Se si analizza l’andamento del numero di crimini commessi, vedi grafico, ci si rende conto che esiste una ingiustificata sovraesposizione delle notizie associate a questo genere di eventi.
- I telegiornali italiani si rivelano essere caratterizzati da un eccesso di informazione ansiogena.
- Le notizie sono di gran lunga superiori all’effettivo numero di fatti delittuosi.
- Non esiste alcuna correlazione tra l’andamento dei reati denunciati e il numero di notizie sulla criminalità
- Esiste, invece, una forte correlazione tra il numero di notizie di reati e la percezione della criminalità.
Rispetto a quet’ultimo punto, in particolare, è da da segnalare, come rilevato dal blog di Alessandro Gilioli, giornalista de L’espresso, che il picco della quantità di notizie si sia registrato in concomitanza delle elezioni politiche del 2008, periodo nel quale il numero dei reati è andato invece diminuendo. Una orchestrazione mediatica, secondo alcuni, tesa ad alimentare tra i cittadini un clima di paura ingiustificato.
L’eccesso di spazio informativo dedicato alla cronaca nera è una specificità tutta italiana. Dal rapporto si evince infatti che nel confronto tra i principali telegiornali pubblici e privati europei - italiani, francesi, tedeschi inglesi e spagnoli – la quantità di notizie relative alla criminalità in Italia è superiore a quella degli altri paesi europei, soprattutto nelle reti pubbliche (vedi grafico). Il Tg1 ha il doppio di notizie del Tg spagnolo e venti volte in più rispetto al telegiornale tedesco.
Altra particolarità italiana è la modalità di rappresentazione del crimine. In Italia i casi criminali hanno una copertura giornalistica che prosegue nei giorni e in alcuni casi anche negli anni (il delitto di Garlasco o quello di Perugia) mentre negli altri paesi europei importanti eventi di cronaca nera occupano nei telegiornali il periodo coincidente con l’evento criminoso. La serialità dell’evento criminoso – si afferma nello studio – è quindi un tratto tipicamente italiano che contribuisce alla creazione di un caso criminale con evoluzioni, colpi di scena, interviste a protagonisti e comprimari che ne fanno appunto un serial appassionante.
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L’IMMAGINE DELLA SICUREZZA NEI TG ITALIANI
L’analisi delle notizie sulla criminalità proposte dai Tg prime time nel periodo 2005-2009, condotta in base al numero, fornisce alcune indicazioni interessanti: non esiste correlazione tra l’andamento dei reati denunciati e il numero di notizie sulla criminalità; esiste, invece, una forte correlazione tra il numero di notizie di reati e la percezione della criminalità; tra il 2007 e il 2008 si è assistito ad una “bolla dell’insicurezza mediatica” prodotta da una forte crescita della percezione della criminalità e delle notizie di reati, anche se in presenza di una loro leggera diminuzione; nel 2009 si torna alla “normalità”; cioè, ai dati della fase 2005-2006, precedente alla bolla criminalità.
A partire dal secondo semestre 2009, si allenta nell’informazione dei telegiornali il nesso tra criminalità ed immigrazione, caratteristico invece della fase 2007-primo semestre 2008.
Le strategie comunicative dei diversi telegiornali attribuiscono un’attenzione diversa al fenomeno criminalità. Esse sono il risultato di molteplici fattori: la diversa considerazione dell’appeal del tema della sicurezza, e dell’impatto sugli ascolti; le diverse strategie palinsestuali e la diversa sensibilità “politica” verso l’argomento del contrasto alla criminalità.
Quanto al numero di notizie sulla criminalità, nelle reti Rai il Tg1 sopravanza nettamente gli altri canali, tra i quali il Tg2 supera a sua volta il Tg3. Diversa la situazione in Mediaset: il Tg di Rete 4 dà lo spazio minore alle notizie di reati e presenta una notevole stabilità. Sono invece Tg5 e Studio Aperto che, a partire dal I semestre 2007, presentano un atteggiamento di grande attenzione verso la criminalità, tanto da spiegare, con le loro scelte editoriali, buona parte della variabilità del fenomeno complessivo. I due principali Tg, Tg1 e Tg5, sembrano peraltro inseguirsi, “tenendosi d’occhio”: si rileva una forte correlazione nell’andamento del numero delle notizie tra i due telegiornali.
L’agenda dei telegiornali nei tre anni presentati (2007-2008-2009) vede sempre la criminalità al primo posto, a conferma di un dato strutturale: circa la metà dell’informazione “ansiogena” è da attribuire all’insieme delle notizie dedicate ai reati. Le altre forme di insicurezza sono fortemente congiunturali. Se nel 2007 erano l’economia (15,6%), gli incidenti stradali (11%) e lo scoppio di nuove guerre (10,7%) a occupare principalmente la rimanente parte dell’agenda dei telegiornali, nel 2008 è stata la crisi economica (26,8%) a essere sotto la lente dei notiziari, mentre nel 2009 lo scoppio della pandemia dell’influenza A ha fatto la parte del leone con il 26,9%. Vale la pena di sottolineare un contrasto evidente. Mentre la criminalità ottiene sempre un grado di visibilità molto elevato, per quanto variabile, indipendentemente dalle realtà e dalle percezioni dei cittadini, la disoccupazione e l’insicurezza economica continuano a occupare uno spazio informativo marginale, nonostante generino preoccupazioni crescenti.
L’IMMAGINE DELLA SICUREZZA NEI TG EUROPEI
Dal confronto sulla criminalità tra i principali telegiornali pubblici e privati europei di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna nel periodo 2008-2009 si ricavano alcune significative peculiarità:
! la quantità di notizie relative alla criminalità in Italia è superiore a quella degli altri paesi europei, soprattutto nelle reti pubbliche. Il Tg1 ha il doppio di notizie del Tg spagnolo e venti volte in più rispetto al telegiornale tedesco;
! la pagina della criminalità in Italia è costante, l’agenda dei telegiornali francesi, inglesi, tedeschi e spagnoli non rileva la presenza quotidiana di notizie criminali. L’agenda di quelli italiani, invece, prevede almeno due notizie di criminalità tutti i giorni;
la copertura mediatica della criminalità “comune” è una peculiarità dei telegiornali
italiani; nei telegiornali degli altri paesi europei, notizie di furti, rapine, incidenti automobilistici non trovano rappresentazione, viceversa in quelli italiani i reati comuni occupano circa il 60% di tutta la pagina dedicata alla criminalità.
La pagina della criminalità nei telegiornali italiani appare dunque molto (rispetto al telegiornale tedesco o francese) o abbastanza (rispetto al telegiornale spagnolo) diversa. Tale differenza non riguarda solo la densità della criminalità, ma anche la sua modalità di rappresentazione. In Italia i casi criminali hanno una copertura giornalistica che prosegue nei giorni e in alcuni casi anche negli anni (il delitto di Garlasco o quello di Perugia), negli altri paesi europei importanti eventi di cronaca nera occupano nei telegiornali il periodo coincidente con l’evento criminoso. La serialità dell’evento criminoso è quindi un tratto tipicamente italiano che contribuisce alla creazione di un caso criminale con evoluzioni, colpi di scena, interviste a protagonisti e comprimari che ne fanno appunto un serial appassionante.
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