di Valentina Fizzotti
Sfuggire serenamente alle gravidanze è una bella preoccupazione per le femmine moderne. La pillola contraccettiva crea un sacco di problemi, dei metodi naturali nemmeno a parlarne, e perfino la spirale dà parecchi fastidi. Meglio allora una soluzione definitiva e non pensarci più. Il suggerimento arriva dal Monde l’ultimo endorsement accorato alla sterilizzazione. Che nel mondo, spiegano sul quotidiano francese, è “il metodo contraccettivo più usato”. Certo, come contraccettivo la sterilizzazione funziona benissimo, e una volta per tutte, e ben lo sanno le donne dei paesi terzi che spesso sono fermamente “invitate” a ricorrervi. Guarda caso, però, è ancora poco diffusa nei paesi sviluppati. In Francia l’ha scelta soltanto il 2,3 per cento delle donne e l’1,3 per cento degli uomini (32.100 femmine e 1.600 maschi nel 2006). Pochini, secondo l’Inspection générale des affaires sociales (l’Igas, organismo dipendente dal ministero della Salute francese), che ha parlato della sterilizzazione come della “grande assente dal panorama contraccettivo francese”.
E’ tutta colpa dei ginecologi, scrive il Monde – che invece dovrebbero dire con chiarezza alle loro pazienti: “Ecco, qui abbiamo pillole varie, marchingegni rimovibili o la sterilizzazione, che le consiglio caldamente”. Alcuni di loro “sono perfino ostili”. A sentire il Mouvement français pour le planning familial pare alla sua porta ci sia un pellegrinaggio ininterrotto di donne che vogliono sapere a quale medico rivolgersi per risolvere la questione fertilità una volta per tutte. Prima della legge del 2001, che autorizza in Francia la sterilizzazione di maggiorenni, “questa pratica era considerata una mutilazione”, ha detto al Monde una ginecologa-ostetrica che sterilizza donne da molti anni. Oggi invece è vista come “un grande progresso”.
La rivoluzione arriva da una nuova tecnica, che non prevede bisturi né anestesia né ormoni. Archiviata l’obsoleta operazione che dava veramente un taglio (o un nodo, alle tube di Falloppio, che in qualche raro caso permetteva però un ripensamento e il ritorno alla fertilità) la nuova sterilizzazione prevede un sistema chiamato Essure. Si tratta, come spiega l’azienda produttrice, di “micro-inserti morbidi e flessibili”. Tappi, in pratica. La “procedura” si fa anche in ambulatorio e “la maggior parte delle donne riprende le normali attività entro un giorno”. Dopo tre mesi, se i tappi funzionano e non è successo niente di strano, la sterilizzazione è definitiva e indietro non si torna. Da quando questo metodo è comparso in Francia, all’inizio degli anni Duemila, “ha contribuito – scrive il Monde – all’eliminazione dei tabù in merito alla sterilizzazione come contraccettivo”. Come se, complice la scomparsa dei ferri del chirurgo, le donne francesi avessero smesso di pensare alla sterilizzazione come a una mutilazione.
Per Sophie ad esempio, 43 anni e quattro figli, la sterilizzazione non è stata “un attentato alla femminilità”, ma una svolta epocale. Anni fa si era stufata di imbottirsi di pillole, non le piacevano gli effetti collaterali della spirale e quando ha provato a usare il conteggio dei giorni sul calendario è rimasta incinta del quarto figlio. Dopo l’intervento lei e il marito si sono lasciati, Sophie ha ripreso a lavorare dopo dieci anni da casalinga disperata e ha incontrato un altro, con cui ha “una relazione meravigliosa”. Da quando è diventata irrimediabilmente sterile per scelta, ha raccontato al Monde, la sua nuova vita è tutta un brivido, uno stravolgimento. Ha “riscoperto” la sua femminilità, ha relazioni sessuali appaganti e senza l’ansia di poter rimanere incinta. Proprio come piace alla sua conterranea Élisabeth Badinter, la filosofa con figli e nipoti che in “Le conflit. La femme et la mère” invoca la liberazione dalla schiavitù della prole, preconizza che un giorno la maternità sarà appannaggio delle donne povere e ignoranti (“culturalmente, socialmente, professionalmente sfavorite”, nel suo politicamente corretto) e sostiene che le donne che rifiutano di avere figli siano più libere e più toste, perché tengono testa alle “ingiunzioni dei maternalisti” e si sono fatte due conti fra costi e benefici. La sterilizzatrice seriale sentita dal Monde ha detto che per la prima volta ha praticato un intervento su una donna che non ha mai avuto figli. Lei aveva quarant’anni, su una venticinquenne non lo avrebbe fatto, ma in generale bisogna pur sempre tenere a mente, dice, “che sta alla donna decidere quello che è meglio per lei”.
E’ tutta colpa dei ginecologi, scrive il Monde – che invece dovrebbero dire con chiarezza alle loro pazienti: “Ecco, qui abbiamo pillole varie, marchingegni rimovibili o la sterilizzazione, che le consiglio caldamente”. Alcuni di loro “sono perfino ostili”. A sentire il Mouvement français pour le planning familial pare alla sua porta ci sia un pellegrinaggio ininterrotto di donne che vogliono sapere a quale medico rivolgersi per risolvere la questione fertilità una volta per tutte. Prima della legge del 2001, che autorizza in Francia la sterilizzazione di maggiorenni, “questa pratica era considerata una mutilazione”, ha detto al Monde una ginecologa-ostetrica che sterilizza donne da molti anni. Oggi invece è vista come “un grande progresso”.
La rivoluzione arriva da una nuova tecnica, che non prevede bisturi né anestesia né ormoni. Archiviata l’obsoleta operazione che dava veramente un taglio (o un nodo, alle tube di Falloppio, che in qualche raro caso permetteva però un ripensamento e il ritorno alla fertilità) la nuova sterilizzazione prevede un sistema chiamato Essure. Si tratta, come spiega l’azienda produttrice, di “micro-inserti morbidi e flessibili”. Tappi, in pratica. La “procedura” si fa anche in ambulatorio e “la maggior parte delle donne riprende le normali attività entro un giorno”. Dopo tre mesi, se i tappi funzionano e non è successo niente di strano, la sterilizzazione è definitiva e indietro non si torna. Da quando questo metodo è comparso in Francia, all’inizio degli anni Duemila, “ha contribuito – scrive il Monde – all’eliminazione dei tabù in merito alla sterilizzazione come contraccettivo”. Come se, complice la scomparsa dei ferri del chirurgo, le donne francesi avessero smesso di pensare alla sterilizzazione come a una mutilazione.
Per Sophie ad esempio, 43 anni e quattro figli, la sterilizzazione non è stata “un attentato alla femminilità”, ma una svolta epocale. Anni fa si era stufata di imbottirsi di pillole, non le piacevano gli effetti collaterali della spirale e quando ha provato a usare il conteggio dei giorni sul calendario è rimasta incinta del quarto figlio. Dopo l’intervento lei e il marito si sono lasciati, Sophie ha ripreso a lavorare dopo dieci anni da casalinga disperata e ha incontrato un altro, con cui ha “una relazione meravigliosa”. Da quando è diventata irrimediabilmente sterile per scelta, ha raccontato al Monde, la sua nuova vita è tutta un brivido, uno stravolgimento. Ha “riscoperto” la sua femminilità, ha relazioni sessuali appaganti e senza l’ansia di poter rimanere incinta. Proprio come piace alla sua conterranea Élisabeth Badinter, la filosofa con figli e nipoti che in “Le conflit. La femme et la mère” invoca la liberazione dalla schiavitù della prole, preconizza che un giorno la maternità sarà appannaggio delle donne povere e ignoranti (“culturalmente, socialmente, professionalmente sfavorite”, nel suo politicamente corretto) e sostiene che le donne che rifiutano di avere figli siano più libere e più toste, perché tengono testa alle “ingiunzioni dei maternalisti” e si sono fatte due conti fra costi e benefici. La sterilizzatrice seriale sentita dal Monde ha detto che per la prima volta ha praticato un intervento su una donna che non ha mai avuto figli. Lei aveva quarant’anni, su una venticinquenne non lo avrebbe fatto, ma in generale bisogna pur sempre tenere a mente, dice, “che sta alla donna decidere quello che è meglio per lei”.
«Il Foglio» del 20 giugno 2010
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