Chi può permetterselo paga multe salate pur di allargare la famiglia
di Fabio Cavalera
Il governo ammonisce: rispettate la legge
Non ci sono fumosi giri di parole, l’ammonimento è rivolto ai ricchi e famosi di Cina. La nuova upper class delle città, la borghesia benestante e sempre più orientata al consumo. Il principio è banale: paghino coloro che sgarrano e, di conseguenza, accettino i rigori di una punizione esemplare se non stanno ai patti. La legge dice che ogni coppia può procreare un solo figlio. Dunque chi contravviene sappia che ne subirà le conseguenze. Sia economiche sia «morali». Già. Perché chi incappa nella violazione, a maggior ragione se appartiene alla fascia di reddito più elevata, si vedrà costretto a subire una bella rampogna pubblica attraverso i mass media. Giornali, televisioni e Internet. Sarà indicato al pubblico disprezzo. Una gogna via web o via satellite. Ecco il giro di vite che la Commissione statale della pianificazione (magari è più giusto circoscrivere a qualche suo esponente particolarmente zelante) ha in mente di introdurre nei prossimi mesi. Idee un pò strampalate. Difficili da comprendere e da masticare. La cui traduzione nella pratica può risultare persino impossibile. Ma le premesse, per nulla allegre, ci sono. Eccome. La rivelazione è del quotidiano Beijing Youth Daily con un articolo che riporta le parole del direttore del dipartimento dei regolamenti che fa capo alla stessa Commissione. Questo signore, Yu Xuejun, ha candidamente spiegato che lo scorso anno è stata compiuta una indagine campione in quattro grandi città. Segretissima, naturalmente. E il risultato è stato sorprendente. Andando a curiosare negli affari privati delle famiglie abbienti (imprenditori, registi, attori e attrici, cantanti, professionisti) si è scoperta una maggioranza di casi di doppia filiazione. Persino di tripla filiazione in dieci situazioni su cento esaminate. Un aggiramento palese delle norme introdotte allo scopo di porre riparo all’incremento demografico. Che fare allora? Dopo averci meditato su per un pò, pare che la Commissione abbia alla fine elaborato un piano di contromisure particolarmente severe. Multe salate in primo luogo. Ma non basta, in quanto «i ricchi possono permettersi di pagare qualche soldo». Le ritorsioni devono essere gradualmente intensificate. Il signor Yu ha illustrato senza alcun pudore, i rimedi ai quali pensa. Non ha confessato se ne ha già discusso con i colleghi o se si tratta di sue fantasie, comunque sia, saranno create - dice il direttore Yu - delle vere e proprie «liste di proscrizione»: nomi e cognomi «dei personaggi importanti» che hanno gabbato la legge. Tutti hanno il diritto di sapere chi ha sbagliato. La stampa, in questo caso, è libera di sbizzarrirsi. E di prestarsi a un giochino al massacro. Senza limiti di sorta. Ai poveretti che saranno stati pescati con le mani nel sacco sarà pure impedito di ritirare i premi conquistati in Cina e all’estero grazie ai meriti e ai riconoscimenti ottenuti per la professione svolta. Una bella mazzata. Chissà se tutto ciò accadrà sul serio. O resterà una provocazione. Certo è che il direttore del dipartimento dei regolamenti della Commissione per la pianificazione sembra davvero intenzionato a usare la frusta. Ha già annunciato che dopo la campagna contro «i ricchi e famosi» della upper class urbana partirà quella contro i funzionari e gli iscritti al Partito comunista che non hanno rispettato la politica del figlio unico. Non sono pochi. E dopo ancora, il dipartimento per i regolamenti della Commissione sulla pianificazione ha intenzione, addirittura, di volgere il suo sguardo ai cinesi che risiedono e fanno figli all’estero. Come procederà in questa attività d’inchiesta fuori dai confini, non lo ha rivelato. Però si è premurato di aggiungere che «un’opinione» alla polizia è già stata chiesta e che verrà presto approvata e pubblicata. C’è da sperare che qualcuno gli dia un altolà. Yu Xuejun ha scatenato un putiferio. Ma pur di andare avanti ha cominciato, così scrive il quotidiano Beijing Youth Daily, a sollecitare l’aiuto e la collaborazione della Associazione che raccoglie gli imprenditori. Alla quale ha proposto la sottoscrizione di un impegno vincolante sul rispetto delle politiche demografiche. Altrimenti liste di proscrizione.
«Corriere della sera» del 2 marzo 2007
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