s. i. a.
WASHINGTON - «Un voto comico». Questo il giudizio del ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu sulla decisione della commissione Esteri del Congresso americano che per un solo voto ha approvato la mozione che rinoconosce come «genocidio» il massacro operato dai turchi contro gli armeni tra il 1915 e il 1916. «Ai membri della Commissione dico questo», ha aggiunto Davutoglu: «Ogni intervento che fate, come ogni decisione priva di serietà, diviene un ostacolo al processo di pace fra Turchia e Armenia». Ankara ha voluto assicurare comunque l'Armenia: il processo di normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi proseguirà, con riferimento ai protocolli firmati lo scorso ottobre a Zurigo, ma senza intermediari: «Parliamo faccia a faccia di quello che è successo. Non lasciamo scrivere la nostra storia da una nazione terza».
«PROCESSATA UNA VICENDA STORICA» - «Giovedì a Washington è stata processata una vicenda storica», ha detto Davutoglu parlando a una conferenza stampa. «Vogliamo attirare l'attenzione sul procedimento della votazione piuttosto che sul suo risultato», ha aggiunto il ministro in polemica con il comportamento - giudicato «irregolare» - del capo della commissione Esteri del Congresso, il democratico Howard Berman. «Per questo - ha spiegato Davutoglu - abbiamo richiamato il nostro ambasciatore a Washington e convocato l'ambasciatore Usa al nostro ministero».
CRISI - La mozione, approvata dai 46 membri della Commissione con 23 voti favorevoli contro 22, di fatto ha aperto una crisi diplomatica tra gli Stati Uniti e la Turchia, nonostante l'amministrazione Obama avesse fatto di tutto per evitarla. Il segretario di Stato, Hillary Clinton, aveva invitato la commissione a evitare il voto, per non creare tensioni diplomatiche con la Turchia. La commissione invece ha proceduto ugualmente. Ora il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che mercoledì aveva chiamato il presidente turco Abdulah Gul per chiedergli di adoperarsi per far passare in Parlamento i protocolli di normalizzazione tra Turchia e Armenia, si trova in una posizione scomoda. Ankara potrebbe adottare ritorsioni sull'impegno militare in Afghanistan e la concessione agli Usa della base aerea di Incirlik. A una domanda precisa su questi temi, il ministro degli Esteri turco ha risposto: «Prima deve tornare il nostro ambasciatore e dobbiamo parlare con lui. Poi su questi argomenti prenderemo decisioni. Dobbiamo parlare con il governo, con il presidente della Repubblica, con il primo ministro e ci dobbiamo anche confrontare con l’opposizione. Si tratta di un problema nazionale».
L'ARMENIA PLAUDE - L'Armenia plaude alla decisione della commissione Esteri del Congresso Usa, ritenendo che sia un progresso nella lotta per i diritti dell'uomo, si legge nella dichiarazione firmata dal ministro degli Esteri armeno Edvard Nalbandian, riferisce l'agenzia Interfax. L'approvazione di questo documento, prosegue la nota, «testimonia la fedeltà del popolo americano ai valori universali e costituisce un passo importante sulla via di impedire i crimini contro l'umanità». La Russia ha già riconosciuto, insieme ad altri Paesi, il genocidio armeno.
«PROCESSATA UNA VICENDA STORICA» - «Giovedì a Washington è stata processata una vicenda storica», ha detto Davutoglu parlando a una conferenza stampa. «Vogliamo attirare l'attenzione sul procedimento della votazione piuttosto che sul suo risultato», ha aggiunto il ministro in polemica con il comportamento - giudicato «irregolare» - del capo della commissione Esteri del Congresso, il democratico Howard Berman. «Per questo - ha spiegato Davutoglu - abbiamo richiamato il nostro ambasciatore a Washington e convocato l'ambasciatore Usa al nostro ministero».
CRISI - La mozione, approvata dai 46 membri della Commissione con 23 voti favorevoli contro 22, di fatto ha aperto una crisi diplomatica tra gli Stati Uniti e la Turchia, nonostante l'amministrazione Obama avesse fatto di tutto per evitarla. Il segretario di Stato, Hillary Clinton, aveva invitato la commissione a evitare il voto, per non creare tensioni diplomatiche con la Turchia. La commissione invece ha proceduto ugualmente. Ora il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che mercoledì aveva chiamato il presidente turco Abdulah Gul per chiedergli di adoperarsi per far passare in Parlamento i protocolli di normalizzazione tra Turchia e Armenia, si trova in una posizione scomoda. Ankara potrebbe adottare ritorsioni sull'impegno militare in Afghanistan e la concessione agli Usa della base aerea di Incirlik. A una domanda precisa su questi temi, il ministro degli Esteri turco ha risposto: «Prima deve tornare il nostro ambasciatore e dobbiamo parlare con lui. Poi su questi argomenti prenderemo decisioni. Dobbiamo parlare con il governo, con il presidente della Repubblica, con il primo ministro e ci dobbiamo anche confrontare con l’opposizione. Si tratta di un problema nazionale».
L'ARMENIA PLAUDE - L'Armenia plaude alla decisione della commissione Esteri del Congresso Usa, ritenendo che sia un progresso nella lotta per i diritti dell'uomo, si legge nella dichiarazione firmata dal ministro degli Esteri armeno Edvard Nalbandian, riferisce l'agenzia Interfax. L'approvazione di questo documento, prosegue la nota, «testimonia la fedeltà del popolo americano ai valori universali e costituisce un passo importante sulla via di impedire i crimini contro l'umanità». La Russia ha già riconosciuto, insieme ad altri Paesi, il genocidio armeno.
«Corriere della sera» del 5 marzo 2010
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