di Rino Cammilleri
Quando il Saladino conquistò sia il sultanato d’Egitto che il califfato di Damasco, i regni cristiani si ritrovarono circondati da tre lati e col mare alle spalle. Per giunta, l’imperatore bizantino Isacco II si accordò col Saladino contro i latini. Checché ne dica il film «Le crociate» di Ridley Scott, le cose andarono così: il Saladino attaccò Tiberiade, che chiese aiuto al re di Gerusalemme, Guido di Lusignano. Questi accorse ma tra l’esercito cristiano e il lago di Tiberiade c’erano le truppe islamiche. Le quali, col vento a favore, incendiarono la boscaglia così che i cristiani, arsi di sete e soffocati dal fumo, si diressero verso Hattin, l’unico posto dove c’era acqua. Qui il loro esercito fu distrutto. Tutti i Templari e gli Ospitalieri vennero decapitati, gli altri venduti schiavi. Senza più difese, i cristiani di ogni dove si rifugiarono in Gerusalemme. Qui c’erano due soli cavalieri e cinquanta sfollati, donne e bambini, per ogni uomo. Ogni maschio fu armato (ma, come si è detto, solo due erano soldati di professione). Dopo cinque giorni di assedio, per evitare la schiavitù di donne e bambini la città chiese i termini della resa. Saladino pretese dieci pezzi d’oro per ogni uomo risparmiato, cinque per ogni donna e uno per ogni bambino. Settemila poveri furono risparmiati al prezzo di trentamila bisanti. La somma complessiva racimolata bastò solo a mezza città, l’altra meta finì schiava. In conformità con gli accordi presi con Bisanzio, Saladino convertì tutte le chiese latine di Terrasanta in chiese di rito greco-ortodosso. Per i dettagli vedi Rodney Stark, «Gli eserciti di Dio. Le vere ragioni delle crociate» (Lindau). Il più bel libro mai scritto sulle crociate.
«Antidoti» del 5 aprile 2010
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