Visti da lontano
di Massimo Gaggi
In pochi giorni le autorità scolastiche del Texas hanno costretto alle dimissioni la direttrice dell’agenzia per l’istruzione scientifica, accusata di «tifare» per l’evoluzionismo anziché assumere un atteggiamento neutrale tra darwinismo e teorie creazioniste, e hanno autorizzato l’Istituto di ricerca sul creazionismo a tenere corsi post-laurea e a distribuire «master» in educazione scientifica. Se il 24 gennaio il «board» dei provveditori ratificherà - come è assai probabile - questa decisione, nel grande Stato americano l’abilitazione necessaria per insegnare verrà concessa a docenti che considerano scienza anche la teoria del «disegno intelligente». Che è basata su convinzioni religiose e non su evidenze scientifiche. Dopo l’offensiva in Kansas e Pennsylvania, i tentativi di inserire l’intelligent design nei testi scolastici di scienze e l’apertura, in Kentucky, di un grande museo nel quale si cerca di dimostrare che il contenuto del libro della Genesi è pura scienza e che l’universo è stato creato, in sei giorni, solo poche migliaia di anni fa, la battaglia del creazionismo riesplode ora nel Texas: il secondo Stato più popolato degli Usa (dopo la California), nel quale perfino il governatore Rick Perry lo considera una «valida teoria scientifica». Un europeo, abituato a vivere in una realtà sociale nella quale il darwinismo non viene seriamente contestato ed è accettato anche dalla Chiesa cattolica che lo considera compatibile col cristianesimo, non finisce mai di stupirsi per l’intensità di questo scontro. Qualcuno si era illuso che la nascita di una corrente di «evangelici evoluzionisti» potesse far cambiare atteggiamento ai creazionisti. In «Thank God for Evolution», il reverendo Michael Dowd, un pastore evangelico ora a riposo, sostiene che il darwinismo non solo è realtà scientifica, ma è di aiuto alle religioni. Se studiato senza i pregiudizi di chi lo considera il piedistallo dell’ateismo, si rivela, infatti, una costruzione i cui principali passaggi, che a molti appaiono meccanicistici, sono in realtà permeati da una creatività che è difficile non considerare di origine divina. Una tesi, quella di Dowd, che è piaciuta a molti scienziati, che è stata sottoscritta da cinque premi Nobel e da decine di leader religiosi ma che, evidentemente, non fa breccia tra i conservatori evangelici: gruppi convinti che, rinunciando a un’interpretazione letterale del libro della Genesi, viene minata l’intera costruzione religiosa. Posizioni di certo minoritarie ma sostenute anche da un candidato repubblicano alla Casa Bianca come Huckabee (in testa nei sondaggi in Iowa) e che sono abbastanza diffuse se Chris Comer, la «commissioner» costretta dai capi del sistema scolastico texano a lasciare l’incarico, ha raccontato non solo la rabbia per le pressioni subite dall’alto, ma anche la frustrazione per le contestazioni dei genitori che le chiedevano di far insegnare il creazionismo anche se non previsto dai programmi scolastici, e per il numero crescente di professori che, per evitare guai, saltano a piè pari le lezioni su Darwin e l’evoluzionismo.
«Corriere della sera» del 21 dicembre 2007
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