fossi un alieno. Così ho deciso di fare da solo. È anche per questa esperienza che nella mia azienda la presenza di under 35 è massiccia: i giovani hanno una mente più aperta, hanno meno pregiudizi e preconcetti, più facilmente sanno cambiare punto di vista. E poi fanno le cose con emozione.
La centralità delle idee e la capacità di realizzarle ci ricordano che l'imprenditorialità è un fatto personale, che si può insegnare solo in parte. Gli imprenditori sono degli audaci visionari, persone spinte dalla passione, attratte da un fenomeno, animate da un sogno e capaci di «collegare ciò che apparentemente non ha alcun senso», ossia di mettere in relazione due o più concetti apparentemente scollegati, di prendere due o più cose totalmente diverse e di unirle in modo nuovo, generando un effetto sorpresa sul mercato. Il vero imprenditore è per definizione un innovatore, perché ha la capacità di tollerare il rischio e di convivere con l'incertezza.
Poi c'è un motore indispensabile dentro ogni avventura imprenditoriale. Questo motore sono le difficoltà. La crisi è la migliore benedizione che possa arrivare a persone e paesi, scriveva Albert Einstein, perché la crisi porta il progresso. La creatività si genera dalle difficoltà nello stesso modo in cui il giorno sorge dalla notte oscura. È dalla crisi che nascono l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi, supera se stesso senza essere superato. «Senza crisi non ci sono sfide, e senza sfida la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. L'unica crisi che ci minaccia è la tragedia di non voler lottare per superarla».
Volendo "osare" concludere il pensiero dell'uomo che ha "inventato" le Idee, direi che l'innovazione è rendere semplici le cose belle. Geox è un'impresa innovativa perché ha trasformato un'idea in innovazione, cambiando le regole. È per questo motivo, e non per retorica, che ogni crisi porta con sé un grande potenziale d'innovazione.
Ho recentemente parlato di queste cose davanti a una platea di 400 studenti alla Columbia Business School a New York - ospite dell'amministratore delegato della Borsa della città americana Duncan Niederauer - un tempio della creatività, della fantasia contemporanea, e un luogo dove si generano le idee. Ho raccontato la storia della mia azienda. Geox è nata negli anni 90 e oggi è uno dei più importanti produttori di scarpe al mondo. Io ho avuto successo e con me Geox, che prima di essere un'azienda è un'idea, perché ho fatto diventare realtà un'intuizione. Perché ci ho creduto.
Il concetto era semplice e logico, dovevo trovare un sistema per far respirare le scarpe con le suole in gomma. Per farlo ho pensato al principio della traspirazione, fare dei buchi nelle suole e applicare una membrana microporosa in grado di far passare il vapore acqueo prodotto dall'uomo, ma non l'acqua e gli agenti esterni. Quindi il piede traspira e non si bagna. Fine.
Questa storia semplice, frutto di una logica disarmante, ha fatto il giro del mondo. È stata studiata in tutte le più importanti università. In molti si chiedono quale sia l'alchimia che risiede alla base dei risultati di Geox. Io dico sempre che serve un'idea, un sogno. In questo caso la differenza è stata la capacità di unire la moda alla tecnologia. Insomma, siamo nell'era in cui due giovani matematici, come Larry Page e Sergej Brin, i fondatori di Google, grazie a un algoritmo diventano due specie di rockstar. Osannati e idolatrati in tutto il mondo. La tecnologia, l'innovazione e la creatività scientifica sono diventati trendy. E sono convinto che proprio la spinta del sogno debba essere il fondamento di qualsiasi innovazione. Senza la capacità di gettare lo sguardo oltre ciò che è il nostro orizzonte conosciuto, non è possibile alcuna crescita innovativa.
Poi ci vuole uno spirito giovane. Il coraggio di rischiare è essenzialmente la cifra di un'anima giovane. Ed è per questo che il nostro paese rischia di restare indietro. Nelle economie veloci e in crescita i giovani non solo governano grandi imprese, ma sono spesso i fondatori di grandi avventure imprenditoriali. L'Italia, invece, è un paese di vecchi e dobbiamo convincerci che i giovani rappresentano la speranza del futuro. Sono colti e bisogna ascoltarli di più, dare loro più entusiasmo, farli partecipi del cambiamento di cui ha bisogno questa vecchia Italia. Un paese che è vecchio in tutto, ma che è al tempo stesso appassionante, con una grande storia e un potenziale da esprimere.
Anche a me è capitato di non essere capito quando ho iniziato la mia avventura imprenditoriale. Quando ho proposto la mia innovazione a tutti i più importanti marchi di calzature, ho ricevuto molte porte in faccia, mi guardavano come se fossi un alieno. Così ho deciso di fare da solo. È anche per questa esperienza che nella mia azienda la presenza di under 35 è massiccia: i giovani hanno una mente più aperta, hanno meno pregiudizi e preconcetti, più facilmente sanno cambiare punto di vista. E poi fanno le cose con emozione.
La centralità delle idee e la capacità di realizzarle ci ricordano che l'imprenditorialità è un fatto personale, che si può insegnare solo in parte. Gli imprenditori sono degli audaci visionari, persone spinte dalla passione, attratte da un fenomeno, animate da un sogno e capaci di «collegare ciò che apparentemente non ha alcun senso», ossia di mettere in relazione due o più concetti apparentemente scollegati, di prendere due o più cose totalmente diverse e di unirle in modo nuovo, generando un effetto sorpresa sul mercato. Il vero imprenditore è per definizione un innovatore, perché ha la capacità di tollerare il rischio e di convivere con l'incertezza.
Poi c'è un motore indispensabile dentro ogni avventura imprenditoriale. Questo motore sono le difficoltà. La crisi è la migliore benedizione che possa arrivare a persone e paesi, scriveva Albert Einstein, perché la crisi porta il progresso. La creatività si genera dalle difficoltà nello stesso modo in cui il giorno sorge dalla notte oscura. È dalla crisi che nascono l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi, supera se stesso senza essere superato. «Senza crisi non ci sono sfide, e senza sfida la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. L'unica crisi che ci minaccia è la tragedia di non voler lottare per superarla».
* Mario Moretti Polegato è fondatore e presidente della Geox
«Il Sole 24 Ore» del 5 maggio 2010
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