di Giovanni Pacchiano
Abbiamo sete di realtà e di verità, oggi. Così, se vogliamo puntare su giovani talenti e promesse under 40 della nostra narrativa, ci affascina l'io ma ci preme di più il mondo. In questo senso, il «miglior fabbro» ci sembra Roberto Saviano, con l'ormai famoso ovunque non-fiction novel: Gomorra. E a quelli che gli negano, a torto, qualità di romanziere suggeriamo di leggere, nel successivo La bellezza e l'inferno, i due racconti «Ossa di cristallo» e «Giocarsi tutto». Potentemente lirici: vero è che il mondo non esclude mai l'io.
Patrick Fogli non è uno dei tanti giallisti che oggi affollano il mercato. Fogli è... Fogli, originale nella scrittura barocca, gonfia di metafore, coinvolgente. Nelle sue pagine verità e verosimiglianza entrano di peso col racconto dei mali della nostra società: politici corrotti, altolocati pedofili, venditori di organi umani, servizi segreti deviati, bombaroli, criminali. Il thriller L'ultima estate di innocenza non promette e basta: è un grande libro. Il tempo infranto – la strage di Bologna e dintorni – è diseguale nella sua mole immensa ma grandiosamente epico.
Vive a Castellaneta (Taranto) la nostra piccola Jane Austen – aggiornata e corretta –, Annalucia Lomunno. Soavemente perfida nel descrivere con stile spezzato vizi e virtù del suo mondo in Rosa sospirosa (malinconico e grottesco, bellissimo) e Nero Sud.
L'esordiente Silvia Avallone, seconda al Premio Strega col romanzo Acciaio, è la vera rivelazione dell'anno. Sa congiungere con passione romanzo sociale e di formazione nella storia di due ragazze e di una città operaia (Piombino). Chi pensasse a un exploit isolato vada a leggersi il magnifico racconto Natale sulla strada (in fuga dalla vita), sul «Corriere della Sera» del 23 maggio scorso. Scommettiamo su di lei.
E veniamo a chi, dei giovani scrittori, sembra dare largo spazio all'io. Ci aspettiamo da Paolo Giordano, molto lodato per La solitudine dei numeri primi, un secondo romanzo all'altezza dei due strepitosi capitoli iniziali del suo primo libro. Quanto a Pietro Grossi, i racconti di Pugni bastano a collocarlo, per la magia della scrittura, nella nostra storia letteraria; ma né il successivo romanzo L'acchito né il recente racconto lungo Martini (comunque suggestivo) ci paiono eguagliare gli inizi.
Ha insolito notevole stile cool il romanzo dell'esordiente Irene Chias, Sono ateo e ti amo: indecise giovinezze di donne che si guardano vivere. Mentre occorre infine ricordare per molto merito almeno una "fuori quota" (ha 43 anni), Mary B. Tolusso, eccellente poetessa che entra nella narrativa con L'imbalsamatrice. Spiritoso, trasgressivo, sfrontato. Da leggere assolutamente.
Patrick Fogli non è uno dei tanti giallisti che oggi affollano il mercato. Fogli è... Fogli, originale nella scrittura barocca, gonfia di metafore, coinvolgente. Nelle sue pagine verità e verosimiglianza entrano di peso col racconto dei mali della nostra società: politici corrotti, altolocati pedofili, venditori di organi umani, servizi segreti deviati, bombaroli, criminali. Il thriller L'ultima estate di innocenza non promette e basta: è un grande libro. Il tempo infranto – la strage di Bologna e dintorni – è diseguale nella sua mole immensa ma grandiosamente epico.
Vive a Castellaneta (Taranto) la nostra piccola Jane Austen – aggiornata e corretta –, Annalucia Lomunno. Soavemente perfida nel descrivere con stile spezzato vizi e virtù del suo mondo in Rosa sospirosa (malinconico e grottesco, bellissimo) e Nero Sud.
L'esordiente Silvia Avallone, seconda al Premio Strega col romanzo Acciaio, è la vera rivelazione dell'anno. Sa congiungere con passione romanzo sociale e di formazione nella storia di due ragazze e di una città operaia (Piombino). Chi pensasse a un exploit isolato vada a leggersi il magnifico racconto Natale sulla strada (in fuga dalla vita), sul «Corriere della Sera» del 23 maggio scorso. Scommettiamo su di lei.
E veniamo a chi, dei giovani scrittori, sembra dare largo spazio all'io. Ci aspettiamo da Paolo Giordano, molto lodato per La solitudine dei numeri primi, un secondo romanzo all'altezza dei due strepitosi capitoli iniziali del suo primo libro. Quanto a Pietro Grossi, i racconti di Pugni bastano a collocarlo, per la magia della scrittura, nella nostra storia letteraria; ma né il successivo romanzo L'acchito né il recente racconto lungo Martini (comunque suggestivo) ci paiono eguagliare gli inizi.
Ha insolito notevole stile cool il romanzo dell'esordiente Irene Chias, Sono ateo e ti amo: indecise giovinezze di donne che si guardano vivere. Mentre occorre infine ricordare per molto merito almeno una "fuori quota" (ha 43 anni), Mary B. Tolusso, eccellente poetessa che entra nella narrativa con L'imbalsamatrice. Spiritoso, trasgressivo, sfrontato. Da leggere assolutamente.
«Il Sole 24 Ore» del 1 agosto 2010
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