07 marzo 2010

L'altro Machado, la poesia e la politica

Escono nei Meridiani i versi e le prose del grande autore spagnolo: la tradizione, l' amore, la patria, l' impegno antifranchista
di Cesare Segre
La lezione del passato, il coraggio di schierarsi
Antonio Machado, probabilmente il maggiore poeta spagnolo del Novecento (nato a Siviglia nel 1875), ebbe una vita appartata e relativamente tranquilla, i cui principali strappi furono i soggiorni parigini, buona occasione per frequentare i poeti post simbolisti e surrealisti, o, nel 1921, per dedicarsi allo studio della filosofia, ascoltando in particolare le lezioni di Bergson. Per il resto, un' intensa attività teatrale, in coppia col fratello Manuel, la partecipazione alla vita letteraria, mediante incontri personali, tertulias (circoli letterari) e collaborazione alle riviste, ma soprattutto l' insegnamento del francese in licei di provincia, come quelli di Soria, Baeza e Segovia. Solo dopo i cinquant' anni riuscirà a farsi trasferire a Madrid. La sua poesia, grandissima, era prevalentemente retrospettiva: guardava al passato della Spagna, e ai grandi uomini che lo abitano, a partire dai personaggi dell' epica medievale, ma giungendo alla contemporaneità e agli ideali civili. Machado odiava «la Spagna di fanfara e tamburello,/ clausura e sagrestia,/ devota di Frascuelo e di Maria,/ d' anima inerte e spirito beffardo» (si noti che Frascuelo era un torero, allora celeberrimo), esattamente come gli altri poeti della sua generazione (la generazione che nel 1898 aveva preso coscienza, con le disfatte e la perdita delle colonie, dell' arretratezza diffusa). E guardava al passato personale, all' infanzia a Siviglia, alla scoperta della malinconia e, quasi a correzione, della volontà. A partire dal 1928 - affermazione e caduta della dittatura di Primo de Rivera, e poi governo repubblicano e socialista della seconda repubblica, vittoria del fronte popolare, guerra civile - Machado diventa un altro uomo. Anzitutto s'innamora di una signora che nasconde sotto il senhal Guiomar (lontano ormai il matrimonio con Leonor, morta di tisi nel lontano 1912). Un amore tormentato e condannato dalle differenze anche politiche: lei era di famiglia ricca, bigotta e filofascista. Verranno centrifugati una verso il Portogallo e l'Atlantico, l'altro a Barcellona e al Mediterraneo, secondo le alterne fortune dei due schieramenti: Machado scriveva: «Da mare a mare e tra noi due la guerra». Poi accentua la tendenza alla riflessione filosofica, che lo porta, tra l'altro, ad affidarsi all' espressione prosastica. Infine s'impegna sempre più nella lotta politica, non solo sottoscrivendo proclami a favore della Repubblica e contro il colpo di stato attuato dai franchisti con l'appoggio della Germania nazista e dell' Italia fascista, ma pronunciando discorsi e scrivendo testi esortativi e patriottici. Dev'essere stata memorabile la lettura, fatta davanti a migliaia di ascoltatori, della poesia in cui evoca l'assassinio di Federico García Lorca. Continuerà questo impegno persino durante la sua tragica marcia, in fuga dalle colonne franchiste vittoriose, verso la Francia, dove morirà di polmonite pochi giorni dopo aver passato la frontiera. Questo Machado uno e due è eccellentemente rappresentato dal Meridiano Mondadori con Tutte le poesie e prose scelte, a cura di Giovanni Caravaggi (pp. CLXVI-1592, 55). Esso integra la classica raccolta completa delle poesie, edita e tradotta dal grande ispanista Oreste Macrì, uscita nel 1959 presso Lerici (più volte ristampata), e poi riproposta da Le Lettere nel 1994. Caravaggi, già autore di altri studi machadiani, torna ad affrontare lo sviluppo di questa produzione letteraria in due impeccabili introduzioni (una per la poesia, l'altra per la prosa). Ma naturalmente può fruire dei nuovi ritrovamenti, specie per la prosa. E così, oltre a correggere errori nati nel succedersi delle edizioni, allarga ancora le nostre conoscenze e il nostro piacere di scoprire. Per le poesie ha adottato opportunamente la traduzione di Macrì, quella in cui tutti gli italiani da più di mezzo secolo conoscono questi testi; quando essa manca, ha tradotto lui stesso. Le prose le ha tradotte il suo allievo Eugenio Maggi. Molto ampia la «Cronologia», che ricostruisce le trasformazioni dell'animatissimo contesto culturale in cui Machado si muoveva, e le reazioni del poeta, ormai riconosciuto da tutti (anche se il Nobel lo vinse Juan Ramón Jiménez...), alle ultime tendenze della lirica; esauriente infine il commento ai testi, per il quale Caravaggi s' è anche giovato della collaborazione di Gaetano Chiappini. Il contatto, e a volte l' intreccio di prose e poesie ci avvicina in modo nuovo alla personalità di Machado. Che spesso opera da critico - e che critico - nell'accostarsi ai maestri della poesia spagnola ed europea, con predilezione per la Francia. Ma anche più spesso medita sui grandi problemi, mettendo a frutto le sue conoscenze di filosofia antica (Platone e i presocratici) e moderna, da Kant a Leibniz a Bergson a Kierkegaard. Negli scritti in prosa Machado mette spesso in scena i suoi apocrifi, cioè dei personaggi immaginari, critici e poeti, come Juan de Mairena o Abel Martín, che conversano e teorizzano, istituendo una dialettica interna con il «vero» Machado. Qualcosa di simile agli eteronimi di Pessoa. E la filosofia (in una concezione di tipo esistenzialista) gli fornisce concetti che diventano miti della sua poesia, come il superamento dell' Alterità o il finale sbocco dell' essere nel Nulla o nel Grande Zero; oppure gli dà strumenti per affrontare il problema centrale della sua invenzione, quello del tempo. Diceva suggestivamente: «i grandi poeti sono dei metafisici falliti. I grandi filosofi sono dei poeti che credono nella realtà dei loro poemi... I poeti possono imparare dai filosofi l'arte delle grandi metafore... come il fiume di Eraclito, la sfera di Parmenide, la lira di Pitagora, la caverna di Platone, la colomba di Kant». Le prose di Machado si sviluppano attorno alle sue poesie, e dànno origine a un discorso che porta il lettore a un livello affabile, «fraterno e cordiale», come lui diceva. Ascoltare Machado continua ad essere un alto piacere.

Antonio Machado y Ruiz (1875-1939) è considerato tra i maggiori poeti spagnoli del Novecento. Il Meridiano Mondadori a lui dedicato, «Tutte le poesie e prose scelte», sarà in libreria da martedì prossimo; l' 11 marzo sarà presentato a Milano alla Casa della Poesia, Palazzina Liberty (Largo Marinai d' Italia, ore 21). Interviene Giovanni Caravagg
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«Corriere della Sera» del 6 marzo 2010

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