Partenza in salita per B-XVI. Poi con la regina un incontro intenso
di Paolo Rodari
L’arrivo del Papa in Inghilterra e Scozia non è stato per nulla facile. Benedetto XVI decollava da Ciampino, e già diverse polemiche rendevano il clima incandescente oltre la Manica. Di alcune Papa Ratzinger ha parlato direttamente coi giornalisti sul volo papale. Degli abusi su minori commessi da sacerdoti, ha chiesto subito di parlare padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, poco dopo il decollo. “Queste rivelazioni sono state per me uno choc e sono una grande tristezza”, ha risposto il Papa. Parole che ricordano quelle pronunciate nel volo verso Lisbona soltanto quattro mesi fa.
E poi l’accusa rilanciata dai media in tutto il mondo: “L’autorità della chiesa non era sufficientemente vigilante”. Parole forti, lette da molti come un rinnovato “mea culpa”. Ma il Papa non si è detto preoccupato. Sa che la chiesa di Inghilterra e di Scozia, a differenza della chiesa irlandese, grazie alla commissione guidata da Lord Nolan e istituita più di dieci anni fa dall’ex primate di Westminster, il cardinale Cormac Murphy-O’Connor, ha praticamente risolto il problema. E sa che, pedofilia a parte, spinte anticattoliche sono presenti qui come altrove. Alle manifestazioni delle associazioni delle vittime della pedofilia il Pontefice ha dato una risposta sul volo. Al resto, cercherà di rispondere nelle prossime ore. Tra l’altro, ha detto il Papa, “anche in Francia mi era stato detto che era quello il paese più anticlericale d’Europa”.
Il Papa non è intimidito dagli attacchi e dalle critiche. E due giorni fa non lo è stato nemmeno un suo storico e prestigioso collaboratore: mentre Ratzinger decollava per Edimburgo, scozzesi e inglesi leggevano sui giornali l’affondo fatto 24 ore prima dal cardinale Walter Kasper, ex ministro dell’ecumenismo vaticano, contro “un nuovo ateismo aggressivo”. Le parole di Kasper, rilasciate alla rivista tedesca Focus, sono state lette come un attacco al cuore di un paese che fa della tolleranza la sua ragione d’essere: “Se per esempio indossi una croce sulla British Airways, vieni discriminato”. La reazione è stata veemente. Per il Daily Mail le parole di Kasper sanno di “razzismo”. Mentre per il Guardian “il viaggio del Pontefice è già invischiato nelle polemiche”. Più diretto il tabloid Sun di Rupert Murdoch: “L’‘idiota’ del Papa bolla il Regno Unito come un paese del Terzo mondo”, recita il titolo che accompagna una foto di Kasper e Ratzinger fianco a fianco. Quindi, ecco l’affondo mosso direttamente dal premier David Cameron: “La Gran Bretagna è una società tollerante che rispetta persone di tutte le fedi e per questo è più ricca”. Ma anche da parte di illustri esponenti delle gerarchie cattoliche scozzesi e inglesi non sono mancate le richieste al cardinale emerito di pubbliche scuse. Su tutti quelle del cardinale Keith O’Brien, capo della chiesa cattolica in Scozia. Ma nel pomeriggio è il Daily Telegraph a parlare della volontà di Kasper di non chiedere scusa. Il giornale, in contatto con il segretario personale del porporato, monsignor Oliver Lahl, ha spiegato che Kasper considera il caso chiuso.
Non sempre i rapporti tra Ratzinger e Kasper sono stati buoni. L’ha detto nel 2008 lo stesso Ratzinger quando fece a Kasper gli auguri per i 75 anni: “Non sempre siamo stati della medesima opinione ma ci siamo sempre saputi insieme nel cammino al servizio di Cristo e della chiesa”. Eppure questa volta è come se Kasper abbia voluto aprire la strada a Ratzinger, dire per lui le parole più dure e che forse egli non può pronunciare. Non ovviamente il riferimento al Regno Unito quale “paese del Terzo mondo”, ma il richiamo alla tolleranza che non può ribaltarsi nel suo contrario: intolleranza verso chi crede. Ieri con la regina Elisabetta ha usato come ovvio solo tonalità positive. Ma il 2 febbraio scorso, ai vescovi inglesi giunti in Vaticano, aveva proposto un linguaggio meno diplomatico, denunciando il rischio che nel Regno Unito si affermassero leggi fortemente restrittive per le ragioni di chi crede. Il rimando diretto era all’Equality Bill, la legislazione britannica che, in nome della non discriminazione, costringe le agenzie cattoliche a concedere l’adozione di bambini anche a coppie di omosessuali.
Benedetto XVI disse che il Regno Unito “è ben noto per il suo saldo impegno nell’assicurare pari opportunità per tutti i membri della società” e anche ieri, nel discorso davanti alla Regina, ha chiesto al Regno Unito di riscoprire le “proprie radici”, “l’apertura a Dio” e dunque la tolleranza vera, quella che non lede il diritto d’espressione e d’esistenza delle diverse fedi. Significativo, al riguardo, è il parallelo che l’anziano Pontefice tedesco ha scelto per illustrare il suo punto di vista alla Regina, sua coetanea: Ratzinger ha parlato della Gran Bretagna quando si oppose al nazismo. Si oppose alla “tirannia nazista”, ha detto, perché questa voleva “sradicare Dio dalla società e negava a molti la nostra comune umanità, specialmente ebrei, che venivano considerati non degni di vivere” ha detto il Papa. Parole che la Regina ha mostrato di apprezzare quando ha ricordato la “comune eredità cristiana”. E ancora: “La religione è sempre stata elemento cruciale dell’identità nazionale e della coscienza storica del popolo britannico”.
E poi l’accusa rilanciata dai media in tutto il mondo: “L’autorità della chiesa non era sufficientemente vigilante”. Parole forti, lette da molti come un rinnovato “mea culpa”. Ma il Papa non si è detto preoccupato. Sa che la chiesa di Inghilterra e di Scozia, a differenza della chiesa irlandese, grazie alla commissione guidata da Lord Nolan e istituita più di dieci anni fa dall’ex primate di Westminster, il cardinale Cormac Murphy-O’Connor, ha praticamente risolto il problema. E sa che, pedofilia a parte, spinte anticattoliche sono presenti qui come altrove. Alle manifestazioni delle associazioni delle vittime della pedofilia il Pontefice ha dato una risposta sul volo. Al resto, cercherà di rispondere nelle prossime ore. Tra l’altro, ha detto il Papa, “anche in Francia mi era stato detto che era quello il paese più anticlericale d’Europa”.
Il Papa non è intimidito dagli attacchi e dalle critiche. E due giorni fa non lo è stato nemmeno un suo storico e prestigioso collaboratore: mentre Ratzinger decollava per Edimburgo, scozzesi e inglesi leggevano sui giornali l’affondo fatto 24 ore prima dal cardinale Walter Kasper, ex ministro dell’ecumenismo vaticano, contro “un nuovo ateismo aggressivo”. Le parole di Kasper, rilasciate alla rivista tedesca Focus, sono state lette come un attacco al cuore di un paese che fa della tolleranza la sua ragione d’essere: “Se per esempio indossi una croce sulla British Airways, vieni discriminato”. La reazione è stata veemente. Per il Daily Mail le parole di Kasper sanno di “razzismo”. Mentre per il Guardian “il viaggio del Pontefice è già invischiato nelle polemiche”. Più diretto il tabloid Sun di Rupert Murdoch: “L’‘idiota’ del Papa bolla il Regno Unito come un paese del Terzo mondo”, recita il titolo che accompagna una foto di Kasper e Ratzinger fianco a fianco. Quindi, ecco l’affondo mosso direttamente dal premier David Cameron: “La Gran Bretagna è una società tollerante che rispetta persone di tutte le fedi e per questo è più ricca”. Ma anche da parte di illustri esponenti delle gerarchie cattoliche scozzesi e inglesi non sono mancate le richieste al cardinale emerito di pubbliche scuse. Su tutti quelle del cardinale Keith O’Brien, capo della chiesa cattolica in Scozia. Ma nel pomeriggio è il Daily Telegraph a parlare della volontà di Kasper di non chiedere scusa. Il giornale, in contatto con il segretario personale del porporato, monsignor Oliver Lahl, ha spiegato che Kasper considera il caso chiuso.
Non sempre i rapporti tra Ratzinger e Kasper sono stati buoni. L’ha detto nel 2008 lo stesso Ratzinger quando fece a Kasper gli auguri per i 75 anni: “Non sempre siamo stati della medesima opinione ma ci siamo sempre saputi insieme nel cammino al servizio di Cristo e della chiesa”. Eppure questa volta è come se Kasper abbia voluto aprire la strada a Ratzinger, dire per lui le parole più dure e che forse egli non può pronunciare. Non ovviamente il riferimento al Regno Unito quale “paese del Terzo mondo”, ma il richiamo alla tolleranza che non può ribaltarsi nel suo contrario: intolleranza verso chi crede. Ieri con la regina Elisabetta ha usato come ovvio solo tonalità positive. Ma il 2 febbraio scorso, ai vescovi inglesi giunti in Vaticano, aveva proposto un linguaggio meno diplomatico, denunciando il rischio che nel Regno Unito si affermassero leggi fortemente restrittive per le ragioni di chi crede. Il rimando diretto era all’Equality Bill, la legislazione britannica che, in nome della non discriminazione, costringe le agenzie cattoliche a concedere l’adozione di bambini anche a coppie di omosessuali.
Benedetto XVI disse che il Regno Unito “è ben noto per il suo saldo impegno nell’assicurare pari opportunità per tutti i membri della società” e anche ieri, nel discorso davanti alla Regina, ha chiesto al Regno Unito di riscoprire le “proprie radici”, “l’apertura a Dio” e dunque la tolleranza vera, quella che non lede il diritto d’espressione e d’esistenza delle diverse fedi. Significativo, al riguardo, è il parallelo che l’anziano Pontefice tedesco ha scelto per illustrare il suo punto di vista alla Regina, sua coetanea: Ratzinger ha parlato della Gran Bretagna quando si oppose al nazismo. Si oppose alla “tirannia nazista”, ha detto, perché questa voleva “sradicare Dio dalla società e negava a molti la nostra comune umanità, specialmente ebrei, che venivano considerati non degni di vivere” ha detto il Papa. Parole che la Regina ha mostrato di apprezzare quando ha ricordato la “comune eredità cristiana”. E ancora: “La religione è sempre stata elemento cruciale dell’identità nazionale e della coscienza storica del popolo britannico”.
«Il Foglio» del 17 settembre 2010
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