di Vincenzo Grienti
Multimedialità, ipertestualità e interattività contribuiranno a rivoluzionare sempre di più l’approccio e il modus operandi di autori, case editrici e imprese informatiche con l’avvento dell’e-book. Secondo le ultime indagini, il libro digitale (se ne sta parlando in questi giorni alla Fiera del libro di Francoforte) incrementerà la sua presenza sul mercato editoriale in tempi brevi. Addirittura c’è chi ritiene che le recenti dispute attorno alla scomparsa o meno del libro cartaceo a favore di quello elettronico saranno superate per via dell’innovazione tecnologica alla continua ricerca di nuovi prodotti e molteplici consumatori. Al riguardo, in Gran Bretagna, nei giorni scorsi, si è aperto un dibattito, approdato già on line sui blog e nei forum anche italiani, tra i sostenitori degli ereader, cioè quei dispositivi di lettura elettronici come per esempio Kindle della Amazon, il Nook prodotto dalla Barnes e Noble oppure il Daily Edition della Sony, e gli entusiasti utilizzatori dell’iPad della Apple. La società presieduta da Steve Jobs in poco tempo è riuscita a 'impensierire' anche gli utenti dei più moderni laptop generando il dubbio su quale tra i dispositivi in circolazione sia il più user friendly, ossia facile e immediato da usare nella lettura degli e-book. Secondo la società di ricerca britannica Informa telecoms & media, gli iPad molto presto potrebbero limitare lo spazio di azione degli e-book. Il mercato delle 'tavolette digitali' registra oltre tre milioni e mezzo di vendite nel 2010 e potrebbe raggiungere, in base alle stime, nel 2014 i cinquanta milioni di esemplari rosicchiando una buona fetta di appassionati e curiosi delle apparecchiature mobili dedicate alla lettura e all’archiviazione dei libri elettronici. Nonostante ciò giornalisti, opinionisti ed esperti di new media scongiurano pericoli e sono convinti che gli strumenti di lettura per gli e-book non subiranno arresti. Una tesi che in Italia è stata avvalorata prima di questa estate dall’Aie, l’Associazione italiana editori, la quale intervenendo in merito alla diffusione dell’e-book ha sottolineato come questo fenomeno rappresenterà per il prossimo dicembre l’1,5 per cento del catalogo e circa il 9 per cento delle novità editoriali in commercio nel nostro Paese. Numeri che dimostrano come la lettura sugli schermi digitali sia triplicata in tre anni e riguarda quasi due milioni di italiani con più di 14 anni. Un dato sufficiente per poter affermare che gli ereader non saranno travolti da un’ipadizzazione imperante. Rivoluzione dell’e-book a parte, il nodo fondamentale da sciogliere rimane un altro: l’importanza di educare alla lettura ragazzi, giovani e adulti. Leggere un libro, cartaceo o elettronico che sia, continua ad essere fondamentale per la crescita culturale delle giovani generazioni. Un compito che le principali agenzie di socializzazione come la famiglia e la scuola sono chiamate a portare avanti. La lettura educa non solo a un uso più corretto della lingua italiana, ma soprattutto alla libertà di pensiero e alla circolazione delle idee, fattori che alimentano il confronto e la riflessione culturale. Leggere dunque prima di tutto, nella consapevolezza che i libri di carta non moriranno mai per via di un elemento, la tattilità del libro, che fa la differenza rispetto all’e-book. Tutto ciò nella speranza che i nuovi strumenti digitali aiutino ad amplificare l’appetito delle persone di più alla lettura anziché al click frenetico da un sito internet all’altro, allo zapping compulsivo serale davanti alla Tivù e al surfing telematico nel mare magnum dei social network.
«Avvenire» del 9 ottobre 2010
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