Come bypassare il divieto televisivo e garantire spazi di informazione su internet. L'iniziativa Vietati in TV, liberi su web del Corriere.it
di Piero Macri
Un mese senza Porta a Porta, Annozero, Ballarò... Lo stop imposto dal Cda della Rai ai popolari talk show fino al termine della campagna elettorale equivale ad affermare che il giornalismo televisivo non è in grado di garantire obiettività e imparzialità dell'informazione. Un autogol da parte della Rai in quanto getta discredito sui propri giornalisti: di loro, non ci fidiamo. Non solo, in modo implicito si accredita anche la teoria in base alla quale questi programmi sarebbero in grado di condizionare la scelta di voto di milioni di italiani. Vero, non vero? E allora meglio un vuoto informativo o il vuoto pneumatico delle tribune elettorali?
Mettendo un bavaglio alla TV e azzerando gli spazi di approfondimento si è convinti che i cittadini possano fare le proprie scelte senza condizionamenti di parte. Ciò che appare sorprendente è che si possa pensare che nell'era dell'informazione globale e della molteplicità di media alternativi o complementari alla televisione (giornali, radio, canali satellitari, internet) basti oscurare e rendere asettica l'informazione televisiva per garantire pari opportunità alle forze politiche che si contendono il premio elettorale.
Se da una parte la scelta appare inaccettabile da un punto di vista giornalistico, dall'altra evidenzia quanto la televisione sia di fatto intesa come strumento di controllo e creazione dell'opinione, unica, insostituibile. Internet e il web per quanto siano quotidianamente descritti come luogo frequentato da una percentuale sempre più numerosa di persone, di fatto non rappresenta un vero e reale strumento di di consenso. L'informazione su web è un'informazione rivolta a un'elite di persone, non è popolare.
Eppure questa anomala condizione, venutasi a creare con il blackout degli spazi di approfondimento informativo della TV, può essere un'occasione per ribaltare abitudini consolidate e conferire a internet un ruolo di primo piano nel panorama dell'informazione. Un messaggio che è stato raccolto e fatto proprio dal Corriere della Sera che attraverso il sito del Corriere.it, da giovedì 11 marzo, lancia l'iniziativa Vietati in TV, liberi sul web, una serie di incontri con i protagonisti della campagna elettorale condotti da Enrico Mentana. La legge e le norme sulla par condicio – si legge sul Corriere - non possono bloccare l'informazione su web. Tutte quelle trasmissioni che adesso sono vietate in TV possono andare in onda ogni giorno, fino alla data delle elezioni, attraverso internet.
Il caso del Corriere è emblematico di come internet possa aprire nuovi spazi di informazione e bypassare la logica della televisione come canale di approdo esclusivo del dibattito politico. Certo, i numeri degli ascolti non potranno sfidare quelli garantiti dalla TV, ma è un segnale forte, che esprime la volontà di raggiungere una sempre più ampia diversificazione dei media. Dalla debolezza della TV il web può uscire rafforzato.
Mettendo un bavaglio alla TV e azzerando gli spazi di approfondimento si è convinti che i cittadini possano fare le proprie scelte senza condizionamenti di parte. Ciò che appare sorprendente è che si possa pensare che nell'era dell'informazione globale e della molteplicità di media alternativi o complementari alla televisione (giornali, radio, canali satellitari, internet) basti oscurare e rendere asettica l'informazione televisiva per garantire pari opportunità alle forze politiche che si contendono il premio elettorale.
Se da una parte la scelta appare inaccettabile da un punto di vista giornalistico, dall'altra evidenzia quanto la televisione sia di fatto intesa come strumento di controllo e creazione dell'opinione, unica, insostituibile. Internet e il web per quanto siano quotidianamente descritti come luogo frequentato da una percentuale sempre più numerosa di persone, di fatto non rappresenta un vero e reale strumento di di consenso. L'informazione su web è un'informazione rivolta a un'elite di persone, non è popolare.
Eppure questa anomala condizione, venutasi a creare con il blackout degli spazi di approfondimento informativo della TV, può essere un'occasione per ribaltare abitudini consolidate e conferire a internet un ruolo di primo piano nel panorama dell'informazione. Un messaggio che è stato raccolto e fatto proprio dal Corriere della Sera che attraverso il sito del Corriere.it, da giovedì 11 marzo, lancia l'iniziativa Vietati in TV, liberi sul web, una serie di incontri con i protagonisti della campagna elettorale condotti da Enrico Mentana. La legge e le norme sulla par condicio – si legge sul Corriere - non possono bloccare l'informazione su web. Tutte quelle trasmissioni che adesso sono vietate in TV possono andare in onda ogni giorno, fino alla data delle elezioni, attraverso internet.
Il caso del Corriere è emblematico di come internet possa aprire nuovi spazi di informazione e bypassare la logica della televisione come canale di approdo esclusivo del dibattito politico. Certo, i numeri degli ascolti non potranno sfidare quelli garantiti dalla TV, ma è un segnale forte, che esprime la volontà di raggiungere una sempre più ampia diversificazione dei media. Dalla debolezza della TV il web può uscire rafforzato.
«EJO - European Journalism Observatory» dell'11 marzo 2010
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