La decisione della preside: felpa e polo per tutti. Colori diversi per maschi e femmine
di Nicola Pellicani
"Un provvedimento democratico che è anche deterrente contro il bullismo"
La preside dichiara guerra agli abiti griffati, ai vestiti sdruciti e agli ombelichi scoperti. A scuola tutti in divisa. Felpa azzurra per i maschi, rossa per le femmine, sotto polo grigia e polo blu a manica corta, per i 350 alunni delle medie dell'istituto comprensivo di cui fanno parte la "Sebastiano Barozzi" di San Fior e la "Vecellio" di Godega, due piccoli centri in provincia di Treviso.
Non siamo in un college inglese con i ragazzini in blazer blu e le ragazzine con la gonnellina grigia, ma il principio è lo stesso e punta a uniformare gli studenti in classe, consolidare il senso d'appartenenza e livellare la condizione sociale. Dice la dirigente scolastica Loredana Buffoni: "La divisa risolve il problema dell'abbigliamento decoroso è un simbolo di democrazia e d'uguaglianza. Sviluppa un forte senso di identità, ma non solo. La divisa è un ottimo deterrente al bullismo e rappresenta una scelta di libertà, perché affranca ragazzi e genitori dal dover decidere ogni mattina cosa indossare, permettendo di avere più tempo ed energie da dedicare davvero a se stessi".
Alla base della scelta c'è quindi una precisa politica educativa. Del resto il ragionamento della preside riassume in pillole il contenuto del documento approvato a maggioranza dal Consiglio d'istituto della scuola. Non tutti i genitori erano d'accordo, ma oggi non sembrano esserci più opposizioni all'iniziativa. Tant'è che anche gli allievi sembrano contenti d'indossare la "felpa democratica".
Semmai ci sono differenti opinioni di natura stilistica. Alcuni avrebbero preferito colori diversi, altri speravano in una scritta più evidente, con il nome della scuola. Altri ancora avrebbero voluto anche il cappuccio. Insomma, avrebbero preferito qualcosa di più alla moda, ricadendo su quegli stereotipi che la scuola intende demolire. "Significa che avevamo visto giusto - osserva un genitore - La nostra è stata una scelta educativa che dovrebbe venire adottata in tutte le scuole. Adesso bisognerebbe completare la divisa con un paio di calzoni". Anche le mamme e i papà più scettici sembrano essersi ricreduti: "Non ero d'accordo - dice un genitore - perché non credo che le differenze tra gli studenti vengano superate in questo modo. I problemi della scuola sono altri e non vengono mai affrontati. In ogni caso vedo che i ragazzi indossano le felpe e non mi risulta che ci siano lamentele".
Felpe e magliette polo sono stati acquistati, in parte grazie a un contributo di 4mila euro della banca della Marca e in parte con i soldi che i genitori versano nelle casse scolastiche all'inizio dell'anno per contribuire alle spese. Con le risorse raccolte, la scuola fornisce una felpa e una polo a ogni studente. Per garantire i necessari ricambi le famiglie devono pagare altri 12 euro per ciascuna felpa e 7 euro per la polo, che scendono a 6 per le taglie più piccole.
Un'iniziativa analoga a quella adottata a San Fior era stata assunta all'inizio dell'anno scolastico alla scuola media "Centro Storico" di Pordenone. Anche in quel caso felpe e polo d'ordinanza per combattere la corsa agli abiti griffati.
Non siamo in un college inglese con i ragazzini in blazer blu e le ragazzine con la gonnellina grigia, ma il principio è lo stesso e punta a uniformare gli studenti in classe, consolidare il senso d'appartenenza e livellare la condizione sociale. Dice la dirigente scolastica Loredana Buffoni: "La divisa risolve il problema dell'abbigliamento decoroso è un simbolo di democrazia e d'uguaglianza. Sviluppa un forte senso di identità, ma non solo. La divisa è un ottimo deterrente al bullismo e rappresenta una scelta di libertà, perché affranca ragazzi e genitori dal dover decidere ogni mattina cosa indossare, permettendo di avere più tempo ed energie da dedicare davvero a se stessi".
Alla base della scelta c'è quindi una precisa politica educativa. Del resto il ragionamento della preside riassume in pillole il contenuto del documento approvato a maggioranza dal Consiglio d'istituto della scuola. Non tutti i genitori erano d'accordo, ma oggi non sembrano esserci più opposizioni all'iniziativa. Tant'è che anche gli allievi sembrano contenti d'indossare la "felpa democratica".
Semmai ci sono differenti opinioni di natura stilistica. Alcuni avrebbero preferito colori diversi, altri speravano in una scritta più evidente, con il nome della scuola. Altri ancora avrebbero voluto anche il cappuccio. Insomma, avrebbero preferito qualcosa di più alla moda, ricadendo su quegli stereotipi che la scuola intende demolire. "Significa che avevamo visto giusto - osserva un genitore - La nostra è stata una scelta educativa che dovrebbe venire adottata in tutte le scuole. Adesso bisognerebbe completare la divisa con un paio di calzoni". Anche le mamme e i papà più scettici sembrano essersi ricreduti: "Non ero d'accordo - dice un genitore - perché non credo che le differenze tra gli studenti vengano superate in questo modo. I problemi della scuola sono altri e non vengono mai affrontati. In ogni caso vedo che i ragazzi indossano le felpe e non mi risulta che ci siano lamentele".
Felpe e magliette polo sono stati acquistati, in parte grazie a un contributo di 4mila euro della banca della Marca e in parte con i soldi che i genitori versano nelle casse scolastiche all'inizio dell'anno per contribuire alle spese. Con le risorse raccolte, la scuola fornisce una felpa e una polo a ogni studente. Per garantire i necessari ricambi le famiglie devono pagare altri 12 euro per ciascuna felpa e 7 euro per la polo, che scendono a 6 per le taglie più piccole.
Un'iniziativa analoga a quella adottata a San Fior era stata assunta all'inizio dell'anno scolastico alla scuola media "Centro Storico" di Pordenone. Anche in quel caso felpe e polo d'ordinanza per combattere la corsa agli abiti griffati.
«La Repubblica» del 13 aprile 2010
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