La svolta Uno studio tra i giovani coreani che anticipano le tendenze globali. «La posta elettronica? Mai per comunicare con amici»
I messaggini «veloci come una partita di ping-pong». La posta elettronica relegata solo ai contesti di lavoro
di Gabriela Jacomella
I messaggini «veloci come una partita di ping-pong». La posta elettronica relegata solo ai contesti di lavoro
di Gabriela Jacomella
Le email? Sorpassate. Troppo tempo per scriverle, troppa concentrazione, troppa formalità, troppa attesa per la replica. Vuoi mettere con il botta-e-risposta di un sms, o di una chiacchierata su Skype. E dunque, dopo decenni di onorato servizio, addio posta elettronica. Il prepensionamento è stato decretato molto lontano da qui, per la precisione in Corea del Sud, il Paese che il Guardian definisce, nel servizio che ieri ha dedicato al nuovo fenomeno, «la sfera di cristallo del nostro domani digitale»: su un campione di oltre 2.000 studenti, dalle scuole medie ai corsi universitari, più di due terzi fanno uso della posta elettronica molto raramente, se non mai. «È roba per vecchi», dichiarano agli intervistatori basiti. I ragazzi di Seoul si scambiano sms e messaggi in Rete, si incontrano sui siti di «social networking» (un coreano su due fa parte della comunità online di Cyworld, il Facebook «locale», nato con un buon decennio di anticipo sugli altri siti del settore), considerano le care vecchie email come «una gran rottura di scatole». La metafora perfetta l’ha coniata proprio uno di loro, rispondendo al questionario: scambiarsi sms è come una partita di ping-pong, scrivere un’email è come fare i compiti a casa. Tomi Ahonen, esperto di comunicazione e coautore del volume Digital Korea, conferma: «È un trend globale, qui molto più avanzato che altrove. L’email è semplicemente datata e non più utilizzata per comunicare tra amici e colleghi. La posta elettronica si usa solo con le generazioni più anziane, nei contesti di lavoro. L’email è così anni ‘90...». Immediatezza, personalizzazione, maggior sensazione di privacy. Sono questi i punti forti della comunicazione via cellulare, a 15 anni dalla nascita degli sms. Che, a differenza del pc non ti lascia mai solo, e - se non si considerano colpi di mano scorretti da parte di fidanzati/e o figli curiosi - garantisce tutela assoluta della propria corrispondenza. Senza contare le statistiche sulla rapidità di risposta: un’email viene di norma letta entro 24 ore, la replica inviata entro 48 ore. L’sms viaggia proprio su un altro circuito: letto in meno di 60 secondi, risposta inviata entro 5 minuti. E nessuno può «casualmente» transitare alle vostre spalle, buttando un occhio sullo schermo mentre state spedendo quella email tanto delicata; semplicemente, il display di un telefonino - anche di quelli più avanzati - è troppo piccolo per essere spiato. E se questo avviene in Corea, figuriamoci cosa potrà succedere quando la tendenza sbarcherà in Italia, che con i suoi 124 abbonamenti di telefonia mobile ogni 100 persone si piazza al quarto posto nella classifica dell’Economist dei Paesi più «cellular-dipendenti». Certo, rispetto agli utenti coreani, c’è una differenza di base: «Gli sms sono più facili ed efficaci se si utilizzano gli ideogrammi», commenta lapidario Maurizio Ferraris, docente di Filosofia teoretica all’università di Torino e autore di Dove sei? Ontologia del telefonino (Bompiani). Il che non significa, comunque, che il fascino dello short message service non rischi di sedurre anche gli italiani: «Soprattutto nelle fasce sociali più basse, l’indirizzo email, per non parlare della disponibilità di un computer, non sono diffusi; il cellulare, invece, costa enormemente di meno. Ed è di più facile utilizzo». Attenzione però a non cadere nell’eccesso opposto, decretando la morte prematura dell’email. «È il telefonino che si è trasformato da strumento per parlare a postazione di pc delocalizzata. Sempre più persone hanno cellulari che consentono di scaricare l’email; la si usa così tanto, che si ha l’esigenza di poterla leggere in ogni momento. Non è, dunque, l’sms contro l’email; sono due funzioni che si fonderanno sempre più in una sola».
Il primo messaggio «Buon Natale»: 15 anni fa l’ingegnere Neil Papworth, allora 22enne, inviò il primo sms della storia con gli auguri per i colleghi. Oggi sorride all’esclamazione della figlia di un amico, che ne ha scoperto l’identità di inventore: «Ma è ancora vivo?»
Cosa cambia La posta elettronica La email (electronic mail, cioè posta elettronica) è un servizio internet per inviare o ricevere dei messaggi. La sua nascita risale al 1972, quando Ray Tomlinson installò su Arpanet (la rete della Difesa Usa) un sistema in grado di scambiare messaggi fra le varie università
Lo short message service Un sms (dall’inglese short message service, servizio messaggi brevi) è da 15 anni un breve messaggio di testo inviato da un cellulare ad un altro. Nel 2004 il traffico mondiale era di 500 miliardi di sms annui
Le «reti sociali» Le social network in Rete sono siti sul genere di Myspace e Facebook (rispettivamente 107 e 73 milioni di utenti): ogni iscritto ha un suo profilo personale e una comunità virtuale di contatti, con cui scambiare messaggi, foto, musica e altro
Il primo messaggio «Buon Natale»: 15 anni fa l’ingegnere Neil Papworth, allora 22enne, inviò il primo sms della storia con gli auguri per i colleghi. Oggi sorride all’esclamazione della figlia di un amico, che ne ha scoperto l’identità di inventore: «Ma è ancora vivo?»
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Le «reti sociali» Le social network in Rete sono siti sul genere di Myspace e Facebook (rispettivamente 107 e 73 milioni di utenti): ogni iscritto ha un suo profilo personale e una comunità virtuale di contatti, con cui scambiare messaggi, foto, musica e altro
«Corriere della sera» del 7 dicembre 2007
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