Il programma messo a punto per scovare i "plagi" degli studenti copioni avrebbe permesso di individuare il poeta che collaborò alla stesura dell'Edoardo III
di Marco Pasqua
Un software anti-plagio svela un mistero letterario e storico, che si trascina ormai dai più di 400 anni. Brian Vickers, studioso di William Shakespeare, ormai non ha più dubbi: l'Edoardo III, pubblicato per la prima volta in forma anonima nel 1596, fu scritto a quattro mani. Il poeta e drammaturgo di Stratford-upon-Avon avrebbe collaborato con il collega Thomas Kyd. Una conclusione alla quale Vickers, ricercatore presso l'università di Londra, è arrivato utilizzando "Pl@giarism", il software che riesce a smascherare gli studenti copioni, scovando le frasi "riprese" da altre opere.
Come ricorda il quotidiano britannico Times, che ha reso noto lo studio di Vickers, il giallo dell'Edoardo III (titolo originale "The Reign of King Edward III"), è stato parzialmente risolto alla fine degli anni Novanta, quando l'opera è stata ufficialmente inserita nella raccolta completa dei testi scritti da Shakespeare. E questo nonostante molti studiosi continuassero a mettere in dubbio l'ipotesi che il famoso drammaturgo, la cui "mano" era solo in parte visibile nell'opera, avesse potuto collaborare con qualcun altro.
Adesso, il programma potrebbe permettere di porre fine a questa antica diatriba letteraria. Sviluppato dall'università di Maastricht, consente di individuare le cosiddette "impronte linguistiche": frasi ripetute, di almeno tre parole, che identificano una data opera. Vickers sostiene che in testi scritti da autori diversi, si trovano generalmente tra le 10 e le 20 corrispondenze, perché certe frasi sono di uso comune. Nel caso dell'Edoardo III, invece, sono state trovate 200 "impronte", tra questo e le opere di Shakespeare scritte prima del 1596. "Con 200 corrispondenze - ha detto lo studioso, parlando con il Times - si può essere relativamente sicuri". Il software, però, è importante anche perché svela chi fu l'autore che collaborò alla scrittura dell'Edoardo III. "Tutti erano in grado di riconoscere nelle scene di quest'opera alcuni elementi propri di Shakespeare - ha sottolineato Vickers - ma nessuno sapeva perché alcuni versi non sembravano essere stati scritti da lui". Secondo "Pl@giarism" la risposta arriva dalla produzione letteraria di Thomas Kyd: sono 200 le corrispondenze tra l'Edoardo III e i testi firmati da questo drammaturgo vissuto nella seconda metà del Cinquecento. Per il programma anti-copioni, il 40% dell'opera (corrispondente a 4 scene), fu scritto da Shakespeare; il rimanente 60%, invece, porta inequivocabilmente la firma di Kyd.
Non tutti, però, sono d'accordo con le conclusioni della ricerca: c'è, infatti, chi mette in dubbio l'efficacia di questo software. E' il caso di Stanley Wells, presidente della fondazione "Shakespeare Birthplace Trust": "Sinceramente sono scettico e non credo che si sia raggiunto un livello tale, per il quale queste indagini, che si servono di un programma informatico, possano dimostrare la paternità di un'opera".
Come ricorda il quotidiano britannico Times, che ha reso noto lo studio di Vickers, il giallo dell'Edoardo III (titolo originale "The Reign of King Edward III"), è stato parzialmente risolto alla fine degli anni Novanta, quando l'opera è stata ufficialmente inserita nella raccolta completa dei testi scritti da Shakespeare. E questo nonostante molti studiosi continuassero a mettere in dubbio l'ipotesi che il famoso drammaturgo, la cui "mano" era solo in parte visibile nell'opera, avesse potuto collaborare con qualcun altro.
Adesso, il programma potrebbe permettere di porre fine a questa antica diatriba letteraria. Sviluppato dall'università di Maastricht, consente di individuare le cosiddette "impronte linguistiche": frasi ripetute, di almeno tre parole, che identificano una data opera. Vickers sostiene che in testi scritti da autori diversi, si trovano generalmente tra le 10 e le 20 corrispondenze, perché certe frasi sono di uso comune. Nel caso dell'Edoardo III, invece, sono state trovate 200 "impronte", tra questo e le opere di Shakespeare scritte prima del 1596. "Con 200 corrispondenze - ha detto lo studioso, parlando con il Times - si può essere relativamente sicuri". Il software, però, è importante anche perché svela chi fu l'autore che collaborò alla scrittura dell'Edoardo III. "Tutti erano in grado di riconoscere nelle scene di quest'opera alcuni elementi propri di Shakespeare - ha sottolineato Vickers - ma nessuno sapeva perché alcuni versi non sembravano essere stati scritti da lui". Secondo "Pl@giarism" la risposta arriva dalla produzione letteraria di Thomas Kyd: sono 200 le corrispondenze tra l'Edoardo III e i testi firmati da questo drammaturgo vissuto nella seconda metà del Cinquecento. Per il programma anti-copioni, il 40% dell'opera (corrispondente a 4 scene), fu scritto da Shakespeare; il rimanente 60%, invece, porta inequivocabilmente la firma di Kyd.
Non tutti, però, sono d'accordo con le conclusioni della ricerca: c'è, infatti, chi mette in dubbio l'efficacia di questo software. E' il caso di Stanley Wells, presidente della fondazione "Shakespeare Birthplace Trust": "Sinceramente sono scettico e non credo che si sia raggiunto un livello tale, per il quale queste indagini, che si servono di un programma informatico, possano dimostrare la paternità di un'opera".
«La Repubblica» del 13 ottobre 2009
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