10 marzo 2010

Usa: gli studenti si distraggono in aula col computer. E ora le università li vietano

E un professore dell'università dell'oklahoma decide di distruggerli a lezione
di Ennio Caretto
Inchiesta del Washington Post: la preparazione di chi usa un laptop in classe è del 70% rispetto alla media
WASHINGTON (USA) - Il mese scorso, un professore di fisica della Università dell’Oklahoma prese un computer portatile lo immerse nell'azoto liquido e lo scagliò sul pavimento dell’aula, una scena filmata di nascosto da uno studente che è stata vista su YouTube da un milione di persone stupite o divertite. Stizza? Follia? No. Il professore volle solo ricordare ai «digitally distracted», gli studenti che si distraggono dalle lezioni per giocare al computer, fenomeno dilagante in America, che da quel momento avrebbero preso appunti solo su carta. Come i loro genitori e i loro nonni.
L'INCHIESTA - Il gestaccio del docente di fisica dell’Oklahoma spinse il Washington Post a svolgere un’inchiesta sull’impiego dei computer portatili nelle università. Sono poi stati pubblicati i risultati, che hanno meravigliato l’America. Sempre più università vietano infatti alla maggioranza degli studenti di usare i laptop in aula, proprio come i cellulari. Il motivo: invece di seguire le lezioni, si scambiano e mail, guardano gli incontri sportivi, fanno di peggio. Il Washington post cita il professore David Cole della facoltà di legge della Georgetown University: «Con il computer acceso, è come se gli studenti fossero alla tv o al cinema o a fare shopping o allo stadio».
INVERSIONE DI ROTTA - Per le università, è una radicale inversione di rotta. Furono i docenti infatti a insistere perché gli studenti si presentassero in aula con i computer e vi annotassero il meglio delle lezioni. Ma con l'introduzione dei collegamenti wireless ad internet la cosa non funziona più. La professoressa Diane Sieber dell'università del Colorado ha seguito per un trimestre i suoi 17 studenti più attaccati al computer, e ha appurato che «la loro preparazione è appena il 70% di quella media, tanto quanto gli studenti che non frequentano i corsi». Secondo David Cole, il divieto di usare il computer è fruttuoso: «Dopo le prime sei settimane, l’80 per cento dei miei studenti ha registrato progressi». La Bentley University del Massachusetts fu la prima a imporre l’impiego dei computer in aula. Era il 1985. Ma 15 anni dopo, fu la prima a dotarsi di un “cervellone” grazie a cui i docenti possono bloccare l’accesso a Internet agli studenti. Teme tuttavia di combattere una battaglia perdente a causa degli iPhone, dei BlackBerry e così via: «Non si possono controllare aule con duecento ragazzi, tutti più padroni di noi delle nuove tecnologie» ammette Philip Knutel, un altro professore. Un possibile rimedio? La scelta degli studenti più responsabili perché prendano appunti al computer durante le lezioni e li trasmettano ai compagni dopo. «Tutti devono capire che vogliamo sapere ciò che hanno in testa, non ciò che è sullo schermo» conclude Cole.
«Corriere della Sera» del 10 marzo 2010

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